Louis Salinger, agente dell'Interpol, ed Eleanor Whitman, assistente procuratore distrettuale di New York, riescono a smascherare una serie di attività finanziarie illegali atte a sostenere il terrorismo e le guerre a livello internazionale. Tuttavia, le loro brillanti iniziative metteranno i due nel centro del mirino.
SCHEDA FILM
Regia: Tom Tykwer
Attori: Clive Owen - Agente Louis Salinger, Naomi Watts - Eleanor Whitman, Armin Mueller-Stahl - Wilhelm Wexler, Ulrich Thomsen - Jonas Skarssen, Brían F. O'Byrne - The Consultant, Michel Voletti - Viktor Haas, Patrick Baladi - Martin White, Jay Villiers - Francis Ehames, Fabrice Scott - Nicolai Yeshinski, Haluk Bilginer - Ahmet Sunay, Luca Barbareschi - Umberto Calvini, Alessandro Fabrizi - Ispettore Alberto Cerutti, Felix Solis - Detective Ornelas, Jack McGee - Detective Bernie Ward, Nilaja Sun - Detective Gloria Hubbard, Luca Calvani - Enzo Calvini, Victor Slezak - Capitano Martell, Tibor Feldman - Dr. Isaacson, Steven Randazzo - Al Moody, Roberta Potrich
Sceneggiatura: Eric Warren Singer
Fotografia: Frank Griebe
Musiche: Reinhold Heil, Johnny Klimek, Tom Tykwer
Montaggio: Mathilde Bonnefoy
Scenografia: Uli Hanisch
Arredamento: Simon-Julien Boucherie
Costumi: Ngila Dickson
Effetti: Universal Production Partners (UPP)
Durata: 122
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: ARRIFLEX 765, 35 MM/65 MM, SUPER 35, SUPER PANAVISION 70 (1:2.35), CINEMASCOPE
Produzione: MOSAIC MEDIA GROUP, ROSE LINE PRODUCTIONS, SIEBTE BABELSBERG FILM, STUDIO BABELSBERG, X-FILME CREATIVE POOL
Distribuzione: SONY PICTURES RELEASING ITALIA (2009)
Data uscita: 2009-03-20
TRAILER
NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009).
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURA ANCHE JOHN WOO.
CRITICA
"L'ambizione del regista sarebbe quella di resuscitare la tradizione del thriller politico, come 'Perché un assassinio' di Pakula o 'Il maratoneta' di Schlesinger, ma il risultato è solo un catalogo di luoghi comuni, a cominciare dalla barba diligentissimamente incolta dell'agente Interpol Louis Salinger (un Clive Owen piuttosto monocorde) per continuare con le banche ormai, diventate il nemico pubblico numero uno dell'umanità. (...) Girato tra New York, Berlino, l'Italia e Istanbul, con una sparatoria ultrafracassona al Guggenheim (ricostruito per il bisogno in un ex fabbrica di locomotive), il film procede tra finti colpi di scena e un po' di tensione fino all'immancabile finale aperto. Prevedibile anche lui." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 6 febbraio 2009)
"Per non farci mancare proprio nulla, la sceneggiatura ci infila poi le Brigate Rosse, un killer della mafia e un ufficiale dei carabinieri corrotto. Attivissimo, questi ammazza uno dei cecchini, confonde le prove e fa rimpatriare d'autorità i nostri eroi. Peccato che Tykwer non gli abbia fatto indossate la feluca col pennacchio, come ai carabinieri di Pinocchio. Così, sarebbe stato perfetto." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 febbraio 2009)
"Come spesso succede ai thriller politici (Tykwer cita esempi illustri: 'Perché un assassinio' di Pakula, 'Il maratoneta' di Schlesinger), la trama di 'The International' è pura follia, e il miglior commento spetta all'ex agente della Stasi Armin Muller-Stahl, ora al soldo della banca, quando Owen gli chiede come si senta, lui ex comunista, a lavorare per il Capitale.(...) 'The International' non è un grande film: è un film divertente, girato magistralmente, che dice cose agghiaccianti. Al vostro posto, quando uscirà nei cinema, ci andremmo." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 6 febbraio 2009)
