In una villa immersa nei colori autunnali di un parco alla periferia di Stoccolma, la quarantenne Agnes sta morendo di cancro. Al suo capezzale sono accorse le sorelle, Karin e Maria, da tempo lontane. Sposata con un uomo più anziano di lei, Karin è una donna impietosa, che odia il prossimo e ha un forte disgusto per ogni contatto fisico. Maria, più giovane, è una donna estroversa preoccupata solo di sé e della sua bellezza. Nell'ombra, silenziosa e trepida, si muove Anna, la governante, che, poiché ha perduto una figlia è la più vicina alla sofferenza della sua padrona. Agnes muore, ma durante la veglia funebre le sorelle odono levarsi dal suo cadavere grida disperate di invocazione. Sia Karin, però, chiusa nel suo egoismo, sia Maria, che fugge terrorizzata, non hanno più nulla da dare ad Agnes, ed è ancora Anna a prendere tra le sue braccia quel povero corpo e a consegnarlo placato al riposo eterno. Dopo un tentativo di comunicare fra loro, nel quale sono state per un attimo vicine, Karin e Maria si dividono per sempre. Nella casa vuota, e che dovrà abbandonare, Anna sfoglia il diario di Agnes, ritrovandovi le immagini di un passato in cui le tre sorelle, ancora unite, godevano della loro fragile felicità .
SCHEDA FILM
Regia: Ingmar Bergman
Attori: Harriet Andersson - Agnes, Ingrid Thulin - Karin, Liv Ullmann - Maria/La madre di Maria, Kari Sylwan - Anna, Georg Årlin - Frederik, marito di Karin, Erland Josephson - David, il dottore, Henning Moritzen - Joakin, marito di Maria, Anders Ek - Isak, il pastore, Inga Gill - La narratrice di fiabe, Linn Ullmann - La figlia di Maria, Rosanna Mariano - Agnes da bambina, Lena Bergman - Maria da bambina, Greta Johansson - Donna che veste i morti, Monika Priede - Karin da bambina, Börje Lundh - Spettatore alla proiezione di immagini, Ingrid von Rosen - Spettatrice alla proiezione di immagini, Karin Johansson - Donna che veste i morti, Lars-Owe Carlberg - Spettatore alla proiezione di immagini, Ann-Christin Lobråten - Spettatrice alla proiezione di immagini
Soggetto: Ingmar Bergman
Sceneggiatura: Ingmar Bergman
Fotografia: Sven Nykvist
Montaggio: Siv Lundgren
Scenografia: Marik Vos-Lundh
Costumi: Marik Vos-Lundh
Altri titoli:
Cries and Whispers
Cries & Whispers
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, PANORAMICA, EASTMANCOLOR
Produzione: CINEMATOGRAH AB, SVENSKA FILMINSTITUTET
Distribuzione: MEDUSA - SAN PAOLO AUDIOVISIVI, DVD: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO
NOTE
- PRIMA PROIEZIONE 5-3-1973.
- OSCAR 1973 PER LA MIGLIOR FOTOGRAFIA.
- DAVID 1974 PER MIGLIORE REGISTA STRANIERO (INGMAR BERGMAN) E DAVID SPECIALE A HARRIET ANDERSSON, INGRID THULIN, LIV ULLMANN E KARI SYLWAN.
- GRAN PREMIO DELLA COMMISSIONE SUPERIORE TECNICA AL FESTIVAL DI CANNES 1973.
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 6 MARZO 2014 HA ELIMINATO IL DIVIETO DI VISIONE AI MINORI DI 14 ANNI.
CRITICA
"Con questo film Bergman torna a quei temi che improntano di sé tanta parte della sua opera: il significato della morte e della vita. Il silenzio di Dio, la comunicazione tra gli uomini. Quattro donne si ritrovano a confrontarsi con la morte. E', per ciascuna, il momento della verità. E' dal significato che hanno dato alla vita che dipende la loro risposta alla morte. Agnes, la morente, ha creduto che la vita fosse felicità di stare insieme, di godere delle stagioni e dei loro colori, di toccarsi, di comunicarsi il calore dei corpi. Ha paura del gelo della morte, della solitudine della carne, della corruzione cui questa è destinata. Composta sul letto funebre, torna a invocare le sorelle, quasi volesse portarle con sé. Si placa solo tra le calde accoglienti braccia di Anna. Karin odia la morte perché odia la vita ('un tessuto di menzogne'): con un coccio di bicchiere si lacera il grembo, simbolo appunto della vita. Non dà, né vuole ricevere. Vorrebbe non esistere. Maria ha un'altra specie di aridità: vive della propria immagine, riflessa da uno specchio o da occhi maschili. Nel suo egoismo infantile, dà solo il suo corpo, per averne piacere (talvolta, è anche capace di aprirsi al prossimo, ma per poco). Odia la morte, come odierebbe uno specchio mostruoso, che le rinviasse deformati e corrotti i suoi bei lineamenti. Anna, l'umile, silenziosa, ubbidiente cameriera di Agnes, è la sola ad accettare la morte, poiché ha accettato la vita, di cui possiede il segreto che la rende sopportabile: viverla donandosi, amando, avendo pietà, mentre per chi si rinchiude nella gabbia dell'egoismo e dell'indifferenza, il silenzio di Dio è riempito soltanto dagli urli agghiaccianti della morte. Tra i più alti di Bergman e del cinema in genere, questo film è di una eccezionale sapienza stilistica. Tutti i suoi elementi - dalle immagini di estrema bellezza, alla perfetta scansione dei 'tempi' e alla impeccabile fusione tra realtà e brani onirici - concorrono a farne un'opera di vera e propria poesia. Assecondato perfettamente da grandi interpreti, Bergman raggiunge risultati straordinari soprattutto nel ritratto delle quattro donne, frugate in ogni risvolto psicologico." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 75, 1973)