Cina, anni '60. Una ragazza di 19 anni si vede costretta ad abbandonare la sua città natale e gli amici più cari perché il padre ha deciso di trasferirsi per seguire il consiglio dato dal governo: stabilirsi nelle regioni più povere per aiutare l'industria locale...
SCHEDA FILM
Regia: Wang Xiaoshuai
Attori: Gao Yuanyuan - Hong Qing, Yan Anlian - Zemin Wu, Wang Xueyang - Zhen Xiao, Li Bin (II) - Gen Xiao, Tang Yang - Zhou Meifen
Sceneggiatura: Wang Xiaoshuai
Fotografia: Wu Di
Musiche: Zhang Wu
Montaggio: Yang Hongyu
Scenografia: Wu Zhang, Huatong Li
Durata: 123
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: DEBO FILM LTD.
Distribuzione: TEODORA FILM
Data uscita: 2005-12-07
NOTE
- PREMIO DELLA GIURIA AL 58MO FESTIVAL DI CANNES (2005).
CRITICA
"Se il film precedente del cineasta, 'Le biciclette di Pechino', era post-neorealista, questo rientra nella tradizione del melodramma per il continuo 'crescendo' con cui articola gli eventi. Wang Xiaoshuai possiede in abbondanza il talento della narrazione filmica, come l'abilità nello sfruttare i tagli temporali e il fuori-campo per far crescere la tensione e la partecipazione emotiva dello spettatore. La fotografia è bella e le luci, particolarmente curate, immergono i personaggi in un'indefinibile atmosfera di malinconia. Non ultimo merito, il regista dirige gli attori con sobrietà, rendendo credibili e coinvolgenti i personaggi. A partire da Gao Yuanyauan, che a casa sua è una modella di successo ma, nella parte dell'infelice eroina, non pare per niente un prodotto della globalizzazione." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 9 dicembre 2005)
"Veristico, implacabile, minuzioso: dopo tante metafore e film di genere, la Cina inizia a raccontare la sua storia. Non smetterà tanto in fretta." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 dicembre 2005)
"Wang Xiao-shuai, regista delle 'Biciclette di Pechino', fa un discreto amarcord anti potere in Cina raccontando come negli anni '80 la sua famiglia fu gentilmente invitata ad emigrare da Shangai ai monti Guizhou preparando la linea offensiva anti sovietica, educando i figli a non socializzare coi contadini. Con l'auricolare sul cuore del suo passato, l'autore racconta con pathos e intelligenza l'istruttiva storia di una ragazza dalle controversie sentimentali che vede spenti dal regime casalingo i mini sogni di libertà e d'amore. Motivi di dibattito in un'opera romanzesca, lunga ma appassionante: la famiglia del padre padrone, le restrizioni scolastiche che vietano capelli sciolti e pantaloni larghi, un locale coi ragazzi che ballano tra loro. Un poema malinconico sul passato, che dà il meglio quando parla sottovoce e col cuore." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 16 dicembre 2005)