Styx

3/5
La responsabilità di tutti davanti alle migrazioni. L'uomo comune e una delle più grandi sfide del nostro tempo: restare umani. Wolfgang Fischer convince

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AUSTRIA 2018
Rike ha quarant'anni, è una dottoressa di successo il cui lavoro la impegna molto. Decisa a realizzare un sogno, a lungo desiderato di raggiunge in barca a vela in solitaria l'Ascensione, una piccola isola tropicale nel mezzo dell'Atlantico, si concede una vacanza. La sua gita spensierata sembra essersi concretizzata, ma una tempesta e l'avvistamento di una barca di rifugiati trasforma improvvisamente l'avventura in una sfida senza precedenti. La barca dei rifugiati è gravemente danneggiata e sovraccarica. Più di cento persone stanno per annegare. Rike cerca di organizzare un soccorso, ma si sente impotente. È costretta a riconoscere che non c'è modo di contrastare le crudeltà della vita reale. Sempre più si rende conto che l'umanitarismo si è trasformato in un mero pio desiderio...
SCHEDA FILM

Regia: Wolfgang Fischer

Attori: Susanne Wolff - Rike, Gedion Oduor Wekesa - Kingsley

Sceneggiatura: Wolfgang Fischer, Ika Künzel

Fotografia: Benedict Neuenfels

Musiche: Dirk von Lowtzow

Montaggio: Monika Willi

Costumi: Nicole Fischnaller

Suono: Andre Zimmermann, Tobias Fleig - mixer

Durata: 94

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: (1:1.85), DCP

Produzione: MARCOS KANTIS, MARTIN LEHWALD, MICHAL POKORNY PER SCHIWAGO FILM, IN COPRODUZIONE CON ALEXANDER DUMREICHER-IVANCEANU, BADY MINCK PER AMOUR FOU VIENNA

Distribuzione: CINECLUB DISTRUZIONE INTERNAZIONALE

Data uscita: 2018-11-15

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL FINANZIAMENTO DI FILM- UND MEDIENSTIFTUNG NRW, EURIMAGES, ÖSTERREICHISCHES FILMINSTITUT, MALTA FILM COMMISSION, DEUTSCHER FILM UND FERNSEHFOND, MEDIENBOARD BERLIN -BRANDENBURG, FFA, BKM IN COLLABORAZIONE CON WDR & ARTE.

- PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA (PANORAMA), PREMIO LABEL EUROPA CINEMAS, PREMIO HEINER CAROW AL 68. FESTIVAL DI BERLINO (2018).
CRITICA
"In barca a vela tra i migranti parte come sailing-drama, traversata in solitaria a vela nell'oceano con tempesta, modello 'All is lost' e 'Resta con me', diventa una tragedia del soccorso. (...) Cieli immensi, deserto d'acqua, tempi del mare, suspense di realtà. Premiato a Berlino. Idee incerte tra accoglienza e respingimenti? Qui non c'è scampo. Bisogna scegliere da che parte stare. Tanto poi, dal cinema si esce." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 16 novembre 2018)

"Styx, owero Stige, il nome del fiume infernale per i greci, che separa i morti dai vivi, è ora un mare dove confluiscono amanti della vela, portacontainer e pescherecci che conducono e stipano non più pesci, ma persone. E Styx ora è anche un film dell'austriaco Wolfgang Fischer, (...) che ha già vinto il premio della Giuria Ecumenica al Festival di Berlino e il secondo premio Lux assegnato dal Parlamento Europeo. Due premi che per la loro essenza sono attribuiti a quelle opere che manifestano, per contenuti e valore, uno sguardo necessario al mondo nel quale viviamo. E di necessario Styx ha l'essenza della storia. (...) Il grande tema del film, che il regista insieme alla sceneggiatrice Ilca Kunzel, aveva incominciato a scrivere nove anni fa, ha una profonda connessione con il presente. Nella linearità registica (anche se il film è stato girato in mare aperto) Styx ha il merito di portare in primo piano quelle domande che sorgono quando i naufragi degli immigrati, in fuga dalla loro terra, riempiono le cronache europee. Quando le loro vite sono spezzate dall'incuria dell'uomo e quando le loro barche sono bloccate nel porto da ordini governativi. «Chi sono gli altri, chi siamo noi e cosa vogliamo essere? Ho il dovere di salvare l'uomo? Cosa è e cosa non è l'omissione di soccorso?». Quelle domande che il cinema ha iniziato a farsi da alcuni anni nel momento in cui la realtà ha superato la finzione. E se l'immigrazione clandestina, protetta anche a costo dell'illegalità (si pensi a film come 'L'ospite inatteso', 'Welcome' o 'Miracolo a Le Havre') è stata fucina di storie rubate dal presente, oggi i naufragi e le vite spezzate continuano a richiamare l'attenzione degli artisti. Ci sono film, come 'Termferma' di Emanuela Crialese e 'Fuocoammare' di Gianfranco Rosi, e reportage 'Lontano dagli occhi' di Domenico Iannacone e Luca Cambi, che si ostinano a raccontare la realtà, insegnando che ognuno di noi è chiamato alla responsabilità della vita dell'altro, e a superare quell'abitudine alla morte, come ha ricordato papa Francesco, che conduce solo alla globalizzazione dell'indifferenza." (Emanuela Genovese, 'Avvenire', 15 novembre 2018)