La Passione di Gesù, raccontata attraverso passi dei quattro Vangeli, letti sinotticamente e affidati ad attori non professionisti, sullo sfondo di una Sardegna rurale e non contaminata dalla modernità.
SCHEDA FILM
Regia: Giovanni Columbu
Attori: Fiorenzo Mattu - Gesù, Pietrina Menneas - Maria, Tonino Murgia - Caifa, Paolo Pillonca - Pilato, Antonio Forma - Giuda, Luca Todde - Pietro, Giovanni Frau - Giovanni, Bruno Petretto - Giuseppe di Arimatea, Ignazio Pani - Ladrone, Carlo Sannais - Ladrone
Sceneggiatura: Giovanni Columbu, Michele Columbu
Fotografia: Massimo Foletti, Uliano Lucas, Francisco Della Chiesa, Leone Orfeo
Montaggio: Giovanni Columbu
Scenografia: Sandro Asara
Costumi: Stefania Grilli, Elisabetta Montaldo, Teatro Lirico di Cagliari - collaborazione
Suono: Marco Fiumara - presa diretta, Enrico Medri - presa diretta, Andrea Sileo - presa diretta, Elvio Melas - presa diretta
Durata: 80
Colore: C
Genere: RELIGIOSO
Specifiche tecniche: 35 MM
Tratto da: tratto dai Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni
Produzione: GIOVANNI COLUMBU PER LUCHES FILM IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA, CON IL CONTRIBUTO DELLA<br> REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
Distribuzione: SACHER DISTRIBUZIONE (2013) - DVD: CG HOME VIDEO (2013)
Data uscita: 2013-03-21
TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON LA CONSULENZA PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA DELLA SARDEGNA, IN COLLABORAZIONE CON TEATRO LIRICO DI CAGLIARI, COL CONTRIBUTO AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CAGLIARI, AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI NUORO, AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI ORISTANO, FONDAZIONE BANCO DI SARDEGNA, PRODUTTORI ASSOCIATI ANCI- SARDEGNA, COMUNE DI CAGLIARI, COMUNE DI CARBONIA, COMUNE DI OLBIA, COMUNE DI SOLEMINIS, COMUNE DI NURAMINIS, COMUNE DI SANT'ANTIOCO, COMUNE DI FORDONGIANUS, COMUNE DI ALBAGIARA, COMUNE DI ASSOLO, COMUNE DI BARADILI, COMUNE DI MARTIS, COMUNE DI CURCURIS, COMUNE DI GONNOSNÒ, COMUNE DI MOGORELLA, COMUNE DI MORGONGIORI, COMUNE DI NURECI, COMUNE DI POMPU, COMUNE DI SENIS, COMUNE DI SINI, COMUNE DI SIRIS, COMUNE DI VILLA VERDE, COMUNE DI VILLAURBANA COMUNE DI GAVOI, COMUNE DI OVODDA, COMUNE DI SARULE, COMUNE DI OLZAI, COMUNE DI OLLOLAI, COMUNE DI OROTELLI, COMUNE DI LODINE, COMUNE DI ONIFERI, UNIONE COMUNI DELLA BARBAGIA, CONSORZIO DUE GIARE, FASI-ITALIA, CIRCOLO SARDATELLUS DI GENOVA, CECILIA NONNIS, DON MARIO CUGUSI, PIETRO PORCELLA, MARIO PUDDU, GRAZIELLA COLUMBU, NANNI MORETTI, MARIO CARBONI, FRANCO PESSANI, GIOVANNI CABONI, CRISTINA PISANO, PAOLO FRESU, ANTONELLO GRIMALDI, ANTONIO CIPRIANI, CRISTINA DESSI', ELIZABETH EUVRARD, NOEL THOMAS, FRANCO STAFFA, COSTANTINO PALMAS, BRUNO BAGEDDA, GABOR PINNA, EFISIO DEMARTIS, PIERGIORGIO MELI, PARROCCHIA DI SANT'EULALIA, PARROCCHIA DI SAN NICOLO' DI GUSPINI, PARROCCHIA DI SAN LUCA, HOTEL SANDALIA, ASSOCIAZIONE ITALIAINGHILTERRA, ASSOCIAZIONE RIPRENDIAMOCI LA SARDEGNA, UNIVERSITA' DELLA TERZA ETA' DI QUARTU SANT'ELENA, UNIVERSITA' DELLA TERZA ETA' DI GAVOI, PAOLA ATZENI, BIRGIT WAGNER, DELIA ZANGELMI, MIETTA ALBERTINI, ETTORE PASCULLI, ENRICA RIGOLDI, MARGHERITA COPPOLA, ANNA ADDIS SILVANA PISCEDDA, PALMIRA AIRI, GIOVANNI MELIS, PIETRO MOSTALLINO, SACHER FILM, CENTRO DI SALUTE MENTALE DI CAGLIARI.
- IN CONCORSO AL 30. TORINO FILM FESTIVAL (2012).
