Al ritorno dalla loro luna di miele, Shrek e Fiona sono invitati a casa dei genitori di lei, re Harold e la regina Lilian del regno di 'Molto Molto Lontano'. Tutti i cittadini si radunano per festeggiare il ritorno della principessa e i sovrani, ignari della vera identità degli sposi, non vedono l'ora di riabbracciare l'amata figlioletta e il 'nuovo' principe. Ma la scoperta della verità manda all'aria i piani che il re aveva fatto sul futuro di sua figlia e del suo regno, quindi, per correre ai ripari chiede l'aiuto della Fatina Buona, del Gatto con gli stivali e del bellissimo Principe Azzurro...
SCHEDA FILM
Regia: Kelly Asbury, Conrad Vernon, Andrew Adamson
Soggetto: William Steig - libro, Andrew Adamson
Sceneggiatura: Andrew Adamson, Joe Stillman, J. David Stem, David N. Weiss
Musiche: Harry Gregson-Williams
Montaggio: Michael Andrews (II), Sim Evan-Jones
Scenografia: Guillaume Aretos
Costumi: Isis Mussenden
Effetti: Ken Bielenberg, Philippe Gluckman
Durata: 98
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE AVVENTURA FANTASY MUSICALE COMMEDIA FAMILY
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85) - TECHNICOLOR
Tratto da: personaggi creati da William Steig
Produzione: DREAMWORKS, PACIFIC DATA IMAGES
Distribuzione: UIP - DVD E BLU-RAY: PARAMOUNT HOME ENTERTAINMENT (2010)
Data uscita: 2004-12-17
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL 57MO FESTIVAL DI CANNES (2004).
- NELLA VERSIONE ORIGINALE LE VOCI SONO: MIKE MYERS (SHREK), EDDIE MURPHY (CIUCHINO), CAMERON DIAZ (FIONA), JULIE ANDREWS (REGINA LILIAN), JOHN CLEESE (RE HAROLD), ANTONIO BANDERAS (GATTO CON GLI STIVALI), RUPERT EVERETT (PRINCIPE AZZURRO), LARRY KING (LA BRUTTA SORELLASTRA) E JENNIFER SAUNDERS (FATINA BUONA).
- DUE CANDIDATURE AGLI OSCAR 2005: MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ('ACCIDENTALLY IN LOVE' DI DAVID BRYSON, ADAM DURITZ, DAVID IMMERGLUCK, MATTHEW MALLEY, DAN VICKREY, CHARLES GILLINGHAM, JIM BOGIOS), MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO ANIMATO.
CRITICA
"Il solito sequel costruito per sfruttare il successo del primo e più consistente episodio. Magari stava meglio fuori concorso. I personaggi li conosciamo, e quelli nuovi non sono certo all'altezza dell'originale (anche se il gatto con gli stivali doppiato da Banderas è uno spasso); mentre il politicamente scorretto dell'originale è ampiamente annacquato a favore della solita satira di Hollywood e degli hollywooditi. Eppure la platea stampa, in palese debito di risate, lo ha accolto festosamente come si fa con i vecchi amici." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 maggio 2004)
"È molto spiritoso e divertente il sequel in animazione digitale di 'Shrek', cartone quasi sovversivo, elogio della bruttezza e della diversità della Dreamworks che annuncia, visti gli incassi (878 milioni di dollari a tutt'oggi), altre due puntate, più una valanga di gadget, i videogiochi e l'home video anche in 3D. (?) Il film, in originale doppiato da divi e divine e diretto a sei mani dall'antidisneyano Andrew Adamson, Kelly Asbury e Conrad Vernon, vince soprattutto per il ritmo senza soste, la simpatia dei caratteristi (l'asino impiccione, quasi un ménage a tre), il gusto delle citazioni. E soprattutto l'ironia con cui rilegge non solo le fiabe celebri - fanno parte del cast un adorabile, ispanico ed ipocrita Gatto con gli stivali, Pinocchio, i porcellini, l'omino di marzapane - ma anche lo stile soap, un certo cinema sofisticato dei padri della sposa e l'ottimismo alla Frank Capra. Perché 'Shrek 2' si svolge in un paese lontano lontano che sembra proprio Hollywood e ogni riferimento non è mai casuale. Un'esplosione di furberia, di tecnica e di pazienza (una settimana per girare dai 3 ai 5 secondi di film) in cui l'uso della computer graphic permette miracoli incredibili (i peli del gatto, i 218 muscoli del viso dell' orco e altre maraviglie), aiuta la psicologia e dà vita a uno stile che non diventa ibrido né macabro. Come Gli incredibili anche 'Shrek' si rivolge a più generazioni con più livelli di lettura: ha fatto ballare e cantare anche il pubblico cinefilo di Cannes."
(Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 dicembre 2004)
"A Cannes eravamo in pochi a trovare il numero 2 meno geniale del primo, vediamo di spiegare perché. Intanto latita la sorpresa. Un seguito è un seguito, d'accordo. Ma con la scusa di andare sul sicuro, anziché sovvertire l'universo delle fiabe qui si prendono per i fondelli Hollywood e dintorni, esercizio un tantino meno originale. Secondo: i personaggi. 'Shrek' reinventava mostri e creature bizzarre; 'Shrek 2' allarga lo spazio riservato ai cosiddetti umani (sempre una perdita, in un film d'animazione) e gioca di parodia. Così, in versione principe azzurro l'orco verde diventa uno pseudo-Clooney; il regno di Lontano Lontano somiglia a Beverly Hills; l'arresto di Shrek apre il Tg. E ovviamente fioccano le citazioni, esilaranti ma sempre citazioni. Detto questo, per carità, il film resta piacevolissimo e divertente, specie quando è in scena il Gatto con gli Stivali (unica vera novità), sicario che sa essere feroce e tenerissimo, proprio come i gatti veri (irresistibile 'La vida loca cantata' con la voce ribalda e l'accento latino di Banderas!). Insomma un ottimo numero 2, niente di più. Che magari, come spesso accade, incasserà più del primo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 dicembre 2004)
"Scritto con un copione di Frank Capra, il film tiene più della classica commedia di carattere che del cartone animato, ma è simpatico, accattivante e tonificato da voci famose (Eddie Murphy, Julie Andrews, Antonio Banderas) che lanciano una bella sfida ai doppiatori." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 16 maggio 2004)
"Il primo 'Shrek' è piaciuto moltissimo; 'Shrek 2' di Andrew Adamson, Kelly Asbury e Conrad Vernon, seconda avventura, è carino, spiritoso, divertente, ricco di idee, trovate, allusioni, un sequel riuscito persino meglio dell'originale per grazia ed umorismo. Il Reame Lontano Lontano somiglia a Hollywood (palme, negozi di Versace, il nome scritto a grandi caratteri sulla collina) e il ballo a Corte somiglia alla passerella dell'Oscar. Tecniche 3D di altissimo livello. Scelta elevata di voci per il doppiaggio inglese (Eddie Murphy, Antonio Banderas, Cameron Diaz, Rupert Everett, Julie Andrews). Morale della favola? Facile e falsa, nel tempo dell'apparire: l'aspetto non conta nulla, l'importante è la felicità." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 dicembre 2004)
"È il film vittorioso per le feste di Natale. Il cartoon digitale Dreamworks sull'orco verde e la sua signora che capitano nel regno dei sogni ha conquistato minorenni e maggiorenni. Non solo per i miracoli della tecnica e del computer, non solo per il suo essere politically correct nell' accettare i mostri perché le virtù a volte non si vedono, ma anche per gli ottimi e abbondanti riferimenti al cinema che canta, conta e che piace." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 22 gennaio 2005)