Attraverso interviste agli attori e ai membri della troupe e della produzione, il documentario ripercorre le fasi della realizzazione del film "Soy Cuba", realizzato nel 1964 da Mikhail Kalatozov come film di propaganda ferocemente anti-americano, atto a denunciare il capitalismo e le sue conseguenze disastrose sull'isola caraibica. Messo al bando dalle autorità cubane e sovietiche, il film è stato riscoperto da Scorsese e da Coppola negli anni '90 e acclamato per le sue qualità cinematografiche che testimoniano il lavoro dell'avanguardia sovietica.
SCHEDA FILM
Regia: Vicente Ferraz
Attori: Luz Maria Collazo - Se Stessa, Sergio Corrieri - Se Stesso, Alfredo Guevara - Se Stesso, Aleksandr Kaltsatyj - Se Stesso, Enrique Pineda Barnet - Se Stesso, Salvador Wood - Se Stesso
Soggetto: Vicente Ferraz
Fotografia: Tareq Daoud, Vicente Ferraz
Musiche: Jenny Padron
Montaggio: Mair Tavares, Dull Janiel
Altri titoli:
I am Cuba, the Siberian Mammoth
Durata: 90
Colore: B/N-C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: TRES MUNDOS PRODUCOES
Distribuzione: FANDANGO (2005)
Data uscita: 2005-10-07
NOTE
- EVENTO SPECIALE AL 58MO FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI LOCARNO (2005).
CRITICA
"Sepolto e dimenticato, 'Soy Cuba' sparisce. Per rinascere trent'anni dopo grazie a Coppola, Scorsese e al festival di Telluride. Ironia della sorte, è l'America a riscoprire il film anti-Usa. L'appassionante documentario del brasiliano Ferraz riesuma contesto, protagonisti e fantasmi di questa "allucinazione bolscevica". Per chi ama il cinema (e Cuba), una manna." Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 ottobre 2005)
"Il film è tutt'altro che didascalico e realsocialista: virtuosistiche soluzioni di ripresa e illuminazione provano un formalismo esasperato che riecheggia la grande scuola sovietica e richiama l'audacia di Welles. Scontentò tutti e sparì subito. I russi avevano dato prova di un ingenuo insieme di 'imperialismo' e generosità. Avevano tentato, pieni di slancio, di capire Cuba senza riuscirci. L'avevano idealizzata, stretta in una gabbia retorica infedele al suo vero carattere." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 7 ottobre 2005)
"Doppio documentario, curioso esperimento Fandango che propone a Milano e Roma il magnifico 'Soy Cuba', prima coproduzione di Castro con l' Urss, '64, regia di Kalatosov; al fianco 'Il mammuth siberiano' di Vicente Ferraz, che racconta la genesi di quel film maledetto (cambiarono i rapporti politici) ora riscoperto da Coppola e Scorsese, intervistando chi vi prese parte. In quattro episodi di straordinario fascino visivo e formale, si celebra con bandiere la rivoluzione castrista: ma era troppo sovietico per i cubani e troppo americano (i tempi di Batista) per i russi. L' interesse è nell' incomprensione, ancor viva, tra i due partiti, ma è anche un bel discorso sul cinema utopia della revolución, magari scritta con le parole del poeta Evtuschenko. Oggi quel film russo è politicamente un esempio di vintage, ma la sua forza espressiva cresce col tempo." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 ottobre 2005)