Shortbus - Dove tutto è permesso

Shortbus

USA 2006
New York. Lo 'Shortbus' è un singolare locale notturno gestito dal travestito Justin Bond e frequentato da una serie di personaggi, tutti alla ricerca di nuove esperienze sessuali. Sofia, sposata da tempo con Rob, è una sessuologa che in tanti anni di matrimonio non ha mai provato completa soddisfazione durante i rapporti con il marito. La coppia gay James e Jamie, ha deciso di allargare i propri orizzonti sessuali. Severin, una ragazza sola e complessata, si prostituisce con clienti masochisti.
SCHEDA FILM

Regia: John Cameron Mitchell

Attori: Sook-Yin Lee - Sofia, Paul Dawson - James, Justin Bond - Tenutaria, PJ DeBoy - Jamie, Raphael Barker - Rob, Jay Brannan - Ceth, Peter Stickles - Caleb, Daniela Sea - Principino, Rachael C. Smith - Zoey, Lindsay Beamish - Sian, Yolonda Ross - Faustus

Sceneggiatura: John Cameron Mitchell

Fotografia: Frank G. DeMarco

Musiche: Yo La Tengo, Michael Hill - consulenza musicale

Montaggio: Brian A. Kates

Scenografia: Jody Asnes

Costumi: Bart Mueller, Kurt Swanson

Effetti: John Bair

Altri titoli:

The Sex Film Project

Durata: 102

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: PROCESS PRODUCTIONS, Q TELEVISION

Distribuzione: BIM

Data uscita: 2006-11-24

NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO AL 59MO FESTIVAL DI CANNES (2006).

- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 28/05/2019 HA ABBASSATO IL DIVIETO DI VISIONE DA 18 AI 14 ANNI.
CRITICA
"Rifiutato con una micidiale miscela di razzismo e moralismo da molti multiplex, il secondo film del regista gay John Cameron Mitchell, che viene da una famiglia super cattolica e militare di El Paso, è oggettivamente un 'porno': (....) Ma non è affatto un film pornografico, usa spesso la trasmissione non verbale: è un porno con l'anima, come si diceva dei kolossal. (...) Mai Shakespeare fu più appropriato: pene d'amor perdute che il regista ha girato sulla base di storie autentiche. All'inizio il film esibisce tutto ciò che può, poi gli prende la malinconia e accelera su compassione, sentimenti, affetti, tutte cose assenti dalla tecnica porno. Ogni scandalo choc sembrerà dunque ridicolo, perché se è compiacimento è una scorciatoia verso la disperazione quasi universale. Cannes ha proiettato il film e la Bim con coraggio lo distribuisce senza tagli. Sta alla maturità sessuale del pubblico cercare di capirlo in quello che non espone. E se proprio non si vuole contaminarsi col cuore, allora vale l'interesse sociologico per un mondo lontano dal 90% degli spettatori ma sulla cui curiosità si può scommettere. Attori? Bravi e soprattutto giusti." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera, 24 novembre 2006)

"Per deprecare Bush ognuno s'arrangia come può. Così il regista e sceneggiatore John C. Mitchell ha usato in 'Shortbus' i primi argomenti utili: erezioni, penetrazioni (...). Sia pure sbilanciato sul versante omo, il porno-manifesto rubacchia cadenze e atmosfere a Woody Allen e al serial 'Sex and the City' (...) Un filmucolo pretenzioso e disonesto che tenta di contrabbandare un manipolo di disadattati per indomiti resistenti allo spaesamento morale di un'epoca e di una politica. 'Shortbus' qualche goliardica risata qua e là riesce a strapparla, ma poi mostra tutta la sua melensaggine moralistica nei finali che si premurano di rimettere insieme i cocci delle dissolutezze e delle aspirazioni sessuali delle (presunte) vittime del sistema. Basti pensare ai gay che, dopo aver sventagliato le proprie superdoti, si mettono a piagnucolare sull'idillio perduto come tremuli orfanelli o alla coppia che, grazie alla consulenza di lesbiche no-global, si ricompatta praticando ogni sorta di occasionali sfrenatezze. Attenzione, però, alla penna di un Tom Wolfe che ne trarrebbe materia per uno dei suoi réportages al vetriolo sui riti newyorkesi pseudo-alternativi." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 25 novembre 2006)