Smoke

GERMANIA 1995
A Brooklyn nel 1990, nel piccolo drug-store di Auggie Wren c'è ancora tempo per fare quattro chiacchiere: cliente fisso è lo scrittore Paul Benjamin, colpito da un blocco creativo dopo la morte della moglie, uccisa durante una rapina mentre aspettava un figlio. Un ragazzo di colore, Rashid, lo salva mentre sta per essere investito da un autobus, e Paul lo ospita per un po', ma poi, incapace di concentrarsi sul nuovo libro, lo manda via. La zia del ragazzo viene a cercarlo e gli svela che questi si chiama in realtà Thomas Jefferson Cole, è orfano di madre e non vede il padre da dodici anni. Mentre Thomas va in cerca del padre, che fa il meccanico, e riesce a farsi assumere da lui in incognito, Auggie ha il suo da fare con la sua ex fidanzata Ruby McNutt, che gli rivela che ha una figlia diciottenne drogata e incinta, Felicity. Frattanto Thomas litiga col padre e Paul gli trova lavoro da Auggie, ma lui gli danneggia una partita di sigari cubani di contrabbando. Avendo un "malloppo" di oltre 5.000 dollari, persi da un delinquente dopo una rapina, Thomas risarcisce Auggie, che lo perdona. Intanto Auggie dà il denaro a Ruby, disperata perché la figlia ha abortito ed è in grosse difficoltà. Poi Paul e Auggie convincono Thomas ad incontrare il padre e a dirgli la verità. Infine Paul ha l'incarico di scrivere una storia di Natale, e Auggie gli racconta come ha avuto la macchina fotografica con cui, sempre con la stessa inquadratura, ha scattato 4.000 istantanee della strada dinanzi al negozio: nel periodo natalizio il portafoglio caduto ad un nero che gli aveva rubato una rivista lo conduce alla nonna di costui, cieca, che lo scambia per il nipote e Auggie passa il Natale con lei, le compra il pollo, e vedendo diverse macchine fotografiche, probabilmente rubate, ne ha presa una.
SCHEDA FILM

Regia: Wayne Wang

Attori: William Hurt - Paul Benjamin, Harvey Keitel - Auggie Wren, Harold Perrineau - Rashid, Forest Whitaker - Cyrus Cole, Victor Argo - Vinnie, Stockard Canning - Ruby Mc Nutt, Giancarlo Esposito - Tommy, José Zúñiga - Jerry, Ashley Judd - Felicity, Erica Gimpel - Doreen Cole

Soggetto: Paul Auster

Sceneggiatura: Paul Auster

Fotografia: Adam Holender

Musiche: Rachel Portman

Montaggio: Christopher Tellefsen, Maysie Hoy

Scenografia: Kalina Ivanov

Costumi: Claudia Brown, Chuck Keehne

Altri titoli:

SMOKE - RAUCHER UNTER SICH

Durata: 112

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: Panoramica a colori

Tratto da: basato su 'Il racconto di Natale di Auggie Wren' di Paul Auster, pubblicato su New York Times nel 1990

Produzione: EUROSPACE, INTERNAL, MIRAMAX FILMS, NEUE DEUTSCHE FILM GMBH, SMOKE PRODUCTIONS

Distribuzione: CECCHI GORI GROUP - CECCHI GORI HOME VIDEO, L'UNITA' VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1995.

- PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA AL 45. FESTIVAL DI BERLINO (1995).

- DAVID DI DONATELLO 1996 PER MIGLIORE ATTORE STRANIERO (HARVEY KEITEL).

- NOMINATION AI NASTRI D'ARGENTO 1996 PER IL REGISTA DEL MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"Ogni tanto pare d'ascoltare la radio o di vedere la tv dei "casi umani", ma l'impressione è fugace o sbagliata: protagonista è piuttosto quel fluire dell'esistenza che assorbe le difficoltà e supera anche la tragedia, quella capacità di sopravvivere che è la forza della gente e anche il suo limite." (La Stampa, Lietta Tornabuoni, 2/12/95)

"Il principale merito di Wayne Wang sta nel suo basic instinct, col quale ti costringe a prestare attenzione a racconti d'ordinaria follia, a problematiche frantumate dell'angoscioso anonimato metropolitano, a personaggi di fronte ai quali gireresti lo sguardo al bar o sull'autobus. Smoke è sicuramente elegante, ammiccante e trendy, tanto da restare orgogliosamente fine a se stesso: non a caso William Hurt, col suo look (tra Enrico Ghezzi e Vittorio Sgarbi) da divo intellettuale, teneva ad assicurare nella conferenza stampa berlinese che 'per la prima volta in carriera, la promessa di modulare il film sull'improvvisazione è stata mantenuta e si è trasmessa nel piacere del gioco di squadra che è la cosa più importante del film'." (Il Mattino, Valerio Caprara, 29/11/95)