Marta, una donna di mezza età sposata con un medico di provincia, ha una relazione con il giovane Boguś. Il loro amore è fresco come il profumo giunchi che crescono nella riva del fiume dove si incontrarono la prima volta. Ma proprio quando sembra che tutto proceda per il meglio, una tragedia inaspettata spezzerà il sogno d'amore di Marta.
SCHEDA FILM
Regia: Andrzej Wajda
Attori: Krystyna Janda - Marta/attrice, Pawel Szajda - Bogus, Jan Englert - Marito si Marta, Jadwiga Jankowska-Cieslak - Amica, Julia Pietrucha - Halkinka
Soggetto: Jaroslaw Iwaszkiewicz - racconto, Sandor Marai
Sceneggiatura: Andrzej Wajda, Olga Tokarczuk
Fotografia: Pawel Edelman
Musiche: Pawel Mykietyn
Montaggio: Milenia Fiedler
Scenografia: Magdalena Dipont
Costumi: Magdalena Biedrzycka
Altri titoli:
Der Kalmus
Sweet Rush
Durata: 85
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, CINEMASCOPE
Tratto da: racconto di Jaroslaw Iwaszkiewicz
Produzione: AKSON STUDIO, TELEVIZJA POLSKA S.A., AGENCJA FILMOVJA, AGENCJA MEDIA PLUS
NOTE
- AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009) GRAN PREMIO GIURIA 'ALFRED BAUER', EX AEQUO CON 'IL GIGANTE ' DI ADRIAN BINIEZ.
WAJDA SCEGLIE DI ANDARE OLTRE IL FINALE DEL LIBRO E DI CONFRONTARE REALTÀ E FINZIONE: KRYSTYNA JANDA, L'ATTRICE PROTAGONISTA, HA INFATTI PERSO IL MARITO, IL REGISTA EDWARD KŁOSIŃSKI CUI IL FILM È DEDICATO. IL FILM SEGUE QUINDI UNA DOPPIA LINEA: QUELLA DELL'ATTRICE CHE DURANTE UN MONOLOGO RICORDA GLI ULTIMI MOMENTI TRASCORSI CON IL MARITO, E QUELLA DEL PERSONAGGIO CHE MEDITA SUI TRAGICI ACCADIMENTI DELLA SUA VITA.
CRITICA
"Il film che intreccia queste due linee di racconto con grazia chopiniana e crudezza bergmaniana si intitola Tatarak (in concorso) e lo ha diretto proprio Andrzej Wajda, il regista dell'Uomo di marmo e di tanti altri capolavori, che a 82 anni gioca con i due piani eternamente in conflitto nel cinema, la finzione e la verità, l'invenzione e la testimonianza, con la libertà di un esordiente e il rigore del maestro. Sorretto da un'attrice che si butta senza rete e che in questo gioco di specchi, crudele e insieme necessario (anche il personaggio del film-nel-film vive il lutto per la perdita di due figli amatissimi, morti in guerra), dà un saggio straordinario di recitazione e di quello che a volte è il suo prezzo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 febbraio 2009)