Teresa e Caterina Materassi, due anziane zitelle, grazie alla loro completa dedizione al lavoro, hanno reso celebre in tutta la cittadina il loro laboratorio di biancheria, accumulando, negli anni, una discreta fortuna. Quando in casa loro approda Remo, un nipote rimasto orfano, le due sorelle decidono di adottarlo, nonostante il parere discorde di Giselda, la terza sorella, che non vede di buon occhio il ragazzo. Remo, avendo capito sin da subito il suo ascendente nei confronti delle zie, affascinate dalla sua giovinezza, cresce viziato, riuscendo a ottenere tutto ciò che desidera. L'arrivo di Peggy, una ragazza americana di cui Remo si innamora, sconvolge il fragile equilibrio della casa. I due partiranno lasciando le vecchie sorelle Materassi in preda alla solitudine...
SCHEDA FILM
Regia: Ferdinando Maria Poggioli
Attori: Emma Gramatica - Carolina Materassi, Irma Gramatica - Teresa Materassi, Olga Solbelli - Giselda Materassi, Massimo Serato - Remo, nipote delle sorelle Materassi, Clara Calamai - Peggy, Dina Romano - Niobe, la domestica, Paola Borboni - La principessa russa, Anna Mari - Laurina, Leo Melchiorri - Otello, Loris Gizzi - Il sacerdote, Ninì Imbornoni - La signora svedese, Pietro Bigerna - Giorgio, il prestatore, Margherita Nicosia Bossi - La macellaia, Amalia Pellegrini - La domestica della signora svedese, Franco Cuppini - Proprierario del salone automobili, Carlo Giustini - Giovane amante della principessa
Soggetto: Aldo Palazzeschi - romanzo
Sceneggiatura: Bernard Zimmer - anche riduzione e dialoghi
Fotografia: Arturo Gallea
Musiche: Enzo Masetti
Montaggio: Ferdinando Maria Poggioli
Scenografia: Gastone Simonetti
Arredamento: Cesare Baietti
Costumi: Gino Sensani
Aiuto regia: Giuliano Betti
Durata: 72
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: romanzo omonimo di Aldo Palazzeschi
Produzione: SANDRO GHENZI PER CINES-UNIVERSALCINE
Distribuzione: ENIC
NOTE
- IL FILM, TERMINATO DOPO LA LIBERAZIONE DI ROMA, VIENE PRESENTATO AL PUBBLICO NEL 1945.
CRITICA
"Vi sono pellicole che soddisfano unicamente interessi spettacolari ed eventuali successi di cassetta e pertanto giustificano questa loro dichiarata inconsistenza; altre invece nascono con pretese ed intenti ben più seri. (...) Poggioli purtroppo ancora una volta (...) è uscito dal seminato, dimostrando di non possedere ancora quella sensibilità che era necessaria per risolvere con immagini in un'atmosfera cinematografica, i felici 'punti e contrasti psicologici del rimanzo'. (...) la passione quasi morbosa delle sorelle risulta falsa, snervata e completamente esteriore: non solo ma si crea tra pubblico e personaggi una spiacevole atmosfera di repulsione. (...) L'ambientazione nel paesetto di Santa Maria a Coverciano, che pure Palazzeschi aveva descritto minuziosamente, rimane indecisa e superficiale. L'interpretazione certamente avrebbe potuto essere migliore se ci fosse stato un regista sempre presente". (Giorgio Moser, 'L'Italia Nuova', 19 gennaio 1945),