La vita di Norma e Arthur Lewis viene completamente sconvolta quando ricevono una misteriosa scatola di legno che, nel giro di 24 ore, potrebbe farli diventare molto ricchi anche se a discapito della morte di un'altra persona, a loro sconosciuta e che potrebbe vivere in qualsiasi parte del mondo. Norma e Arthur, assaliti da dubbi, dovranno decidere se agire senza scrupoli morali o secondo coscienza...
SCHEDA FILM
Regia: Richard Kelly
Attori: Cameron Diaz - Norma Lewis, James Marsden - Arthur Lewis, Frank Langella - Arlington Steward, James Rebhorn - Norm Cahill, Holmes Osborne - Dick Burns, Sam Oz Stone - Walter Lewis, Gillian Jacobs - Dana Steward, Celia Weston - Lana Burns, Deborah Rush - Clymene Steward, Lisa K. Wyatt - Rhonda Martin, Mark Cartier - Martin Teague, Kevin Robertson - Wendel Matheson, Michele Durrett - Rebecca Matheson, Ian Kahn - Vick Brenner, John Magaro - Charles, Sam Blumenfeld - Timothy, Ryan Woodle - Jeffrey Carnes, Frank Ridley - Detective Starrs, Michael Zegen - Garcin, Kevin DeCoste - Malcolm, Basil Hoffman - Don Poates
Soggetto: Richard Matheson - racconto
Sceneggiatura: Richard Kelly
Fotografia: Steven B. Poster
Musiche: Win Butler, Régine Chassagne, Owen Pallett
Montaggio: Sam Bauer
Scenografia: Alec Hammond
Arredamento: Tracey A. Doyle
Costumi: April Ferry
Effetti: Gradient Effects
Durata: 115
Colore: C
Genere: HORROR FANTASCIENZA
Specifiche tecniche: PANAVISION (1:2.35)
Tratto da: racconto "Button, Button" di Richard Matheson
Produzione: RICHARD KELLY, DAN LIN, KELLY MCKITTRICK, SEAN MCKITTRICK PER DARKO ENTERTAINMENT, LIN PICTURES, RADAR PICTURES
Distribuzione: KEY FILM (2010)
Data uscita: 2010-07-21
TRAILER
CRITICA
"'The Box', favola ultradark inclassificabile, dunque di qualche fascino, ma assai sbilenca. Siamo nel 1976, in pieno progetto Viking (la sonda spedita su Marte). Le case hanno tappezzerie psichedeliche, in tv appaiono le Torri Gemelle, il mondo insomma non ha ancora perso la speranza. Ma zigzagando fra 'Shining', 'Ai confini della realtà' e una versione seriosa di 'Men in Black', Richard Kelly brucia presto le idee migliori (la faccia mangiata dal fulmine, il piede mutilato di Cameron Diaz, il susseguirsi di segnali inquietanti) per disperdersi in una specie di complotto cosmico, ovvio quanto macchinoso. L'uomo è predisposto al bene o al male? Che prezzo paghiamo se premiamo il pulsante? Altro che test interplanetari: oggi ne farebbero un reality." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 23 luglio 2010)
"Richard Kelly è un grande bluff. Sarà una premessa un po' violenta, ma è il modo migliore per introdurre il suo cinema e il suo ultimo lavoro, 'The Box'. Richard Kelly è l'uomo divenuto un profeta dopo il flop in sala di Donnie Darko, divenuto poi un culto in dvd. Il suo bianconiglio alberga ancora il nostro immaginario posticcio e post-moderno - anche con qualche sorriso, prima che diventasse un 'intoccabile' per il successo ritardato - e molti gli hanno già perdonato il pur atroce 'Southland Tales'. E' un bluff, questo cineasta, perchè non è bravo come molti sostennero dopo l'opera che lanciò Jake Gyllenhall e non è scarso come sembra dal film seguente. E' un affascinante, ma neanche troppo, imbonitore di visioni a buon mercato, che sa con furbizia e una certa abilità parlare al (e del) lato più surreale, paranoico e irrazionale dei suoi spettatori. Senza mai andare troppo a fondo, una sorta di Bignami di