Quando tre compagni di college si imbattono nelle orribili origini di The Bye Bye Man, scoprono che c'è un solo modo per evitare la sua maledizione: non dirlo, non pensarlo. Ma una volta che The Bye Bye Man entra nella tua testa, ne prende immediatamente il controllo. C'è un modo per sopravvivere alla sua possessione?
SCHEDA FILM
Regia: Stacy Title
Attori: Douglas Smith - Elliot, Lucien Laviscount - John, Cressida Bonas - Sasha, Michael Trucco - Virgil, Doug Jones - Bye Bye Man, Carrie-Anne Moss - Detective Shaw, Faye Dunaway - Vedova Redmon, Jenna Kanell - Kim, Erica Tremblay - Alice, Cleo King - Sig.ra Watkins, Marisa Echeverria - Trina, Martha Hackett - Gisele, Laura Knox - Jane, Ava Penner - Anna, Jonathan Penner - Sig. Daizy, Nicholas Sadler - Professor Cooper, Keelin Woodell - Phyliss Redmon giovane, Leigh Whannell - Larry, Andrew Gorell - Rick
Soggetto: Robert Damon Schneck - racconto
Sceneggiatura: Jonathan Penner
Fotografia: James Kniest
Musiche: The Newton Brothers
Montaggio: Ken Blackwell
Scenografia: Jennifer Spence
Arredamento: Jim Warren
Costumi: Leah Butler
Effetti: Jon Campfens, Bret Culp, Switch VFX, Rocket Science VFX, Cause+FX Visual Effects
Durata: 96
Colore: C
Genere: HORROR
Tratto da: racconto di Robert Damon Schneck
Produzione: INTREPID PICTURES, LOS ANGELES MEDIA FUND (LAMF)
Distribuzione: MIDNIGHT FACTORY (2017)
Data uscita: 2017-04-19
TRAILER
CRITICA
"Esistono film come 'II diritto di contare' e 'Loving' che raccontano di individui che hanno preso coscienza di una realtà, al punto da volerla modificare per se stessi e per gli altri. Ci sono horror come 'The Bye Bye Man' che, al contrario, alludono a una realtà che deve rimanere immutabile, pena la diffusione di una lunga e interminabile scia di sangue. (...) Un inno al silenzio e all'assenza di pensiero." (Mazzino Montinari, 'Il Manifesto', 20 aprile 2017)
"L'horror firmato Stacy Title (di lei ricordiamo il cattivello gioco al massacro 'Una cena quasi perfetta') è discontinuo e contraddittorio. Non è male la mitologia legata al mostro (ispirato al racconto di Robert Damon Schneck 'The Bridge to Body Island') mentre lascia assai a desiderare l'esecuzione grazie a pessimi effetti al computer (il cane è in cgi) e due o tre scene che sfidano il ridicolo involontario." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 20 aprile 2017)