"Insomma, un gran guazzabuglio. Carabinieri corrotti, politici berlusconiani che alludono a complicate vicende finanziarie. Il tutto in mezzo a un intrigo internazionale che ha spazio anche per un'altra presenza italiana: quella del bel tenebroso Luca Calvani - è il suo nome vero, non è una allusione a Roberto Calvi, questa - ex vincitore dell'Isola dei famosi, e qui nelle vesti del figlio di Barbareschi. Luca Calvani sfoggia un inglese perfetto: prima di naufragare nell'Isola, ha passato molti anni negli Stati Uniti, facendo i lavori più umili, proprio come nelle migliori biografie degli artisti maledetti. E a voler essere ancora più precisi, c'è una terza presenza italiana: quando doveva strisciare sul tetto dell'hotel Gallia, di notte, Naomi Watts ha chiesto una controfigura. È italiana: si chiama Laura Fimognari, e ha un bellissimo volto luminoso." (Luca Vinci, 'Libero', 6 febbraio 2009)
"Opera dalla ritmica ossessiva e ripetitiva, dai semiesotici scenari, concentrata come fosse un documentario, ma non senza disperdersi, sui rapporti incestuosi tra mafia, potere politico, nuove Brigate Rosse, ex burocrati della Ddr, tirannelli africani, mercato delle armi e finanza internazionale, è stata scritta, non senza humour anti-terrorista, dall'inglese Eric Warren Singer. Ed è stata realizzata da un team creativo tutto tedesco e distribuita nel mondo dalla major Usa Sony- Columbia. Star Clive Owen, agente dell'Interpol, e Naomi Watts. Per noi il film ha anche la spassosa particolarità di sbarazzarsi quasi subito di Luca Barbareschi, nel ruolo di Umberto Calini, faccendiere mafioso e aspirante leader politico con il suo partito sciovinista 'Futuro Italiano', assassinato da un misterioso cecchino, e che è il riassunto piuttosto stravagante di Calvi, Agnelli, Berlusconi, 'Valzer con Bashir', Totò Riina e del suo personaggio di razzista, divorato dagli indios, in 'Cannibal Holocaust'. Il film, già uscito con successo in Gran Bretagna, patria del genere 007, nonostante tenga fuori dalla porta ogni pratica licenziosa e ogni teoria sovversiva, due o tre cose nuove sul genere thriller le fa vedere. Il regista è lo stesso di 'Lola corre' sa ben dividere i tempi del dialogo dal tempo dell'azione, l'effetto sorpresa e il pressing sullo spettatore. Certo non ha la fantasia destabilizzante di un Quaresma. Non a caso ha detto: 'il thriller è la Champions League della regia cinematografica', ma in finalissima non ci arriverà mai." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 6 febbraio 2009)
"Nel gioco sono coinvolti tutti americani e russi, cinesi europei, ebrei e musulmani. Pecunia non olet non è il motto ma la sostanza. Alla fine gli ideali non vincono ma si rendono qualche bella soddisfazione. Il film si chiama 'The International' lo ha diretto il tedesco Tom Tykwer ('Lola corre') o, piuttosto, le scene madri all'interno del Guggenheim di Manhattan o sui tetti di Istanbul, hanno diretto lui. Il modello alto del political-killer alla Pakula o alla Schlesinger resta però lontano." (Andrea Martini, 'Quotidiano Nazionale', 6 febbraio 2009)
"'The International' è un melange abbastanza riuscito di tensione e paranoia da film americano anni '70, con tanto di doppio sparo modello JFK , e di j'accuse contro l'intreccio globale tra capitale, armi e morte. «E' un film che racconta la cruda realtà», afferma il quarantaquattrenne regista tedesco, «certo non parlo di tutte le banche, ma molte sono proprio come le ho descritte in questo lavoro e comunque questa è la filosofia che governa oggi il mondo e su cui passa la nostra vita». Da tenere a mente una dinamica e adrenalinica sparatoria al museo Guggenheim di New York dal notevole impatto visivo: l'arte moderna distrutta in mille pezzi che qualche patriota e maligno giornalista italiano, per vendicarsi dei cattivi tedeschi, traslerà forzatamente come metafora degli effetti provocati dal film di Tykwer." (Davide Turrini, 'Liberazione', 6 febbraio 2009)