Cina, IX secolo, durante il periodo della dinastia Tang. Nie Yinniang è la figlia di un generale, cresciuta da una suora che le ha insegnato le arti marziali e che l'ha trasforma in una assassina seriale e spietata. Nie ha un compito ben preciso: eliminare i governatori crudeli. Un giorno, però, fallisce un colpo e viene rimandata nella terra natia. Ha l'ordine di uccidere Tian Ji'an, l'uomo a cui era stata promessa in sposa. Si tratta di un cugino, ormai adulto, che è alla guida della più grande regione militare del nord del Paese. Sono passati tredici anni da quando Nie è stata portata via da casa e ora deve confrontarsi con il proprio passato, con i genitori e con i ricordi felici. Di fronte a lei una scelta: sacrificare l'uomo del quale è innamorata o infrangereo il patto con "l'Ordine degli Assassini".
SCHEDA FILM
Regia: Hou Hsiao-Hsien
Attori: Shu Qi - Nie Yinniang, Chang Chen - Tian Ji'an, il Governatore di Weibo, Zhou Yun - Signora Tian, Satoshi Tsumabuki - Lucidatore degli specchi, Ethan Juan - Xia Jing, Nikki Hsin-Ying Hsieh - Huji, Sheu Fang-Yi - Principessa Jia Cheng/Principessa suora Jia Xin, Ni Da-Hong, Shi Jun, Jiang Wen, Tetsuya Komuro, Zuo Xiao-Qing, Ethan Juan, Tadanobu Asano, Michael Chang, Xu Fan
Sceneggiatura: Hou Hsiao-Hsien, Chu T'ien-wen, Hsieh Hai-meng, Ah Cheng
Fotografia: Mark Lee Ping-Bin
Musiche: Lim Giong
Montaggio: Liao Ching-song, Pauline Huang Chih-Chia
Scenografia: Hwarng Wern-Ying
Costumi: Hwarng Wern-Ying
Effetti: Ardi Lee
Altri titoli:
Nie Yin Niang
The Hidden Heroine
Durata: 105
Colore: C
Genere: DRAMMATICO AZIONE
Specifiche tecniche: (1:1.85)
Produzione: HOU HSIAO-HSIEN PER SPOT FILMS, CHEN YIQI PER SIL-METROPOLE, LAM PETER PER MEDIA ASIA, LIN KUFN, GOU TAI-CHIANG PER CMPC, TUNG TZU-HSIEN
Distribuzione: MOVIES INSPIRED (2016)
Data uscita: 2016-09-29
TRAILER
NOTE
- CONSULENTE ARTI MARZIALI: STEPHEN TUNG WAI.
- PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA AL 68. FESTIVAL DI CANNES (2015).
- PRESENTATO AL 33. TORINO FILM FESTIVAL (2015) NELLA SEZIONE 'FESTA MOBILE'.
CRITICA
"(...) perfetto e marziale melò organizzato dal rinomato taiwanese da festival Hou Hsiao-hsien, di una bellezza formale così assoluta da diventare sostanziale negli occhi tristi di Shu Qi. Una escalation seducente e geometrica anche negli affetti, di amore e guerra coi classici dell'acrobatico e ipnotico genere asiatico, con la clausola che magari tutti questi salti in alto e nel vuoto siano metafora di altri dissidi in cui non ci addentriamo senza chiavi di ingresso." (Maurizio Porro, 'Corriere della sera', 29 settembre 2016)
"(...) uno dei 'wuxiapian' più ambiziosi di sempre (...). Aspettarsi da Hou Hsiao-hsien un film-di-spada come gli altri sarebbe un errore. Questa è l'opera di un esteta, austera e distanziata però traversata da un'emotività di tipo inedito. Che emana da inquadrature una più stupefacente dell'altra, nella pittorica fotografia di Mark Lee Ping-Bin. Peccato che il regista, tutto concentrato su queste, perda a volte il filo narrativo mancando di misura il capolavoro." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 29 settembre 2016)
"'The Assassin' (...) è (...) una versione personalissima del tradizionale cappa e spada cinese, con cui si sono misurati anche registi contemporanei non «di genere», come Ang Lee ('Crouching Tiger, Hidden Dragon') e Wong Kar-Wai ('The Grandmaster'). Intanto il formato -- non l'anamorfico abitualmente usato per dare più spazio ai combattimenti, ma un'aspect ratio molto più stretta, quasi quadrata, che privilegia le linee verticali. Assenti in questo film magnifico (anche quando è indecifrabile) sono i classici guerrieri volanti e il montaggio usato per dilatare l'azione. Con 'The Assassin', Hou Hsiao Hsien ha infatti addomesticato il wuxia alla sua cifra stilistica, fatta di lunghe inquadrature ininterrotte, di ellissi narrative, parca nei primi piani a cui preferisce l'osservazione a distanza. Più vicino ai dilemmi filosofici dei samurai di Akira Kurosawa, che ai monaci aerodinamici di King Hu, 'The Assassin' è un film di bellezza visiva straordinaria (la fotografia è del suo abituale collaboratore, Mark Lee Ping Bing), che obbliga lo spettatore a resettare le sue aspettative, non solo rispetto al movimento interno del film ma anche, e soprattutto, ai suoi accenti." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 29 settembre 2016)
"(...) Shu Qi, incanto senza fine (...) 'The Assassin' del maestro sino-taiwanese Hou Hsiao-hsien, che baratta l'azione e gli effetti speciali endemici al genere cappa e spada (wuxia pian) con una poetica estetica ed estatica, in cui la bellezza regna sovrana. Dai paesaggi mozzafiato della Mongolia ai serici costumi di Nie, dalla mirabile fotografia di Mark Lee Ping-Bin alla straniante colonna sonora (...) di Lim Giong, la prova cinematografica si traduce in esperienza erotica, le arti marziali in elegia esistenziale. Esci dal cinema e ti senti più bello, letalmente bello: non perdetelo (...)." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 29 settembre 2016)
"Piacerà a chi forse non ha mai sentito parlare del regista Hou Hsiao-hsien, ma dopo 'The Assassin' si segnerà di sicuro il nome. Qui siamo davanti a un film- spada di gran livello, con trascinanti battaglie e splendida impaginazione (portentoso e creativo l'uso del colore) ." (Giorgio Carbone, 'Libero', 29 settembre 2016)
"Dimenticatevi il classico wuxia, cappa e spada. Qui, prevalgono le pretese intellettuali, i lunghi silenzi delle scene quotidiane, incomprensibili sviluppi di trama. Insomma, una noia, ma d'autore." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 29 settembre 2016)