A Londra, nell'estate del 1593, Will Shakesperare, giovane autore in forte ascesa nel vivace panorama teatrale della capitale, cade improvvisamente preda di un pericoloso blocco creativo. Non riesce più a trovare la fantasia per cominciare a scrivere un'opera di cui ha concepito finora solo il titolo: "Romeo e Ethel, la figlia del pirata". Impresari e proprietari di teatri lo incalzano, ma lui subisce molto la contemporanea presenza del drammaturgo Christopher Marlowe, considerato il migliore di tutti. La fortuita conoscenza di una misteriosa ragazza gli dà di nuovo slancio e fiducia in se stesso. Scrive il testo che, con qualche suggerimento, viene a mano a mano modificandosi, e, allo stesso tempo, comincia a provarne la messa in scena. La convenzione dell'epoca proibisce alle donne di calcare il palcoscenico. Per il ruolo di Romeo si presenta un giovane, che dopo qualche incertezza, viene accettato. Sotto spoglie maschili, si tratta in realtà di lady Viola, figlia di una nobile famiglia con una grande passione per il teatro. Lady Viola non è altro che la ragazza di cui Will si è innamorato perdutamente. Will corteggia Viola sotto il balcone di casa, e infine sale, e, di nascosto, passano la notte insieme. Sono innamoratissimi, ma lei, per motivi di casata, è destinata a sposare l'insopportabile lord Essex. Mentre le prove vanno avanti, il falso attore viene scoperto e allontanato, il teatro chiuso. La messa in scena riprende in un altro spazio, ma, per la sera della prima, viene improvvisamente a mancare l'attore che interpreta Giulietta. Viola, che è tra il pubblico, scende e ne prende il posto. La commedia viene rappresentata, e il successo è grande. Ma la convenzione è ancora più forte. E nemmeno la regina, che pure ha capito la situazione, vuole spezzarla: Viola sposa Essex e lo segue nelle Americhe. Ma, prima di partire, lascia a Will l'ispirazione per una nuova, affascinante commedia.
SCHEDA FILM
Regia: John Madden
Attori: Joseph Fiennes - Will Shakespeare, Gwyneth Paltrow - Viola, Colin Firth - Conte di Essex, Judi Dench - Elisabetta I, Geoffrey Rush - Henslowe, Ben Affleck - Ned Alleyn, Tom Wilkinson - Fennyman, Imelda Staunton - La nutrice, Rupert Everett - Christopher Marlowe, Georgie Glen - Dama, Nicholas Boulton - Henry Condell, Desmond McNamara - Crier, Barnaby Kay - Nol, Patrick Barlow - Will Kempe, Anthony Sher - Dottor Moth, Tim McMullen - Frees, Steve O'Donnell - Lambert, Robin Davies - Master Plum, Martin Clunes - Burbage, Jim Carter - Ralph Bashford, Simon Callow - Tilney, Steven Beard - Il prete, Paul Bigley - Peter, Rupert Farley - Barman
Soggetto: Tom Stoppard, Marc Norman
Sceneggiatura: Marc Norman, Tom Stoppard
Fotografia: Richard Greatrex
Musiche: Stephen Warbeck
Montaggio: David Gamble
Scenografia: Martin Childs
Arredamento: Jill Quertier
Costumi: Humberto Cornejo, Sandy Powell
Effetti: Stuart Brisdon, Antony Hunt, The Magic Camera Company
Durata: 123
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: ARRIFLEX 535B, SUPER 35, SCOPE, 35 MM (1:2.35)
Produzione: BEDFORD FALLS PRODUCTIONS, MIRAMAX FILMS, UNIVERSAL PICTURES
Distribuzione: UNITED INTERNATIONAL PICTURES (1999) - UNIVERSAL VIDEO
NOTE
- OSCAR 1999 PER: MIGLIOR FILM, MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA (GWYNETH PALTROW), MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA (JUDI DENCH). MIGLIORI SCENOGRAFIE, MIGLIORI COSTUMI, MIGLIOR COLONNA SONORA, MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE. ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR REGIA, ATTORE NON PROTAGONISTA (GEOFFREY RUSH), FOTOGRAFIA, MONTAGGIO, SUONO E TRUCCO.
- ORSO D'ARGENTO PER LA SCENEGGATURA AL 49. FESTIVAL DI BERLINO (1999).
- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 1999 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
- BAFTA 1999 PER: MIGLIOR MONTAGGIO, MIGLIOR FILM, MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA (JUDI DENCH).
- GOLDEN GLOBES 1999 (CATEGORIA MUSICAL/COMMEDIA) PER: MIGLIOR FILM E ATTRICE (GWYNETH PALTROW).
CRITICA
"In una svariante successione di scene e costumi, animata da attori superbi, il film fuga i sospetti di maniera per il fresco vitalismo che lo pervade. Diverte gli esperti con le sue allusioni dotte (vedi la stravagante ipotesi sull'assassinio di Marlowe, Rupert Everett) e non necessita di spiegazioni per lo spettatore comune". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 27 febbraio 1999)
"Cosicché 'Shakespeare in Love' si può leggere anche come un'abile cinevariazione sul tema dell'inaffondabile 'Romeo e Giulietta'. Con la differenza che i due protagonisti di fondo sanno (o meglio, lo sanno gli eccellenti sceneggiatori Tom Stoppard e Marc Norman) che le loro pene d'amore lungi dal venire perdute sono destinate a sublimarsi in versi immortali. Magnificamente girato, ambientato e recitato (dalla regina Judi Dench all'impresario Geoffrey Rush), qui siamo sul piano di un'affascinante divertimento che intessuto di continui rimandi all'opera shakespeariana (tanto ben simulati da non pesare sullo spettatore) ne ribadisce l'inesauribile vitalità". (Alessandra Levatesi, 'La Stampa', 27 febbraio 1999)
"Ciò che sorprende è la 'normalità' della regia di John Madden, poco più che dignitosa, e la debolezza dei due attori principali rispetto a prestigiosi comprimari come Judi Dench, Colin Firth, Geoffrey Rush e Rupert Everett. Gwyneth Paltrow, che pure la Miramax ha imposto come conditio sine qua non per fare il film, è inadeguata e del tutto incredibile quando si traveste da ragazzo; Joseph Fiennes, fratello di Ralph, attraversa il film con gli occhioni perennemente sbarrati. Il vero Shakespeare, che era anche un attore, l'avrebbe cacciato dal Globe a pedate". (Alberto Crespi, 'l'Unità', 26 febbraio 1999)