David Lynch con estetica pop. (...) Misoginia a parte, comunque, equamente divisa tra regista e scrittore, il film potrebbe anche essere credibile, gradevole e con qualche lampo di bel cinema nella prima ora. La struttura e l'estetica è quella di un film anni 70, di quelli che mettevano Redford o chi per lui al centro di complotti di potere, tra Cia, paranoie popolari e istituzioni deviate. Il problema è che Kelly, da 'Donnie Darko' in poi, è convinto di poter affrontare temi assoluti con le sue visioni poco originali. Così le tre cabine dell'aldilà, lo tsunami sul talamo coniugale, il finale che sa essere verboso e macchinoso come pochi, demoliscono quel poco che Kelly ci aveva offerto in 'The Box'. Che è un onesto e non del tutto riuscito B-movie di un regista che ancora non si è capacitato del fatto di essere solo un allievo distratto e discontinuo di Kubrick e Lynch" (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 23 luglio 2010)
'Piacerà agli ammiratori di Richard Matheson, uno dei più grandi scrittori di fanta-horror dell'ultimo mezzo secolo (suoi sono 'Io sono leggenda' e 'Gli invasati'). 'The box' è tratto dal racconto 'Button, button' (bottone, bottone), scritto da Richard per un episodio della pregiata serie tv 'Ai confini della realtà'. Dell'originale il film di Richard Kelly conserva il clima d'incubo (la musica bombardante come nei classici di Hitchcock), la tensione (vietato alzarsi prima del centocinquantesimo minuto), il rifiuto dall'happy end. Il vecchio telefllm funzionava al massimo però perché, confinato nelle strettoie della mezz'ora di proiezione, poteva anche fare a meno di diffondersi in eccessive spiegazioni (chi c'è al vertice dalla cospirazione? Chi dà gli ordini al distinto? E' un complotto tipo Cia oppure una macchinazione venuta da mondi paralleli?). Portato in cinema, il 'Button' forse non ha trovato il regista giusto. Richard Kelly è quello di 'Donnie Darko'. Definito genio sei o sette anni fa per via di Darko, più recentemente scaduto a livello di peracottaro dopo il flop di 'Southlands'. Questo per dirvi che Richard ha molte pretese. Nelle poche pagine di Matheson ha inserito un'ipotesi marziana come quella di 'Ultimatum alla terra'. (...) La domanda è: funziona 'The box' come parabola biblica? Sì e no. Diciamo che può intrigare parecchio. Pensate al personaggio di Cameron Diaz. Che come novella Eva mangia la mela (cioè schiaccia il pulsante) e proietta il suo uomo nel peccato. Ma come novello Gesù lo salva, lo resuscita (quando è già Morto) stringendo la mano al Mieli." (Giorgio Carborne, 'Libero', 23 luglio 2010)
"Nell'orbita sparata ai cinema estivi da Key Films, per un assurdo convivono un filosofo, un suonatore di banjo e un Jazzista Di Tolstoj, il gradito 'The Box' conserva lo scontro liberali e conservatori, esprimendo, molti sentimenti, molli stati d'animo. Di William Russell, il racconto di Richard Matheson 'Button, Button', da cui è tratto il film, mantiene l'improvvisazione, che rende fluida e scorrevole un'opera altrimenti appesantita da troppe memorie. Lo spunto iniziale è la morte. La morte diviene poi inconsistente, come la persona che muore e tramanda la morte nell'incipit. Inconsistente come i granelli di polvere coniugale, alias Norma e Arthur Lewis (Cameron Diaz; James Marsden) ereditieri funebri, in cui poco a poco si appalesa il conto alla rovescia." (Filippo Brunamonti, 'Il Manifesto', 21 luglio 2010)