THE CELL - LA CELLULA

THE CELL

USA 2000
Grazie a una nuova scienza trascendentale, una psicologa, Catherine Deane, riesce a calarsi nell'inconscio di un'altra persona. Catherine ha già fatto questo viaggio senza precedenti nelle mente di un bambino in coma per riportarlo alla vita cosciente. Per questo l'agente speciale dell'FBI Peter Novak la chiama dopo che è caduto in coma Carl Stargher, un terribile serial killer che ha nascosto la sua ultima vittima in una cella piena di insidie. Catherine accetta di calarsi nella tortuosa mente del mostro, perchè scoprire dove egli ha nascosto la sua vittima è l'unico modo di salvarla. Ma il viaggio nella perversità di Stargher sarà per lei e per la sua mente molto pericoloso.

TRAMA LUNGA
La psicologa Catherine Deane riesce, grazie ad una nuova scienza trascendentale, a vivere le esperienze che avvengono nell'inconscio di un'altra persona, compresi i sogni e le riflessioni personali. Al momento sta sperimentando questa procedura su un bambino in coma, sperando di poterlo ricondurre alla vita. Quando il serial killer Carl a sua volta cade in coma, prima che gli inquirenti siano riusciti a capire dove si trova la cella che rinchiude la sua ultima vittima, l'agente FBI Peter Novak si rivolge a Catherine e la convince a utilizzare quella terapia per entrare nella zona di demenza di Carl e scoprire il nascondiglio. Catherine accetta di fare da cavia a questo esperimento mai tentato prima. Un solo viaggio non basta. Dopo il primo, in cui ha incontrato tutte le vittime precedenti, Catherine torna, parla con Carl che si rivede da piccolo quando il padre lo picchiava duramente per futili motivi. Quindi anche Novak decide di accompagnare la dottoressa in un terzo viaggio. Dopodiché Catherine rischia ancora, inverte il processo ed ora è il killer a entrare nella sua mente. Adesso si riesce a sapere dove si trova la ragazza. Novak corre verso un deposito, trova la cella, salva la prigioniera. Quando Catherine esce di nuovo, il killer perde conoscenza e muore. Novak e Catherine, entrambi scossi dall'esperienza, si salutano e si lasciano.
SCHEDA FILM

Regia: Tarsem Singh

Attori: Jennifer Lopez - Catharine Deane, Vince Vaughn - Peter Novak, Vincent D'Onofrio - Carl Stargher, Gerry Becker - Dr. Cooperman, Patrick Bauchau - Lucien Baines, Pruitt Taylor Vince - Dr. Reid, Marianne Jean-Baptiste - Dr. Miriam Kent, James Gammon - Teddy Lee, Jake Weber - Gordon Ramsey, Dylan Baker - Henry West

Soggetto: Mark Protosevich

Sceneggiatura: Mark Protosevich

Fotografia: Paul Laufer

Musiche: Howard Shore

Montaggio: Robert Duffy, Paul Rubell

Scenografia: Tom Foden

Costumi: April Napier

Effetti: John S. Baker

Durata: 108

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: 35 MM (1:2,40)

Produzione: MARK GORDON, GARY LEVINSHON E DAVID LADD PER NEW LINE CINEMA, AVERY PIX, RADICAL MEDIA

Distribuzione: NEXO (2000)

NOTE
CANDIDATO AGLI OSCAR 2001 PER IL MIGLIOR TRUCCO (MICHELLE BURKE E EDOUARD HENRIQUES).
CRITICA
"(...) La tensione del film scaturisce piuttosto dalla fantasia visionaria con la quale sono ricostruiti gli spazi dell'inconscio. Con suggestioni kitsch e soggettive che svariano da sconfinati deserti alla Dalì a interni degni di Ensor, da fioriti giardini orientali a templi riecheggianti l'India, patria d'origine dell'esordiente Tarsem, già regista di apprezzati spot e video musicali. Insomma, fra tanti prodotti hollywoodiani ripetitivi e sbiaditi, 'The Cell' prova almeno ad avventurarsi su una strada un po' diversa giovandosi della trasfusione di una antica cultura". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 8 settembre 2000)

" The Cell' è stato definito 'una sbornia', 'un acido', 'un incubo'. E' film visionario , pieno di simboli, con dei colori che fanno sembrare sbiadite perfino le foto pop del celebre fotografo David La Chapelle". (Rov Erstar, 'Ciak', settembre 2000)

"C'è nel film una svendita anche grezza di materiale dell'inconscio, ma la verità è che la storia ti acchiappa e non ti molla. Non per i fatti assai schematici e ovvii ma per l'esuberante, patologica, barocca cornice scenografica e la corruzione visiva in cui l'ha situato, con uno stile liberty floreal crudele, con citazioni ottime e abbondanti di tutto il materiale pop dell'arte contemporanea. Tra incubi desertici alla Lawrence d'Arabia e cavalli sezionati in bistecche, tra estrazioni a mano di viscere appese e un uso abnorme della candeggina (...) l'avvertimento è che bisogna stare attenti a non confondere il reale con il fantastico". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 settembre 2000)