Striscia di Gaza. Un evento inspiegabile è avvenuto durante la notte: decine di mante si sono arenate sulla spiaggia. Carretti di pescatori accorrono per accaparrarsele. Intanto la città si sveglia. Antar sprona il fratello ad alzarsi: è il grande giorno, nel pomeriggio inciderà il suo primo disco. Noor si trucca, dovrà apparire davanti alle telecamere. Jabber è già nel campo. Intorno a lui gli spari dei fucili. Un corteo si snoda per le strade. Moemen è lì per fare il suo lavoro, il fotografo. Al porto una barca rientra con lo scafo crivellato di proiettili. Il canto del muezzin invade lo spazio, moltiplicato dai minareti. Come in un sogno, i ragazzi del Parkour Team piroettano in un cimitero. La vita nella Striscia si snoda fino a notte.
SCHEDA FILM
Regia: Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa, Andrea Zambelli
Attori: Jaber Abu Ryila, Mohammed Antar, Majd Antar, Noor Harazeen, Gaza Parkour Team, Moemen Faiz, Fatima Raanan, Salem Abu Sidu
Soggetto: Teleimmagini
Sceneggiatura: Teleimmagini
Fotografia: Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa, Andrea Zambelli
Musiche: Walter Buonanno
Montaggio: Luca Gasparini
Altri titoli:
Striplife - A Day in Gaza
Durata: 64
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: VIDEO, HADCAM, DCP
Produzione: RAFFAELE ASPIDE PER TELEIMMAGINI
Distribuzione: LAB 80 FILM (2015)
Data uscita: 2015-01-15
TRAILER
NOTE
- PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA E PREMIO "OCCHIALI DI GHANDI" PER IL CINEMA DI PACE AL 31. TORINO FILM FESTIVAL (2013), SEZIONE 'TFFDOC/ITALIANA.DOC'.
CRITICA
"(...) un film dallo scopo dichiarato: mostrarci non solo la morte (quella che vediamo ogni giorno attraverso notiziari e reportage) ma anche la vita di chi ha avuto la ventura di nascere nella striscia di Gaza. Vita non facile, certo; ma che nella normalità del quotidiano può rivelarci gli aspetti in cui somiglia alla nostra. (...) Un documentario indipendente, antispettacolare, quasi severo ma significativo e necessario." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 15 gennaio 2015)
"(...) la capacità di reagire agli imprevisti e all'inatteso che caratterizzano le (...) 24 ore a Gaza sono il fulcro di un film che è riuscito nell'impresa non facile di offrire finalmente un'immagine nuova alla striscia e al conflitto israelo-palestinese. (...) Nell'ambito del cinema del reale il film d'ambientazione palestinese è un vero e proprio genere a parte. (...) Senza contare che quello israelo-palestinese è uno dei conflitti più documentati di sempre. (...) 'Striplife' (...) rinunciando agli approcci più prevedibili, ossia quello meramente osservazionale o strettamente militante, trova una chiave d'approccio inedita alla realtà di Gaza, assolutamente aperta che non solo rende giustizia alle infinite sfaccettature di una situazione complessa ma riesce anche a proporle sotto nuova luce. Adottando una strategia non narrativa, il film si offre come il più affidabile dei racconti, evidenziando le durezze di una situazione impossibile, le sue contraddizioni interne, e la dignità di una resistenza che non cede. Il collettivo Teleimmagini (...) è riuscito nell'impresa di realizzare un lavoro completamento autoprodotto, senza cedere alle lusinghe del pauperismo e, soprattutto, evitando che il film si sfilacciasse assecondando le visioni dei singoli contributi filmati o le esigenze dei vari registi. In questo senso l'intuizione più forte di 'Striplife' è di avere realizzato un film collettivo, prodotto da un insieme di soggetti collettivi per portare sullo schermo una storia collettiva. La precisione di un montaggio che riesce a muoversi calibrando dimensioni e proporzioni, permettendo al film di muoversi fra i suoi numerosi personaggi senza nessuno strappo, fa il paio solo con la rapita eleganza e il trasporto tangibile con il quale sono filmati i ragazzi che praticano il parkour. Come in una sorta di percorso sentimentale, 'Striplife' è un'immersione di straordinaria ricchezza in un mondo che, probabilmente, non è mai stato mostrato con tanta precisione pur evitando di mettere in campo le parole d'ordine che tutti conosciamo. La precisione di un racconto polifonico che come un beat batte il suo tempo, respirando la strada, battendola palmo a palmo. Ed è lo sguardo del collettivo, in grado di porre in rilievo e far affiorare dal tessuto del quotidiano le più impercettibili increspature del reale, che si offrono come epifanie contenenti la promessa di un'interruzione della realtà a fare la forza e la singolarità di 'Striplife'. Come dire che a volte la realtà ha bisogno di una mano, come ben sanno i pescatori che conoscono la storia «vera» delle mante e che gli autori del film si guardano bene dal rivelare." (Giona A. Nazzaro, 'Il Manifesto', 15 gennaio 2015)