CRITICA
"Una Passione ambientata fra i paesaggi più aspri della Sardegna, con un Golgota di rocce aguzze che fa male solo a guardarlo e cieli, nuvole, nebbie che esaltano l'espressività fuori squadra degli attori non professionisti. La più grande storia del mondo, e la più raccontata, rivissuta come se non l'avessimo mai vista prima grazie al dialetto, alla forza di quei volti e quei corpi, a un racconto che va avanti e indietro nel tempo, con insistenze e ritorni a sottolineare il rito e il dolore che lo accompagna. È il magnifico 'Su Re', «Il Re», secondo film del nuorese Giovanni Columbu (il primo, 'Arcipelaghi', applicava analoghe tecniche di racconto a un dramma giudiziario), che vede la luce solo grazie alla tenacia del suo autore e all'aiuto di pochi sostenitori tra cui Nanni Moretti, che lo distribuisce in sala. Un esempio raro quanto prezioso di cinema autenticamente religioso (che non significa confessionale, anzi: 'Su Re' commuove profondamente credenti e non). In linea con la severità, produttiva e espressiva, che oggi sembra tornare alla ribalta perfino in Vaticano, e che è l'opposto della pornografia del dolore imperante in tanto pessimo cinema e tv di argomento religioso (un nome per tutti: 'Passion' di Mel Gibson). Naturalmente non era facile fare tabula rasa di un'iconografia millenaria, ma Columbu lavora su più fronti. I paesaggi, così insoliti e scabri, ma in fondo obbedienti alla logica che ha spinto per secoli i pittori a reambientare la vita di Cristo nelle loro contrade. Gli interpreti, provenienti «da zone diverse, di mare e di terra, come nei Vangeli». L'oralità, che appartiene ai suoi attori come le rughe scolpite sui loro volti e dà a ogni loro parola un'ampiezza inusitata, nello spazio e nel tempo. Ma 'Su Re' guarda anche ai Vangeli apocrifi, al cristianesimo delle origini, al profeta Isaia, secondo cui il Messia non avrebbe avuto «apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi». Ed ecco un Cristo finalmente ordinario, plebeo, senza ricatti e riscatti estetici. Mentre Giuda, con coraggiosa intuizione, è il più giovane, il più ingenuo, il più smarrito degli apostoli. E a dire lo strazio di Maria basta un'inquadatura semplicissima e geniale dei suoi piedi stanchi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggio', 28 marzo 2013)
"Non è facile da proporre al pubblico un film come 'Su Re', presentato al Torino Film Festival e che ora affronta le sale grazie all'etichetta distributiva della Sacher di Nanni Moretti. Gli episodi del martirio sono messi in scena in modo ellittico e in ordine non cronologico - ricorrendo alle differenti versioni dei quattro Vangeli sinottici - e sembrano succedersi nella memoria di Maria mentre veglia il corpo del figlio deposto nel sepolcro. Equidistante tanto dai kolossal estetizzanti di Hollywood o di Zeffirelli quanto dalle derive sadiche di Mel Gibson ('La passione di Cristo'), il film di Giovanni Columbu ricorda piuttosto il pasoliniano 'Vangelo secondo Matteo'. Tanto per intendersi; ma forse i paragoni non sono importanti. Quel che colpisce è che appare pervaso di profonda religiosità; dove la divinità di Cristo coincide col suo umanizzarsi, col suo divenire carne e sangue al di Ià di ogni 'santino' pronto per la devozione, cinematografica e no." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 28 marzo 2013)
"Film «breve ma intenso», come si usa dire: ultima cena, passione e crocifissione risolte in 80 minuti, sullo sfondo di paesaggi usciti dalla preistoria, con non-attori che si esprimono rigorosamente in sardo e declamano le battute dei Vangeli come se sputassero pietre. Film potente, impressionante. Film originale, non tanto per l'approccio alla materia quanto per alcune scelte di stile veramente estreme. A volte sarebbe bene non leggere le dichiarazioni d'intenti dei registi. Columbu afferma di aver avuto l'idea leggendo, in una chiesa di Roma, i passi dei Vangeli sinottici sulla Passione. «Provai nei giorni successivi a leggere il Vangelo trasversalmente, passando da un testo all'altro, e scoprii che il racconto assumeva un'imprevista forza drammatica... fu allora che pensai a un film sul Vangelo in cui le scene si ripetessero, quasi come nel Rashomon di Kurosawa». Non è un'idea originalissima, e per di più non «arriva» molto: il pianto della Madonna sul figlio morto fa da cornice, le altre scene sono evocate in flash-back senza che uno spettatore si domandi se quello è Luca o Marco o Matteo o Giovanni. La forza del film risiede altrove. Prima di tutto nelle facce, che sembrano uscite dai quadri fiamminghi di Bosch o di Bruegel. Poi nell'asprezza della lingua, talmente espressiva che i sottotitoli (per altro doverosi) quasi disturbano. Infine, per l'atteggiamento di coloro che assistono alla crocifissione (...). Gesù, per altro, è personaggio silenzioso, perso nel coro. Lo interpreta Fiorenzo Mattu: un non-attore, non bellissimo e lontano mille miglia dall'iconografia classica, sia quella da santino del Robert Powell di Zeffirelli e del Jim Caviezel di Gibson, sia quella «alternativa» e politicizzata dell'Enrique Irazoqui di Pasolini. La scelta di un Gesù così terragno viene comunque da lontano, dal libro di Isaia che per primo profetizza il suo arrivo: «Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere». Sono le prime parole che si sentono nel film. Altro elemento centrale, in 'Su re', è il paesaggio. Per certi versi è il vero protagonista. Columbu ha girato in luoghi impervi e rocciosi, e soprattutto ha ripreso nuvole e temporali da Giorno del Giudizio. Sembra che tutto si svolga durante una tempesta. E del resto, non è così?" (Alberto Crespi, 'L'Unità', 28 marzo 2013)
"Sostenuto e distribuito dalla Sacher di Moretti, 'Su Re' (II Re) è un quinto Vangelo parlato in sardo, che prende i sinottici e li trasla sull'isola con un'operazione medievale. E attualissima: quello del bravo regista Giovanni Columbu, è il surrettizio ritorno del sacro di René Girard, in cui la violenza delle immagini sfronda il devozionismo e sfonda l'agiografia. Cristo s'è rifatto uomo, con un'epifania di resurrezione da troppi santini pastorizzati: Film della Critica (SNCCI), 'Su Re' è low budget e high art (...)." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 28 marzo 2013)