La scuola materna Celio Azzurro è un modello nell'educazione dei suoi piccoli iscritti, soprattutto riguardo al dialogo tra le culture. Tuttavia, la sua difficile sopravvivenza è dovuta esclusivamente all'energia e alla passione messa in atto dal gruppo docente.
SCHEDA FILM
Regia: Edoardo Winspeare
Sceneggiatura: Edoardo Winspeare
Fotografia: Paolo Carnera
Musiche: Gabriele Rampino
Montaggio: Sara Pazienti, Luca Benedetti
Suono: Gianluca Costamagna, François Waledisch, Alessio Costantino, Francesco Principini
Altri titoli:
A School with a View
Durata: 80
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: HDCAM SR
Produzione: GRAZIELLA BILDESHEIM PER FABULAFILM, RAI CINEMA, 13 PRODUCTION
Distribuzione: FABULAFILM
Data uscita: 2010-04-30
NOTE
- EVENTO SPECIALE ALLA IV EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2009) NELLA SEZIONE 'ALICE NELLA CITTA'-L'ALTRO CINEMA'.
CRITICA
"Una scuola modello: in Italia, quindi a rischio estinzione. La racconta Edoardo Winspeare ('Galantuomini'), che compie una civile e documentaristica incursione nel Celio Azzurro, scuola materna romana all'avanguardia, quella del dialogo multiculturale. Dice un'ex alunna che il Celio è un pezzettino di Paradiso sulla Terra : non è retorica, ma resistenza. Alle logiche culturali ed educative della normalizzazione armata: perché se grandi si diventa, tolleranti s'impara. Da piccoli, grazie a buoni - e coraggiosi - maestri." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 29 aprile 2010)
"Celio Azzurro è una scuola dell'infanzia immersa in uno di quei tipici angoli di Roma (il Celio appunto) che non t'aspetti di trovare. Dal 1990 ospita una struttura che accoglie bambini di tutte le nazionalità con un percorso educativo molto interessante. Edoardo Winspeare dopo 'Galantuomini' ritorna al documentario seguendo il corso delle quattro stagioni all'interno della struttura. Con stile inevitabilmente eterogeneo: molto bello e poetico, ad esempio, il racconto dei maestri attraverso le foto a ritroso, un po' meno sentito, e quindi incisivo, l'aspetto politico." (Pedro Armocida, 'Il Giornale', 30 aprile 2010)