Inizio anni Novanta. Il matrimonio fra la Principessa Diana e il Principe Carlo è in crisi da tempo. Malgrado le voci di presunti flirt e di un imminente divorzio, si cerca di preservare la pace in vista delle festività natalizie, tradizionalmente trascorse dai reali nella proprietà di Sandringham. Sono giorni in cui si mangia, si beve, si spara e si va a caccia. Diana conosce le regole del gioco. Ma quest'anno non sarà come gli altri.
SCHEDA FILM
Regia: Pablo Larraín
Attori: Kristen Stewart - Principessa Diana, Timothy Spall - Maggiore Alistair Gregory, Jack Farthing - Principe Carlo, Sean Harris - Darren, Sally Hawkins - Maggie, Jack Nielen - William, Freddie Spry - Harry, Elizabeth Berrington - Principessa Anna, Stella Gonet - Elisabetta II, Amy Manson - Anne Boleyn, James Harkness - Paul, Richard Sammel - Principe Filippo, Lore Stefanek - Regina Madre, Laura Benson - Angela, Wendy Patterson - Maria, Libby Rodliffe - Pamela, John Keogh - Michael, valletto di Carlo, Marianne Graffam - Barbara, Ben Plunkett-Reynolds - Brian, Ryan Wichert - Sergente Wood, Michael Epp - Vice Caporale Jacobs, Tom Hudson - Agente di polizia Thomas, James Gerard - Agente di polizia Field, Thomas Douglas - John Spencer, Ian Ashpitel - Vicario, Emma Darwall-Smith - Camilla Parker Bowles, Kimia Schmidt - Diana a 9 anni, Greta Bücker - Diana adolescente, Henry Costello - Charles Spencer a 9 anni, Niklas Kohrt - Principe Andrea, Olga Hellsing - Sarah Ferguson, Matthias Wolkowski - Principe Edward
Sceneggiatura: Steven Knight
Fotografia: Claire Mathon
Musiche: Jonny Greenwood
Montaggio: Sebastián Sepúlveda
Scenografia: Guy Dyas
Costumi: Jacqueline Durran
Suono: Miguel Hormazabal
Durata: 111
Colore: C
Genere: DRAMMATICO STORICO
Specifiche tecniche: 35MM, D-CINEMA
Produzione: JUAN DE DIOS LARRAÍN, JONAS DORNBACH, PAUL WEBSTER, PABLO LARRAÍN, JANINE JACKOWSKI, MAREN ADE PER KOMPLIZEN FILM, FABULA E SHOEBOX FILMS, IN ASSOCIAZIONE CON FILMNATION ENTERTAINMENT
Data uscita: 2022-03-24
TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021). - CANDIDATO AI GOLDEN GLOBES 2022 PER MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO (KRISTEN STEWART). - CANDIDATO AGLI OSCAR 2022 PER MIGLIORE ATTRICE (KRISTEN STEWART). - IN ITALIA L'USCITA NELLE SALE ERA PROGRAMMATA PER IL 20 GENNAIO MA LA 01 DISTRIBUTION L'HA POSTICIPATA Al 24 MARZO 2022.
CRITICA
"Un horror, un thriller psicologico, una favola nera su una principessa prigioniera di un castello che nel giro di tre giorni è costretta a prendere una decisione fatale: togliersi la vita o fuggire. (...)il tono della storia e la natura dei protagonisti è tutt'altro che amabile.Più feroci che nella serie tv, i reali raccontati da Larraín sono annoiati, crudeli, anaffettivi: gente che organizza il cenone di Natale come se si trattasse di un' operazione militare, e che pesa gli ospiti prima e dopo il pasto per calcolare il gradimento della cucina. Nei panni di Diana, raccontata nei tre giorni di prigionia nel castello di Sandrigham nel Norfolk, dove nel 1991 trascorre l' ultimo Natale come consorte ufficiale di Carlo, c' è l' americana Kristen Stewart (...) Morta nel 1997 a Parigi in un incidente automobilistico (ma il film si ferma qualche anno prima), Diana è, per Larraín, «un personaggio unico e senza eredi(...)»." (Ilaria Ravarino, 'Il Messaggero', 20 marzo 2022) "(...) Astratto nella messa in scena, affidato alla convincente interpretazione di Kristen Stewart, il film non è la ricostruzione delle ore che precedettero una scelta sofferta e necessaria, ma il racconto del viaggio interiore di una donna destinata a diventare un' icona, simbolo di una monarchia in crisi e di un intero Paese. Le immagini rarefatte e grafiche sottolineano la solitudine di Diana, il suo isolamento, il disperato bisogno d' amore, il potere deflagrante di ogni suo gesto." