A Mosca, Liocha, sassofonista ebreo alcolizzato, dopo aver utilizzato a lungo di notte un taxi e bevuto la vodka procuratagli dal conducente Schiikov, scompare senza pagare il conto. Per avere i soldi, che gli spettano, il tassista riesce a ritrovarlo, quando questi è completamente privo di denaro, e finisce col portarlo a vivere nella propria casa, che il sassofonista ubriaco gli allaga, causandogli un grosso danno economico. Perciò, toltigli i documenti, Schiikov lo riduce suo schiavo, facendogli fare i più umili servizi, in cambio di un letto, del cibo e di un pò d'alcool. Ma Liocha è contento, perchè può suonare il suo sassofono e bere. Nasce così fra i due uomini, tanto diversi, un rapporto di amicizia-odio: ormai il rozzo Schiikov non pensa più ai soldi, ma vuole trasformare il musicista in un "onesto lavoratore" e, poichè non comprende la sua arte, considera i suoi stati d'animo come una malattia, che egli cerca di curare, magari picchiandolo e insultandolo. Liocha suona sempre il sassofono in casa, e, se il tassista disprezza quella musica, alla quale contrappone un inno patriottico, la sua amante, Christina, invece, ne è tanto turbata una sera da farlo adirare cosicchè, più tardi, Schiikov la possiede brutalmente. Intanto giunge a Mosca un impresario americano, col celebre sassofonista negro Hal Singer, e, scoperto il talento del russo, lo scrittura, portandolo con sè negli Stati Uniti dove ottiene un grande successo, tanto da apparire in una trasmissione televisiva da New York. Quando torna a Mosca per un concerto, ormai Liocha è una celebrità, e anche Schiikov va ad ascoltarlo, commosso, ma è deluso perchè l'amico, tutto preso dagli ammiratori, non si presenta alla cena, che egli aveva preparato in suo onore. Finalmente, nella notte, Liocha fa una breve apparizione in casa del tassista, portandogli in dono dei vestiti e una grande bambola gonfiabile; poi se ne va, con un gruppo di maschere. Allora Schiikov, furibondo anche per quel successo, che ritiene immeritato, rubato un taxi, insegue un'auto, che crede quella di Liocha, e la investe volontariamente, disposto anche ad uccidere l'amico. Ma, subito pentito, cerca di salvarlo dalla imminente esplosione, ed estrae dalla vettura un corpo, che però è quello di un giapponese, ormai morto.
SCHEDA FILM
Regia: Pavel Lounguine
Attori: Vladimir Kachpour, Piotr Mamonov - Liocha, Hal Singer, Elena Sofonova, Natalia Koliakanova - Christina, Pyotr Zajchenko - Schcikov
Soggetto: Pavel Lounguine
Sceneggiatura: Pavel Lounguine
Fotografia: Denis Evstigneev
Musiche: Vladimir Chekassine
Montaggio: Elisabeth Guido
Durata: 110
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Produzione: FRANCO SOVIETICA LENFILM, ASK EUROFILM, MKE PRODUC. SA - LA SEPT
Distribuzione: ACADEMY PICTURES - PANARECORD
NOTE
CRITICA
"Taxi blues", con quel titolo americaneggiante quasi inneggiante alla "perestroika", conferma quanto forte sia ormai il vento dell'occidente in Russia, e come possa trasformarsi in tempesta se alla libertà non corrisponderà il rispetto reciproco tra le varie mentalità culturali russe. (Alfio Cantelli, Il Giornale) Lounguine si rivela cineasta già maturo amico del vero per quanto esso sia crudo e feroce. E i suoi attori sembrano presi pari pari dalla più scettica, aspra realtà. (Giovanni Grazzini, Il Messaggero) Nonostante qualche lungaggine e un'eccessiva precipitazione nel finale "Taxi blues" è davvero una riuscita magari una rivelazione. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)