Sicilia!

GERMANIA 1998
Silvestro, giovane siciliano, decide di tornare nella propria terra natale dopo aver passato quindici anni nell'Italia del nord. In treno parla con alcuni viaggiatori, fin quando si vede scorrere dal finestrino il paesaggio siciliano. Giunto a destinazione, Silvestro va a casa. Qui ritrova la mamma e con lei comincia un fitto colloquio sul cibo, poi sul nonno, gran cavaliere e socialista, quindi sui comportamenti tenuti dalla donna dal momento in cui il marito se ne era andato con un'altra. Infine il giovane esce di casa, arriva nella piazza del paese, incontra un arrotino e si ferma a parlare con lui. L'arrotino si lamenta perché non ha niente da arrotare.
SCHEDA FILM

Regia: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet

Attori: Gianni Buscarino - Silvestro, Vittorio Vigneri - Arrotino, Angela Nugara - La madre, Carmelo Maddio - Uomo, Angela Durantini - Moglie dell'uomo, Simone Nucatola - Poliziotto, Ignazio Trombello - L'uno, Giovanni Interlandi - Viaggiatore, Giuseppe Bontà - Catanese, Mario Baschieri - Vecchietto

Sceneggiatura: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet

Fotografia: William Lubtchansky, Irina Lubtchansky, Marion Befve

Montaggio: Danièle Huillet, Jean-Marie Straub

Suono: Jean-Pierre Duret

Altri titoli:

Sicily!

Durata: 66

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.37)

Tratto da: ROMANZO "CONVERSAZIONE IN SICILIA" DI ELIO VITTORINI.

Produzione: STRAUB-HUILLET, IN COPRODUZIONE CON PIERRE GRISE PRODUCTIONS, CENTRE NATIONAL DE LA CINEMATOGRAPHIE, ALIA FILM, ISTITUTO LUCE

Distribuzione: ISTITUTO LUCE (1999)

Data uscita: 1999-09-05

NOTE
- MUSICA: SUONI D'AMBIENTE.

- TESTO: DA "CONVERSAZIONE IN SICILIA" DI ELIO VITTORINI.

- PRESENTATO AL 52. FESTIVAL DI CANNES (1999) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.
CRITICA
"Nonostante il taglio di alcune conversazioni, Straub e Huillet rivisitano il romanzo di Vittorini col rigore filologico e proprio delle loro opere tratte da testi preesistenti. Il viaggio del protagonista verso la sua terra d'origine in cerca d'un senso da dare alle 'offese del mondo' è scandito dagli incontri con alcuni personaggi (...) I registi, dando immagine e suono ai dialoghi scarni, ne rimarcano l'atmosfera rarefatta, quasi rituale; sono riproposti il bianco e il nero e l'essenzialità compositiva delle fotografie scattate dallo stesso scrittore per l'edizione Bompiani del 1952. Lo schermo è un piatto da riempire con cura di cose essenziali. Nella staticità degli attori, nel sonoro che può azzittirsi all'improvviso, nella lenta panoramica ripetuta per tre volte sull'assolato paesaggio siciliano, il movimento non va ricercato nella fisicità delle immagini, ma nell'interiorità dei personaggi e degli spettatori." (Eliana Elia, 'Segnocinema', settembre/ottobre 2000)