Due gemelli eterozigoti nel grembo materno prendono coscienza della relativa preesistenza: il "Forte" si accorge con sorpresa di non essere solo e la presenza di un altro, il "Piccolo", che insidia il suo dominio lo irrita, fino al punto di desiderare la morte dell'altro, privandolo del nutrimento. Scampato al pericolo il "Piccolo" trova il suo cordone ombelicale in un condotto che lo mette in comunicazione con il mondo esterno, dal quale sente la televisione che commenta il mistero dell'assassinio di Kennedy irrisolto da trent'anni. La curiosità contagia il "Forte", che stimola l'altro a spiare: così viene edotto sul calcio e la violenza degli ultras, e scambia per la mamma la bionda della birra, ed assiste ad un tip-tap di Gene Kelly. La visita del ginecologo con una lampada che illumina i recessi uterini fa mettere in mostra il "Forte", mentre il "Piccolo", scambiato per una femmina, va in crisi. I due provano mimando un bacio da telenovela e poi devono subire l'amplesso dei genitori. Il "Piccolo" tranquillizza l'altro sulla normalità e la diffusione dell'atto presso tutte le specie animali. Pensando in modo edipicamente corretto che il primo oggetto del desiderio sia la madre i due hanno il relativo sogno con la bionda della birra la quale, equanime, li mette senza volerlo l'uno contro l'altro. Il "Forte" per la gelosia, getta l'altro, che non sa nuotare, in acqua; poi, pentito, lo salva. Dopo una dissertazione sull'utopia ed aver eseguito un balletto durante l'ecografia, il tunnel d'osservazione si restringe fino a chiudersi. Il "Forte" sospetta che i genitori li stiano manipolando, e insegna al "Piccolo" a nuotare sott'acqua per contattare l'esterno da un altro tunnel. Il suo cordone si spezza, ma il "Piccolo" si salva lo stesso. Assiste anzi alla pubblicità di due curiose chat-line, per bambini ed anziani. Dopo aver saputo che vogliono chiamarli Iorio e Giannetto, i due hanno un rifiuto alla nascita che si traduce in un sogno dove la polizia li bracca per costringerli alla resa. Chiesta una mongolfiera ed ottenuto un aliante, i due escono dal nascondiglio e vengono crivellati di colpi. Poi giunge il momento di nascere e così sono costretti a venire al mondo.
SCHEDA FILM
Regia: Giovanni Veronesi
Attori: Ermanno Vaglietti, Filippa Lagerback - La Madre, Paolo Rossi - Il "Piccolo", Sergio Castellitto - Il "Forte"
Soggetto: Ugo Chiti, Giovanni Veronesi
Sceneggiatura: Ugo Chiti, Giovanni Veronesi
Fotografia: Roberto Forza
Musiche: Giancarlo Bigazzi
Montaggio: Nino Baragli
Durata: 85
Colore: C
Genere: GROTTESCO COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICO
Produzione: AURELIO DE LAURENTIIS
Distribuzione: FILMAURO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1996
CRITICA
"Grottesca, ma anche volgare e noiosissima favola surreale di Giovanni Veronesi, scritta con la complicità di Ugo Chiti, dove i due repellenti e antipatici protagonisti, trasformati in dementi feti nemici della pulizia, s'aggirano come zombi tra paesaggi lunari. Insomma, un'imbarazzante goliardata, in cui si sbadiglia a pieni polmoni senza ridere mai". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 2 dicembre 2000)
"Essere o neo-essere? 'Silenzio si nasce', con le sue sottolineature surreali, con la sua vocazione paradossale, non è ovviamente un film adagiato sugli standard. Non è commedia brillante, non è satira, non è fantascienza, non è cabaret. Assomiglia piuttosto a un'operetta morale, ad un apologo poco rassicurante, a una parabola cinica e minacciosa sul (non) vivere contemporaneo. L'utero come utopia, il ventre come luogo della mente, un sogno lungo nove mesi, il vuoto cosmico ma anche comico, l'horror vacui e l'attrazione fetale, natura e cultura come assurda antitesi, come disagio irreale. Sarebbe un grossolano errore critico giudicare il film limitandosi, dunque, al mero contesto, alla resa (pur ottima) del decor, al cupo e sornione duetto gemino tra Castellitto e Rossi (bravissimo) che recitano come clowns d'un impalpabile circo cerebrale, come in un trance di farneticazioni oniriche e smanie esistenziali. Di 'Silenzio si nasce' rimane a conti fatti un'impressione di morbosa incredulità, ma anche una sgradevole, forse voluta sensazione di ribrezzo intellettuale, fin troppo esacerbata per un film, che ingigantisce la verve filosofica a danno del puro, schietto divertimento." (Il Messaggero, Fabio Bo, 15/3/96)
"'Silenzio... si nasce' è una bizzarra commedia strutturata come un 'malinconico' kammerspiel e con un occhio al prototipo alleniano 'Tutto quello che vorreste sapere sul sesso...' Ma la chiave è personale e italianissima, a partire dal fantasioso set-utero ricco di umori, anfratti, fumi, rocce, sabbia, piscine creato dall'artista Giovanni Albanese e irrealisticamente fotografato da Roberto Forza. Al centro della scena, per comicità, umanità e naturalità, Castellitto e Rossi sono semplicemente straordinari." (La Stampa, Alessandra Levantesi, 15/3/96)
"Peccato che nel film manchi, in un certo senso, proprio la progressione del racconto, affidato alla verve primordiale dei due attori, tragicamente comici e comicamente tragici. Perché le ambizioni del tema non sono sottintese, anche se il pubblico di 'Senti chi parla' s'aspetta una pochade d'attrazione fetale. Restano l'originalità e la curiosità dell'esperimento, nella bellissima scenografia artigianale, senza effetti speciali, di Giovanni Albanese. Concesso il premio della stravaganza, il racconto risulta diverso e imbarazzante, un universo grottesco a due posti, con i coloratissimi Rossi e Castellitto che si espongono a trovate fantagoliardiche (i genitori che fanno l'amore, con le voci di Pieraccioni e della Mazzantini). Veronesi s'inchina al gioco del destino che comanda perfino i nomi: Jorio e Giannetto. Finché qualcuno, griderà:'Non voglio nascere!'. Urgono titoli di coda sereni, con le vere foto dei due attori fanciulli in fiore." (Corriere della Sera, Maurizio Porro, 16/3/96)