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 24 marzo 2022) "(...) C' è spazio per memorie, ma la sovrapposizione dei piani spazio temporali è tra le banalità del male elisabettiano durante un Natale a finestre blindate dal velluto che blocca i teleobiettivi dei paparazzi.Sceneggiata da Steven Knight, la fiaba gotica horror paga il pegno di una regia anaffettiva e della frigida espressione di Kristen Stewart che porta in dono il fascino pop discreto della borghesia. Come in 'Jackie' e in 'Neruda', Larraín non commercia gossip ma indaga i dolori inespressi e i riti oppressivi del potere, invitando Lady D. a sdoppiarsi in un defilé di abiti da Mrs. Maisel e funesti presagi presto esauditi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 24 marzo 2022) "'Spencer'è una piccola perla. Poliedrico, pieno di sfumature, scava in profondità nell'animo umano, si confronta con la Storia per rielaborarla, come era già successo nei bellissimi 'Neruda' e 'Jackie', e conferma ancora una volta il grande talento di Larraín. Presentato in concorso all'ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia. La sublime Kristen Stewart è candidata all'Oscar come miglior attrice protagonista." (Gian Luca Pisacane, 'Famiglia Cristiana', 24 marzo 2022) "Nonostante il film sia interamente concentrato sul personaggio da cui prende il nome, non si tratta di un film biografico.(...) Solo in un certo senso, Larraín fa tutto il contrario. Abbandona la storia per dare al suo dramma l' unità di tempo e di luogo propria della tragedia.(...) Il tono e il ritmo è dato da una musica di Jonny Greenwood che entra ed esce di scena con un piano solo, con un violino stridente o con l' orchestra, conferendo al film un colore lisergico che l'immagine accentua alternando campi lunghi ad inquadrature a spalla. L' impressione è che Diana sia caduta nella tana del coniglio, ritrovandosi in un wonderland che somiglia più all' Overlook Hotel di Kubrick che al castello della regina di cuori di Disney. Intorno a lei si agita un mondo meccanico, freddo, militare che non è nuovo al cinema di Larreín.(...)I suoi unici rapporti umani sono con i figli, con l' assistente che si occupa del suo guardaroba e, in maniera più contorta, con altri membri della servitù. D'altro lato, tutto questo mondo sembra in qualche modo esistere solo per lei. Come in ogni sogno, nessun personaggio ha una sua realtà propria, tutti sono delle estensioni dell' io di chi sogna. (...)" (Eugenio Renzi, 'Il Manifesto', 24 marzo 2022) "(...)il regista cileno si focalizza su un unico episodio della vita della protagonista, Diana principessa di Galles, per metterne in immagini l' infelicità. Una sintesi grandiosa e onirica, introdotta dalla frase "una fiaba da una tragedia autentica". Nel suo mix di realtà e fiction, il film trova unità in una messa in scena quanto mai accurata e atmosferica: dalla ricreazione del guardaroba di Diana, che ha un ruolo centrale nel rituale, a opera della costumista Jacqueline Durran, alla fotografia dalle luci soffuse (evocanti il Barry Lyndon di Kubrick), alle musiche del polistrumentista Jonny Greenwood dei Radiohead. Costantemente sotto gli sguardi degli altri personaggi, con un effetto di doppia identificazione dello spettatore (che la osserva assieme a quelli ma parteggia per la principessa triste) Kristen Stewart offre un' interpretazione di gran classe."(Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 24 marzo 2022) "(...)Il problema è che il copione gioca il personaggio su un' univoca nota di fragilità ed estenuata isteria che sconfina in paranoia, pedinando Diana mentre vaga nella campagna o si aggira inguainata in magnifici abiti nella lussuosa dimora reale di Sandringham, sempre più soffocata da oppressivi controlli e dall'indifferenza del marito. Per questo ruolo di vittima sacrificale, Kristen Stewart è candidata all'Oscar (...) ma a noi l' interpretazione è apparsa affettata e monocorde, in sintonia con un film di algida eleganza che senz'altro regala preziosi momenti di cinema (...)." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 24 marzo 2022) "Con sapienza drammaturgica (script di Steven Knight), con Kristen Stewart superstar (...) e con referenti cinefili (Hitchcock e altro) Pablo Larraín prende la parte (giusta) per il tutto: i tre giorni del Natale 1993, prima della separazione, a Sandringham, dove la Stewart incarna, in fisionomia, ritmo, stoffe, respiro e abbandoni, una Diana ribelle e disperata, compulsiva e soggiogata dalle Leggi del Regno.Per una volta, però, pur esasperando un po' il ritratto (il parallelo onirico con Bolena), permette di illuminare la perversione monarchica: la cancellazione dell' identità per un presunto supremo mandato simbolico, che distrugge invece di rappresentare(...)." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 25 marzo 2022)