Imbattibile nel suo lavoro, un campione di motociclismo nella sua vita privata è, in realtà, un'anima tormentata che giorno dopo giorno passa da una donna all'altra per tentare di far sbiadire il ricordo dell'unico vero amore della sua vita, che nonostante tutto ancora lo ossessiona.
SCHEDA FILM
Regia: Vincent Gallo
Attori: Chloë Sevigny - Daisy, Vincent Gallo - Bud Clay
Sceneggiatura: Vincent Gallo
Fotografia: Vincent Gallo, Toshiaki Ozawa
Musiche: John Frusciante
Montaggio: Vincent Gallo
Scenografia: Vincent Gallo
Durata: 100
Colore: C
Genere: SENTIMENTALE DRAMMATICO
Produzione: VINCENT GALLO PRODUCTIONS
NOTE
PRESENTATO IN CONCORSO AL 56MO FESTIVAL DI CANNES (2003).
CRITICA
"Si ha un bel dire che nel suo secondo film da regista (e, campanello d'allarme: sceneggiatore, produttore, montatore, operatore, scenografo, interprete principale, anzi unico), 'The Brown Bunny', Vincent Gallo ha raccontato una storia intensa e commovente. (...) Sarà anche una bella storia ma solo se uno la sa raccontare e se la sua unica preoccupazione non è quella di far cadere su di sé il suggestivo raggio di sole del deserto. Viene tra l'altro il sospetto, giacché il personaggio parte dal New Hampshire per arrivare in California e da est a ovest non ci risparmia un solo cartello stradale di benvenuto, che se qualcuno non gli avesse tolto il film dalle mani gli stati dell'Unione ce li avrebbe fatti attraversare tutti e cinquanta. Un festival così importante non dovrebbe essere complice di chi il cinema lo vuole morto". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 22 maggio 2003)
"Un'ora e mezzo di piste deserte e soggettive dal parabrezza stenderebbero un toro, ma è solo il prologo. L'epilogo chiarirà tutto con un dolente incontro ravvicinato fra Gallo e Chloe Sevigny, suo grande amore. La quale non è affatto tornata a trovarlo, perché è già morta e la loro scena d'amore e disperazione, molto bella e molto hard , è solo il delirio di un folle. Che anziché in concorso avrebbe dovuto sforbiciare tre quarti di film e iscriversi tra i corti". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 22 maggio 2003)