Nel corso dell'ultima, decisiva partita del campionato di calcio il fuoriclasse Fung accetta una 'bustarella' dal compagno Hung, sbaglia un calcio di rigore e condanna alla sconfitta la propria squadra. Anni dopo Fung - ridotto a vagabondare per le strade con la carriera distrutta e un matrimonio fallito alle spalle - incontra quasi per caso Sing, uno studente di Shaolin Kung Fu e subito vede in lui un potenziale astro nascente del pallone. Convinto Sing ed i suoi amici a formare una squadra di calcio, Fung, nei panni di allenatore, si decide a voler cambiare il volto di questo sport. Partita dopo partita gli Shaolin arrivano in finale, dove dovranno scontrarsi con la squadra del vecchio amico di Fung, Hung.
SCHEDA FILM
Regia: Stephen Chow
Attori: Stephen Chow - Sing 'Gamba D'Acciaio', Vicki Zhao - Mei 'Ravioli Kung Fu', Ng Man-Tat - Fong 'Gamba D'Oro', Patrick Tse Yin - Hung 'O' Fetentone', Li Hui - La Ragazza Bella, Mo Mei Lin - 'Riportone', Tim Kai Man - 'Canotta D'Oro', Chan Kwok Kwan - 'Kara Oke', Wong Kai Tug - 'Testa D'Acciaio', Sarondar Li, Yut Fei Wong - Iron Head, Lam Tie Chung - 'Buzzico'
Soggetto: Kan-Cheung Tsang, Stephen Chow
Sceneggiatura: Stephen Chow, Kan-Cheung Tsang
Fotografia: Kwen Pak-Huen, Kwong Ting Wo
Musiche: Raymond Wong
Montaggio: Kai Kit-Wai
Scenografia: Ho Kim Hung
Costumi: Choi Yin-Man, Choy Yim Man
Effetti: Centro Digital Pictures Ltd., James W. Kristoff, John Follmer, Dobbie Schiff, Metro Light Studios
Altri titoli:
KUNG-FU SOCCER
Durata: 87
Colore: C
Genere: AZIONE COMMEDIA
Produzione: STAR OVERSEAS, UNIVERSE ENTERTAINMENT
Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA (2003)
Data uscita: 2003-04-11
CRITICA
"I film cinesi-cinesi, cioè non di Hong Kong, sono spesso belli. Lo è anche 'Shaolin Soccer', che Stephen Chow, scrive, dirige e interpreta dimostrando di conoscere i tre mestieri e di essere anche uno che rispetta i tempi dello spettacolo, visto che fa durare il film tre minuti meno di un partita. Trattandosi di una storia d'azione, 'Shaolin Soccer' tiene nonostante l'insana idea di doppiarlo con vociacce di calciatori veri, neanche tutti italiani, che prendono a calci la dizione ben peggio che il pallone". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 11 aprile 2003)
"Il film più allucinato, assurdo, divertente della stagione: un cocktail di calcio e kung fu, disegni animati e umorismo demenziale alla Zucker-Abrahams-Zucker (metà delle battute sono sotto la soglia dell'intelligenza, metà geniali). (...) Rafforzato da iperbolici effetti speciali digitali, il pasticcio di generi è irresistibile, infantile nel programmare la recessione infantile dello spettatore. Qualcuno, più sofistico, ci ha visto una riflessione sulle tecniche di comunicazione: gli Shaolin si fanno pubblicità? Più semplice (e plausibile) il marketing nostrano, che ha affidato il doppiaggio a giocatori della Lazio e della Roma". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 aprile 2003)
"'Shaolin Soccer' non è una commedia global che frulla generi diversi, animazione digitale e videogame sportivo. Non cerca soltanto di conciliare i canoni iconografici di Hong Kong a quelli occidentali e al gioco del calcio, perché non è un patteggiamento di estetiche. E' piuttosto un nonsense di sguardi, un delirio di codici linguistici diversi che si muovono tra accumulazione e kitsch, giocate strabilianti e personaggi buffi, dribbling inverosimili e freak di quartiere. E soprattutto è un gioco di effetti speciali che non rimandano solo idealmente al cinema d'animazione ma consentono una vera e propria cartoonizzazione di corpi. Ecco la vera forza comica e visiva del film: i freak-giocatori saltano, schizzano, si sciolgono, volano in ogni angolo del campo, o del cielo che sovrasta il rettangolo di gioco, come non si era visto neanche in 'Space Jam', e gli 'still frame' realizzati al computer possono dilatare, improvvisamente, la frenesia dell'azione e permettere alla mdp di muoversi tra gambe, piedi e teste altrimenti in continuo movimento". (Luca Bernabé, 'Duel', 11 aprile 2003)
"Con vigore onomatopeico, 'soccer' significa calcio, e sembra di sentire il colpo del piede sul pallone. In questo prodotto scientemente 'demenziale' il suono diventa di volta in volta boato, sibilo extraterrestre, o quello che volete nella dimensione surreale e parodistica che combina l'idea di calcio-spettacolo alla performance rocambolesca del cinema d'azione di Hong Kong. (…) a un giocatore emarginato a formare una squadra di calcio e guidarla alla vittoria. Non c'è storia, se non quella di un paio di partite giocate come una battaglia di Guerre stellari. Prova estrema, caricata, a volte noiosa, di performance di cinema d'effetto speciale, conta su una divertente idea di doppiaggio: i personaggi sono caratterizzati da inflessioni regionali fornite, in Italia, da giocatori della Roma (Del Vecchio, Candela, Tommasi) e della Lazio (Mihajlovic, Pancaro, Peruzzi). Una baraonda". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 13 aprile 2003)
"Nella Cina moderna un ex giocatore di football e un monaco shaolin congiungono i propri sforzi, mettono insieme una squadra di relitti e si aggiudicano il campionato con la formula calcio+kung fu+filosofia zen. Culto in patria e caso (ma tagliato) in America, il film di Stephen Chow è una gioiosa pochade che unisce infantile ottimismo (volere è potere), romanticismo naif ed effetti speciali. Jackie Chan è pronto per la pensione". (Paola Piacenza, 'Io Donna', 19 aprile 2003)