SULLE TRACCE DEL TESTIMONE

ROAD ENDS

USA 1997
La corte di appello federale decide di riaprire il processo contro il trafficante Tommy Orozco, facendo affidamento sulla testimonianza decisiva di Esteban Maceda, un cubano che in California era in affari con Tommy. Maceda però non si presenta, fugge in macchina e arriva nel piccolissimo centro di Dies Irae. Qui prende alloggio nell'unica locanda del paese, gestita dalla giovane Kat. Ma il nuovo arrivato non convince molto lo sceriffo Gilchrist, che prende informazioni su di lui. Una sera un killer, inviato da Orozco, arriva alla locanda per uccidere Maceda, che però si difende, uccide il killer ma alla fine lo sceriffo lo arresta e lo chiude in prigione. A questo punto Maceda rivela tutto di sè, poi riesce ad uscire, chiudendo a sua volta in prigione lo sceriffo. In paese quindi convergono sia Orozco con i suoi uomini sia Gere, il poliziotto federale incaricato delle indagini. In una serie di scontri a fuoco, Orozco uccide Gere, Gilcrist elimina Orozco e invita Maceda a ripartire subito in macchina. Gilcrist e Kat tornano insieme a casa.
SCHEDA FILM

Regia: Rick King

Attori: Peter Coyote - Poliziotto Gere, Chris Sarandon - Maceda, Mariel Hemingway - Kat, Dennis Hopper - Sceriffo Gilcrist

Soggetto: Bill Mesce Jr.

Sceneggiatura: Bill Mesce Jr.

Fotografia: Bruce Douglas Johnson

Musiche: David Mansfield

Montaggio: Daniel Loewenthal

Durata: 90

Colore: C

Genere: POLIZIESCO

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: ANTHONY ESPOSITO, RICK KING

Distribuzione: EAGLE PICTURES - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

NOTE
REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1997
CRITICA
"Dennis Hopper, complice un certo Rick King che gira con una sola cinepresa e comunque non si accorge degli errori di raccordo della segretaria di edizione, compare sugli schermi del solleone come sceriffo di una minuscola cittadella dove si è rifugiato il testimone di un processo a un boss della droga, che lo insegue per farlo fuori. (...) Hopper è all'altezza della fama con quell'aria da provincialotto affannato e angosciato (sarebbe un perfetto Woyzeek americano). Ma, piuttosto che sulle tracce del testimone, vien voglia di mettersi sulle tracce del regista: come dicono a Roma, per menaje." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 8 agosto 1997)