Una troupe cinematografica parte dall'Italia alla volta di Londra con l'intento di ricostruire un delitto commesso nella capitale inglese nel 1994. In città, il gruppo si affida all'attrice Tilda Swinton. Tilda racconta la vicenda alla stessa maniera in cui ne parlarono all'epoca i giornali. Due ragazzi dell'alta borghesia, Happy e Billy, alla ricerca di emozioni, individuano una vittima per un loro gioco pericoloso. Girano dalla stazione della metropolitana di King's Cross a quella di Bayswater, poi ad un incrocio avvistano un uomo solo in macchina. Si avvicinano, lo accoltellano, lo sgozzano e poi tornano alla vita quotidiana. Tilda e la troupe tornano sui luoghi di questa vicenda, ripercorrono i passi e i movimenti dei due assassini, si fanno domande, cercano collegamenti, ripropongono l'incontro con la vittima, mettono in scena il delitto, si abbandonano a chiacchiere varie lungo la strada. Anche il processo, con la condanna dei due all'ergastolo, viene ripetuto. Quindi Tilda entra in casa con due neonati. Fabrizia, un 'attrice della troupe', comincia a giocarci. Tilda guarda nella m.d.p. con occhi di compassione.
SCHEDA FILM
Regia: Luca Guadagnino
Attori: Tilda Swinton - La Narratrice, Fabrizia Sacchi - Se Stessa, Andrew Tiernan - Mohammed, Claudio Gioè - 1º Assassino, Paolo Briguglia - 2º Assassino, Michelle Hunziker - Sue, Chiara Conti - La Cantante, Laura Betti - Il Giudice, Jhelisa - Se Stessa
Soggetto: Luca Guadagnino
Sceneggiatura: Luca Guadagnino
Fotografia: Paolo Bravi
Musiche: Andrea Guerra
Montaggio: Walter Fasano
Scenografia: Roberto De Angelis
Costumi: Amelianna Loiacono
Effetti: Franco Galiano
Durata: 92
Colore: C
Genere: PSICOLOGICO
Produzione: MASSIMO VIGLIAR, FULVIO COLOMBO PER SURF FILM, MEDUSA FILM - TELE+
Distribuzione: SURF FILM - MEDUSA FILM
NOTE
- PRESENTATO NELLA SEZIONE NUOVI TERRITORI - VENEZIA 1999
- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1999
CRITICA
"Inchiesta tv, finzione, un montaggio che sa tanto di MTV (e di poca fantasia) e topografie metropolitane si intrecciano in un risultato francamente deludente." (F. Liberti, Cineforum 388)