Oscar, giovane falegname tradizionalista romano, ha un giorno la sorpresa di sentirsi dire dalla moglie che mentre è fra le sue braccia pensa a un'altra persona. Il brav'uomo reagisce nella maniera più violenta e irrazionale, supponendo a tutta prima che il rivale sia un parrucchiere di Cinecittà. In realtà tutto è cominciato durante una gita ai Mostri di Bomarzo, mentre Oscar - distratto dall'apparizione di una sofisticatissima signora aspirante suicida e impegnato a salvarla - non fa caso all'interesse della moglie Ester e dell'amica di lei Adele verso la finestra della "casetta storta", nel cui interno si intravvedono due donne che si scambiano effusioni di dubbia natura. Le due spettatrici popolane - fra reticenze e goffaggini - finiscono col fantasticare platonicamente sulla possibilità e le immaginifiche meraviglie di tale anomalia, scatenando la furia spropositata di Oscar, in una seconda ondata di ancor più frenetiche reazioni. Il ritorno alla "normalità" sarà per Ester più inevitabile che convinto, e comunque carico di inconfessate nostalgie.
SCHEDA FILM
Regia: Lina Wertmüller
Attori: Enrico Montesano - Oscar, Veronica Lario - Ester, Luisa De Santis - Adele, Lella Fabrizi - Sora Ines, Isa Danieli - Rosa, Mario Scarpetta - Amilcare, Massimo Wertmüller - Ginetto, Renato D'Amore - Mario, Alfredo Bianchini - Il sacerdote, Simone Giannitti, Jole Silvani, Dario Cantarelli, Antonia Dell'Atte, Giuseppe Cederna, Sergio Solli
Soggetto: Lina Wertmüller
Sceneggiatura: Lina Wertmüller, Enrico Oldoini
Fotografia: Dante Spinotti
Musiche: Paolo Conte
Montaggio: Luigi Zita
Scenografia: Enrico Job
Costumi: Cristiana Lafayette
Durata: 100
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICO, COLORE CINECITTA'
Produzione: INTERCAPITAL
Distribuzione: CEIAD (1984) - GENERAL VIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
- ESTERNI A ROMA, BOMARZO, LAGO DI VICO.
CRITICA
"L''immaginario' femminile che la regista dichiara di aver presente in questo film è tutt'altro che 'immaginato', se si pensa al successo delle 'telenovelas' sui nostri schermi e a quello editoriale dei 'bluemoon' nonché al massiccio lancio pubblicitario di Liala, riesumata dalle ceneri degli anni '30. Romanzi d'appendice allora, fotoromanzi subito dopo, telenovelas e serials 'per sognare' oggi, sono il fragile rifugio di un tipo di donna - per niente raro - assolutamente povera di interessi e di valori, ed esasperata dal ritmo frenetico di un vivere meccanico e inesorabilmente ripetitivo. La regista affronta, però, il tema in chiave di commedia, accennandolo senza alcuna intenzione di approfondirlo. Il film, infatti, è tutto giocato sulle frenesie schizoidi di un falegname Oscar-Montesano, iperbolicamente esagitato, che ha pure qualche felice momento espressivo nelle sue reazioni caotiche (forse rivelatore di insospettate attitudini drammatiche) e qualche boccaccesco guizzo di comicità. Per il resto il film è narrativamente abbastanza sconnesso (...) E' pure palese l'indugio compiaciuto sulle belle immagini di una Roma suggestiva che l'operatore Dante Spinotti sa cogliere con bravura. La recitazione di Veronica Lario e di Luisa De Santis non è banale, e alcune caratterizzazioni popolane sono felicemente azzeccate." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 96, 1984)