La storia delle militanti del primissimo movimento femminista, donne costrette ad agire clandestinamente in uno Stato sempre più brutale. In lotta per il riconoscimento del diritto di voto, molte sono donne che appartengono alle classi colte e benestanti e tra loro alcune lavorano, ma sono tutte costrette a constatare che la protesta pacifica non porta ad alcun risultato. Radicalizzando i loro metodi e facendo ricorso alla violenza come unica via verso il cambiamento, queste donne sono disposte a perdere tutto nella loro battaglia per l'eguaglianza: il lavoro, la famiglia, i figli e la vita. Un tempo anche Maud, giovane donna dell'East End londinese, è stata una di queste militanti. Questa è la storia della sua lotta, insieme alle altre Suffragette, per conquistare la loro dignità.
SCHEDA FILM
Regia: Sarah Gavron
Attori: Carey Mulligan - Maud, Helena Bonham Carter - Edith Ellyn, Brendan Gleeson - Ispettore Arthur Steed, Anne-Marie Duff - Violet Miller, Ben Whishaw - Sonny Watts, Meryl Streep - Emmeline Pankhurst, Romola Garai - Alice Haughton, Finbar Lynch - Hugh Ellyn, Natalie Press - Emily Wilding Davison, Samuel West - Benedict Haughton, Geoff Bell - Norman Taylor, Morgan Watkins - Walsop, Adrian Schiller - Lloyd George, Adam Nagaitis - Sig. Cummings, Nick Hendrix - Sig. Baring, Lorraine Stanley - Sig.ra Coleman, Shelley Longworth - Miss Samson, Sarah Finigan - Sig.ra Garston, Adam Michael Dodd - George, Grace Stottor - Maggie, Ray Burnet - Churchill, Matt Blair - Sig. Drayton, Anna Gabell - Sig.ra Baxter
Sceneggiatura: Abi Morgan
Fotografia: Eduard Grau
Musiche: Alexandre Desplat
Montaggio: Barney Pilling
Scenografia: Alice Normington
Arredamento: Barbara Herman-Skelding
Costumi: Jane Petrie
Effetti: Mark Holt, Adam Gascoyne, Simon Hughes, Union Visual Effects
Durata: 106
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: RUBY FILMS
Distribuzione: BIM - CINEMA DI VALERIO DE PAOLIS (2016)
Data uscita: 2016-03-03
TRAILER
NOTE
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURA ANCHE JAMES SCHAMUS.
- FILM D'APERTURA AL 33. TORINO FILM FESTIVAL (2015).
CRITICA
"Una storia di lotta, una storia di dolore, ma soprattutto una storia poco nota. Finalmente il cinema riscopre le bellicose suffragette inglesi, così diverse dalle timorate cugine Usa, con questo tuffo nella Londra primo '900 che rievoca figure come Emily Wilding Davison, prima martire della causa, e la leader Emmeline Pankhurst (Meryl Streep), che meriterebbe un film a sé (...). Anche se per evitare il 'biopic' le autrici mettono al centro l'immaginaria Maud (Carey Mulligan), lavandaia sposata a un dipendente della stessa enorme tintoria (uno dei punti di forza del film, più a fuoco nello sfondo che nel racconto). Sottolineando la natura interclassista di questo movimento che non esitava a incendiare edifici (vuoti) e cassette postali per vincere indifferenza e censura. (...) Difficile non essere emotivi con una materia simile, e il film non risparmia le scene forti. (...) Eppure il racconto non decolla , malgrado il cast di serie A. (...) tra le cose belle di questo film diseguale ci sono le immagini d'archivio dei solenni funerali con cui Londra salutò l'attivista morta 'in diretta' all'ippodromo di Epsom, sotto l'occhio delle cineprese di tutto il mondo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 marzo 2016)
"Le sei donne che hanno messo mano al film, pur dicendo sempre la verità storica, evitano gli atteggiamenti manichei ed enunciano tutto con molta obiettività. I fatti, del resto, sono quelli, e quelli sono i personaggi, inventati o reali, proposti sempre con stile e tramite immagini spesso dai colori nebbiosi che coincidono con quei climi londinesi in cui si riflette tutto il film. Lo sostengono interpreti di fama, quali le inglesi Carey Mulligan ed Helena Bonham Carter, e - regalata da Hollywood - la grande Meryl Streep, tutte convinte a gridare «voto alle donne!», ma con britannica misura." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 3 marzo 2016)
"Riscaldato da un cast espressivo e non banale, con la fiammata di 2 minuti di Meryl Streep (...) tutto come da copione. (...) II prototipo resta 'Pride'." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 marzo 2016)
"Sarah Gavron per fare questo film ci ha messo diversi anni, insieme alla sceneggiatrice, Abi Morgan, ha lavorato sugli archivi, le lettere, i diari intimi e mai pubblicati di numerose donne come la protagonista con l'obiettivo di raccontare la vera storia delle suffragette distorta allora e di cui ancora oggi non si parla nelle scuole. (...) Nella tradizione del cinema inglese «impegnato» popolare, senza gli elementi disturbanti di un Ken Loach, 'Suffragette' si basa più sulla scrittura (e molto sul cast a cominciare da Carey Mulligan che dà vita con molta irruenza e sensibilità al personaggio di Maud Watts) che su la messinscena con la bella intuizione però di mettere al centro non una figura storica, la leader Pankhurs, ma una donna «comune», e la sua conquista di una nuova sicurezza, che ne racconta molte altre. «Ordinarie» come lei ma che hanno incarnato questa battaglia attraverso passaggi sottili, emozioni instabili, paure e angosce. Quelle di Maud Watts e quelle delle sue compagne, operaie come il personaggio di Anne-Marie Duff (...). O la farmacista di Helena Bonham Carter, determinata con coraggiosa ostinazione, che voleva essere medico e non ha potuto studiare perché il padre lo ha vietato. La loro lotta è tutta esterna, di sé queste donne parlano poco ma il film ci dice che la battaglia continua e non solo perché in Arabia saudita il diritto di voto le donne lo hanno ottenuto nel 2015." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 3 marzo 2016)
"Piacerà non solo alle femministe. Perché la regista è riuscita a evitare le trappole del film in costume (le suffragette in film hanno sempre sfiorato il ridicolo). Come? Mettendo in secondo piano la Pankhurst (personaggio nemmeno simpatico, impersonato dalla quasi mai simpatica Streep)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 3 marzo 2016)
"Dignitoso dramma in costume, che ripercorre la lunga battaglia delle femministe inglesi verso l'emancipazione. (...) L'espressiva Carey Mulligan guida la schiera delle coraggiose compatriote, lasciando le briciole alla tonante ma defilata Meryl Streep." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 3 marzo 2016)
"(...) un ritratto ben confezionato di eroina risvegliata dal movimento, la candida e tenace Maud della Mulligan (...). Opera corale, istruttiva, completa nel merito (dal sistema di emarginazione alla violenza istituzionale al sacrificio), è affidata a documenti storici approfonditi (diari, lettere). Richiama il cinema di coscienza civile anni 70." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 4 marzo 2016)