Un'analisi, basata sulle idee di Naomi Klein, sulle applicazioni pratiche della dottrina capitalistica nella storia contemporanea - dal modello cileno di Pinochet a quello britannico della Thatcher - che hanno permesso la nascita del neoliberismo radicale ma hanno generato anche le catastrofi politiche afghane e irachene. Secondo il neo-liberista Milton Friedman questa teoria economica potrà esistere solo finché si ricorrerà a metodi politici oppressivi e violenti; ma è proprio a questo genere di spregiudicata ideologia che l'opinione pubblica dovrebbe opporsi.
SCHEDA FILM
Regia: Mat Whitecross, Michael Winterbottom
Attori: Naomi Klein - Se stessa
Soggetto: Naomi Klein - libro
Fotografia: Ronald Plante, Rich Ball
Montaggio: Michael Winterbottom, Mat Whitecross
Altri titoli:
Die Schock-Strategie
Durata: 90
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: HD CAM
Tratto da: saggio "Shock Economy. L'ascesa del capitalismo dei disastri" di Naomi Klein (ed. Rizzoli)
Produzione: MICHAEL WINTERBOTTOM PER REVOLUTION FILMS, RENEGADE PICTURES
NOTE
- PRESENTATO AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009) NELLA SEZIONE 'PANORAMA DOKUMENTE'.
CRITICA
"Un altro mondo è possibile. Ma un altro cinema sembra di no. Il regista inglese Michael Winterbottom assieme al fido collaboratore Mat Whitecross assembla in immagini d'archivio il libro 'The shock doctrine' di Naomi Klein. Winterbottom propone una versione visiva del saggio di Klein, magari omettendo qua e là alcuni approfondimenti fattuali. (...) Winterbottom e Whitecross adottano quello sguardo cinematografico populista e sommario alla Michel Moore di cui bisognerà, prima o poi, parlare. Perchè a forza di falsificare il reale, sintetizzando e riassumendo quarant'anni di storia economica e sociale di mezzo mondo in novanta minuti, si corre il serio rischio di forzare la realtà fenomenologica della storia in qualcosa di profondamente soggettivo, seppur per noi politicamente giusto e condivisibile. Se Moore in 'Farenheit 9/11' commentava arbitrariamente immagini, imitava vocine, accostava in montaggio elementi diametralmente opposti, la ditta Winterbottom/Whitecross se possibile, fa quasi di peggio: mescola interi spezzoni di discorsi della Klein a immagini di repertorio che si rifanno a temi da lei sfiorati. Tanto che sul finale del film ci si addentra nel capitolo crisi economica proponendo un paragone per immagini tra Obama e Franklin Delano Roosvelt: assist su un piatto d'argento per gli ultimi tre minuti di arte oratoria Klein sulla crisi economica attuale. 'The shock doctrine' in fondo, è una sequenza di immagini alquanto preconcette, dove la macchina da presa non si lascia impressionare per esempio da una Klein che parla per un'ora, preferendo seguire un'incalzante, supposta e manipolata versione visiva del suo pensiero. Scelta di campo eccessiva e fastidiosa, che fa pensare ad un "abuso" del concetto di documentario impegnato, piuttosto che ad una sua elaborazione." (Davide Turrini, 'Liberazione', 10 febbraio 2009)
"Winterbottom esplora gli eventi più importanti della storia recente in cui la "shock economy" sarebbe stata applicata: focalizzandosi in particolare sulle dittature argentina e cilena. Una sottile linea rossa unisce eventi all'apparenza eterogenei, dall'America Latina alla Russia di Eltsin, dalla Gran Bretagna della Thatcher all'Afghanistan e all'lraq, dallo Sri lanka del dopo tsunami alla New Orleans post-Katrina. Un ennesimo esempio di teoria del complotto globale che arriva proprio nel momento in cui l'ultraliberismo soffre la più grossa crisi che si potesse immaginare e ha perso la spinta degli ultimi decenni." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 09 febbraio 2009)