Il fotografo Thun e la sua fidanzata Jane, dopo essere stati coinvolti in un incidente automobilistico dal quale sono fuggiti senza prestare soccorso, scoprono delle ombre misteriose in alcune fotografie. Iniziano allora un'indagine per scoprirne la causa, ma ben presto da cacciatori si trasformano in prede...
SCHEDA FILM
Regia: Banjong Pisanthanakun, Parkpoom Wongpoom
Attori: Ananda Everingham - Tun, Natthaweeranuch Thongmee - Jane, Achita Sikamana - Natre, Unnop Chanpaibool - Tonn, Binn Kitchacho - Assistente editore rivista, Chachchaya Chalemphol - Moglie di Tonn, Samruay Jaratjaroonpong, Jitrada Korsangvichal - Infermiera, Panitan Mavichak - Nuch, Sivagorn Muttamara - Meng, Saifon Nanthawanchal - Sposa, Kachormsak Naruepatr - Tee, Panu Puntoomsinchal - Sposo, Duangporn Sontikhan - Infermiera, Achita Wuthinounsurasit - Netre, Titikarn Tongprasearth - Jim, Abhijati 'Meuk' Jusakul - Editore rivista
Sceneggiatura: Banjong Pisanthanakun, Parkpoom Wongpoom, Sopon Sukdapisit
Fotografia: Niramon Ross
Musiche: Chartchai Pongprapapan
Montaggio: Manop Boonvipat, Lee Chatametikool
Altri titoli:
Shutter: They Are Around Us
Durata: 97
Colore: C
Genere: HORROR FANTASY
Produzione: GMM, PHENOMENA
Distribuzione: KEY FILMS (2006)
Data uscita: 2006-06-30
CRITICA
"Debutto di due colti, premiati registi thailandesi, Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom, questo horror thai sta nella tendenza del terrore tecnologico - là una cassetta o un telefonino, qui la macchina fotografica - iniettando il sospetto che la realtà non è quella che sembra, come diceva Antonioni in Blow up. Questi fantasmi: una giovane coppia investe in auto una ragazza, non la soccorre e si scatena l'inferno, foto che appaiono popolate di spiriti e presenze moleste in casa. Chi si merita chi? Fra tante ansie fasulle, 'Shutter' fa paura sul serio, forse perché il sospetto paranormale ci riguarda tutti perché si basa sul fatto che la Verità non esiste, tutto è possibile. C' è uno stile, fatto di tenuta e rigore pur su stereotipi noti, ci sono il tango di 'Volvér', due volti belli e la sensazione di qualcosa che incombe in una progressione di effetti che fa sospettare del talento." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 30 giugno 2006)