Seven

Se7en

USA 1995
L'anziano ed esperto detective nero William Somerset mentre sta per andare in pensione viene affiancato dal giovane e irruento collega bianco David Mills. Per la sua vasta esperienza il primo tratta con sufficienza l'altro, specie quando devono indagare sull'assassinio di un iperobeso, ingozzato per i suoi peccati di "gola" fino al soffocamento. Mentre Somerset vorrebbe lasciare il caso a Mills, convinto che l'omicida sia un serial-killer, il capo insiste perché i due lavorino assieme. La moglie di Mills, Tracy, convinta che Somerset sia un opportuno freno all'irruenza del marito, lo invita a cena e simpatizza con lui. La seconda vittima è Gould, un losco avvocato noto per la sua "avarizia": viene scoperto che un quadro è stato capovolto dal killer ed all'interno spicca la scritta "aiutatemi" scritta col sangue e si notano alcune impronte, le quali, dopo lunga ricerca, risultano essere di un pregiudicato, che viene trovato nella sua abitazione morto per "accidia". Poi Tracy invita Somerset per un drink e gli confida che aspetta un bambino. Intanto proseguono le ricerche nella biblioteca, e Somerset chiede ad un informatore dell'F.B.I. notizie su libri legati ai sette peccati capitali ed eventuali lettori di libri schedati dai Federali. Scoprono così un testo preso in prestito da tale John Doe e vanno all'abitazione di costui che, rientrando, spara agli agenti e fugge, inseguito da Mills che viene ferito dal killer. Sfondata la porta dell'appartamento, trovano un armamentario inquietante, ma nessuna impronta dell'omicida che, frattanto, punisce la "lussuria" costringendo un uomo a sventrare una prostituta con un infernale aggeggio; poi il killer punisce la "superbia" tagliando la faccia ad una donna esibizionista; infine, a sorpresa, il killer si costituisce. Dichiara di aver nascosto gli ultimi due corpi in una località deserta fuori città, dove li consegnerà solo ai due detective. Qui l'autista di un furgone recapita, a sorpresa, un pacco con dentro la testa di Tracy: John l'ha uccisa per "invidia" di Mills, che colto da "ira", nonostante le suppliche di Somerset, lo uccide.
SCHEDA FILM

Regia: David Fincher

Attori: Morgan Freeman - William Somerset, Brad Pitt - David Mills, Gwyneth Paltrow - Tracy, Kevin Spacey - John Doe, John C. McGinley - California, Bob Mack - Goloso, John Cassini - Agente Davis, R. Lee Ermey - Capitano, Ter Combrie - Dr. O'Neill, Daniel Zacapa - Detective Taylor, Andrew Kevin Walker - Uomo morto, Richard Roundtree - Martin Talbot, Peter Crombie - Dottor O'Neill

Soggetto: Andrew Kevin Walker

Sceneggiatura: Andrew Kevin Walker

Fotografia: Darius Khondji

Musiche: Howard Shore

Montaggio: Richard Francis-Bruce

Scenografia: Arthur Max

Arredamento: Clay A. Griffith

Costumi: Michael Kaplan

Durata: 127

Colore: C

Genere: THRILLER

Specifiche tecniche: 35 MM (EASTMAN EXR 50D 5245, EXR 200T 5287, EXR 200T 5293) - 1:2.35

Produzione: ARNOLD KOPELSON E PHYLLIS CARLYLE PER NEW LINE CINEMA

Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1995) - DVD CECCHI GORI HOME VIDEO (2002) - BLU RAY: CG HOME VIDEO (2009)

NOTE
- REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1995
CRITICA
"Due detective a caccia di un serial-killer che intende punire l'Umanità corrotta. Per questo inscena dei macabri delitti ispirati ai sette vizi capitali. Ma il rompicapo delirante coinvolge anche peccati e debolezze dei rappresentanti della Legge. Crudo, angoscioso, visionario, senza solarità. "Il silenzio degli innocenti" degli anni '90. Le idee di sceneggiatura sono abbondanti ma freddamente premeditate e confusamente concatenate: ed è il colmo che, in tanto spreco di torbide ossessioni, lo spettatore si scopra del tutto disinteressato ai casi dei poveri personaggi. Il difetto, a pensarci bene, sta nell'influsso cinéfilo europeo che induce promettenti ed aggiornati cineasti americani a rendersi sofisticati ed emblematici, mettendo allegramente nel cantuccio le proverbiali essenzialità ed asciuttezza drammaturgiche: come accade nel recente ed altrettanto elegante I soliti sospetti, il regista privilegia una lettura allusiva e trasgressiva (la rivolta contro il "corpo" ed il culto dell'esteriorità come patologia criminale intonata all'avanzare della Nuova Destra di Gingrich ecc.) alla plausibilità dei moventi, alla coerenza psicologica ed alla consequenzialità delle scene madri. (Il Mattino, Valerio Caprara, 31/12/95)"

"Forse, in un'opera di sicuro rilievo, lo sconcerto, l'annichilimento è più negli oggetti, nel mondo esteriore che nelle persone, nella loro interiorità. Il limite, questo, di un tipo di narrativa che, nata da un "genere", lo nobilita con trapianti di illustre derivazione. Ma, tutto sommato, non lo supera. E, rispetto a 'Il silenzio degli innocenti', rimanda un'angoscia che non si fa mai metafisica." (Avvenire, Francesco Bolzoni, 29/12/95)

"Presentandosi con dei titoli di testa ispirati ai modi dell'avanguardia e ricavando suggestione dalla fotografia "all'europea" del francese Darius Khondji (quello di 'Prima della pioggia'),' Seven', a differenza dei soliti "thrilling" tratta la violenza come una natura morta. C'è da scommettere che questo nuovissimo sorprendente Fincher ha una notevole familiarità con la pittura contemporanea: ed è proprio come se dei quadri di Francis Bacon fossero inseriti in un contesto ispirato agli iperrealisti made in USA. Il tutto attinge per virtù di stile a un livello tragico e metaforico decisamente insolito nel cinema di genere. Gli interpreti sono intonatissimi, oltre a quelli nominati, Kevin Spacey si fa apprezzare per un'ambiguità minacciosa da grande caratterista. Però Seven non sarebbe lo stesso film senza il carisma di Morgan Freeman, che sa essere incisivo attraverso la semplicità come riesce solo ai grandissimi. Già nominato per l'Oscar in 3 diverse occasioni, lo sarà di nuovo per Seven: e finora non si vede chi potrebbe contendergli il premio." (Corriere della Sera, Tullio Kezich, 19/12/95)