Estonia. Nel desolato quartiere di Lasnamäe i destini di sei persone solitarie si intrecciano sullo sfondo dei grigi palazzi costruiti durante il regime sovietico. Mati, un giovane scrittore vive solo da quando sua moglie lo ha lasciato per andarsene con il suo migliore amico. August è un anziano barbiere dalla vita monotona che si è affezionato ad una bambina ma che per questo suo sentimento viene accusato di pedofilia. Laura, la mamma della bambina, cerca di ignorare gli uomini che la corteggiano, ma soprattutto le telefonate moleste e gli appostamenti che le fa il padre di sua figlia, un implacabile ubriacone. L'architetto Maurer è sostanzialmente contento della sua vita a Lasnamäe, ma deve fare i conti con sua moglie che invece ne è scontenta e trova conforto solo nella relazione clandestina con Theo, un portiere dalla intensa vita sessuale.
SCHEDA FILM
Regia: Veiko Õunpuu
Attori: Rain Tolk - Mati, Taavi Eelmaa - Theo, Juhan Ulfsak - Architetto Maurer, Tiina Tauraite - Moglie di Maurer, Maarja Jakobson - Laura, Sulevi Peltola - Barber August Kask, Mirtel Pohla - Jaana, moglie di Mati, Ivo Uukkivi, Laine Mägi
Soggetto: Mati Unt - romanzo
Sceneggiatura: Veiko Õunpuu
Fotografia: Mart Taniel
Musiche: Ülo Krigul
Montaggio: Tambet Tasuja, Veiko Õunpuu
Scenografia: Ain Nurmela
Costumi: Helen Ehandi
Effetti: Thomas Wilk, Jörg Wagner
Altri titoli:
Sügis Ball
Autumn Ball
Durata: 123
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: romanzo omonimo di Mati Unt
Produzione: HOMELESS BOB PRODUCTION, KUUKULGUR FILM
NOTE
- PREMIO 'ORIZZONTI' ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007).
CRITICA
Dalle note di regia: "(...) Non ho molto da aggiungere riguardo il soggetto del film che semplicemente racconta della solitudine esistenziale dell'uomo. E' difficile fare un film sull'argomento senza ritrovarsi poi in un lago di lacrime e per questo motivo ho voluto conservare una certa vena di ironia. Ho evitato ogni riferimento a contesti storico-sociali nella descrizione dei personaggi convinto come sono che le strette relazioni umane e le nostre aspettative a riguardo sono la causa principale della nostra sofferenza. (...)"