Cina, 2007. E' primavera e la natura si risveglia così come ben presto si risvegliano i sensi di Jiang Cheng, del suo amico Luo Haitao e della bella Li Jing, tutti e tre in viaggio insieme lungo la costa e che cadono vittime di una brezza inebriante intrisa di passione e di amore che avvelenano la mente e il cuore...
SCHEDA FILM
Regia: Lou Ye
Attori: Chen Sicheng - Luo Haitao, Jiang Jiaqi - Lin Xue, Qin Hao - Jiang Cheng, Tan Zhuo - Li Jing, Wu Wei - Wang Ping
Sceneggiatura: Mei Feng
Fotografia: Zeng Jian
Musiche: Peyman Yazdanian
Montaggio: Robin Weng, Zeng Jian, Florence Bresson
Scenografia: Peng Shaoying
Durata: 115
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Produzione: DREAM FACTORY, ROSEM FILMS
NOTE
- PREMIO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009).
CRITICA
"Il primo scandalo annunciato del festival, il film cinese 'Notti di ebbrezza primaverile' di Lou Ye (prodotto nonostante i divieti del governo e quindi improiettabile in patria) lascia in bocca l'amaro del rimpianto e dell' infelicità. La storia di un omosessuale e dei suoi amori destinati a finire più o meno tragicamente inanella - è vero - scene molto realistiche di sesso maschile, ma ben presto il regista stempera la tensione erotica in una specie di cupissimo romanticismo dove i pregiudizi culturali (e in sottofondo politici), l'indifferenza della società e l'ostilità della natura offrono ai protagonisti solo la scelta tra sconfitta e umiliazione." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 14 maggio 2009)
"L'intreccio amoroso sfugge, non si capisce chi sodomizza chi, ma pazienza: i corpi sono belli, l'ardore intenso, i baci voluttuosi, il modo con cui il regista ha girato di nascosto (gli è stato proibito dal governo) è molto interessante e illuminante sulla Cina di oggi." (Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 14 maggio 2009)
"E' un intrigo di sesso e incontri omo ed etero sessuale. Girato con una camera a mano, racconta la storia di una donna che assume un uomo per spiare la relazione omosessuale in cui è coinvolto il marito, con tutte le conseguenze. Ma alla prima proiezione non ha raccolto molti consensi." (Stefano Ciavatta, 'Il Riformista', 15 maggio 2009)
"Il cinese Lou Ye, tre anni dopo 'Gioventù cinese', censurato nel suo Paese, ha portato in apertura di concorso 'Spring fever' che, nonostante il tema scandaloso (un amore folle omosessuale con implicazioni di una terza incomoda), sembra un melodramma romantico." (R.S. 'Il Mattino', 15 maggio 2009)
"Rivelazioni, scenate, lacrime, minacce, fughe, tentativi falliti di ménage a tre, un suicidio, cellulari bollenti e diverse scene esplicite di sesso omosessuale, come raramente si sono viste al cinema: con 'Spring Fever', il regista Lou Ye (a Cannes due anni fa con 'Summer Palace', il film-scandalo sulla generazione di Tienammen) torna a raccontare la Cina contemporanea tra incomunicabilità e passioni, desiderio di libertà e solitudine. Lo fa scegliendo il registro mélo e mostrando un Paese inaspettato, popolato di discoteche, travestiti, punk: molto interessante. Purtroppo la storia, viziata da qualche ridondanza, si perde in troppi sottofinali. 'Spring Fever', prodotto con capitali europei, è stato censurato in patria, dove Lou Ye ha ricevuto la proibizione di girare film per cinque anni." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 15 maggio 2009)
"L'onda romantica del film ha ghiacciato la platea che si aspettava il film scandalo del festival, scene di sesso selvaggio tra gay. Ci sono, ma dicono l'astrazione del rituale d'amore, e indicano il vero tabù, non l'omosessualità ma la forza del desiderio irriducibile per legge." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 15 maggio 2009)
"E' arte cinese. Con molti tempi morti. Come se il film fosse proiettato a velocità normale quando scopano e al rallentatore per tutto il resto: pedinamenti, litigi, sigarette accese, ordinazione dei raviolini, vene tagliate.." (Maria Rosa Mancuso, 'Il Foglio', 15 maggio 2009)
"Vi regna, certamente, una sorta di ispirazione poetica, la tensione - soprattutto all'inizio e alla fine - a un lirismo non banale e stilizzato, ma diluito nel compiacimento della crudezza di alcune sequenze destinate, più che a scioccare, a ricercare lo scandalo a tutti i costi.." (Andrea Frambrosi, 'L'Eco di Bergamo', 15 maggio 2009)