A Montecarlo, l'abile ispettore di polizia Bonnard inizia le indagini per scoprire il colpevole dell'assassinio di Madame Van Dougen. Egli ha sette indiziati: Phoebe, una piacevole giovane squattrinata e Julian Peters, un attore disoccupato, giunti in città con il treno per restituire dietro lauto compenso il bassotto Napoleone alla ricca Madame Van Dougen: i coniugi Neil e Marilyn Schwary che sono venuti in possesso di una valigia contenente il cadavere sezionato della donna assassinata; un irriducibile giocatore d'azzardo, il pingue Augie Morosco il quale, un tempo interessato ad acquistare il bassotto per ingraziarsi sua moglie Elena, sostiene di essere stato nel momento del delitto in compagnia di costei che, invece, esasperata dal continuo cedere del marito al vizio del gioco, si trovava con il play boy Alfonso de la Pena, amante di Madame Van Dougen. Dopo numerosi equivoci Bonnard scopre che i camerieri di Madame Van Dougen hanno ucciso la donna per impadronirsi dei suoi averi che spettano a chi ha in custodia Napoleone, cioè ad Alfonso de la Pena.
SCHEDA FILM
Regia: Eugene Levy
Attori: John Candy - Augie Morosco, James Belushi - Neil Schwary, Cybill Shepherd - Marilyn Schwary, Sean Young - Phoebe, Richard Lewis - Julian Peters, Ornella Muti - Elena Morosco, Giancarlo Giannini - Ispettore Bonnard, George Hamilton - Alfonso De La Pena, Marco Martinozzi - L'Agente, Giuseppe Perruccio - Poliziotto, Nino Richelmy - ", Ann Way - Governante, Charles Dubourgeot - Impiegato Del Casino, Riccardo Parisio - Ufficiale Della Dogana, Georges Carlo - Portier D'Albergo, Elsa Martinelli - Carla, Benedetto Fanna - Inserviente, Joss Ackland - Hercules Popodopulus, Mario De Candia - Testimone, Caterina Boratto - Madame De Senneville, Christian Bianchi - Camerieri Del Casino, Franco Angrisano - Passeggero Del Treno, Joffrey Andrews - Butler, Alessandro Amen - Facchino, Roberto Sbaratto - Detective Toussaint
Soggetto: Rodolfo Sonego, Stefano Strucchi, Giorgio Arlorio, Luciano Vincenzoni
Sceneggiatura: Nancy Meyers, Charles Shyer, Steve Kluger
Fotografia: Giuseppe Rotunno
Musiche: Richard Gibbs
Montaggio: Patrick Kennedy
Scenografia: Pier Luigi Basile
Costumi: Molly Maginnis
Durata: 96
Colore: C
Genere: COMICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: BASATO SU UNA SCENEGGIATURA DI RODOLFO SONEGO, GIORGIO ARLORIO, STEFANO STRUCCHI, LUCIANO VINCENZONI
Produzione: DINO DE LAURENTIIS COMMUNICATIONS
Distribuzione: ITALIAN INTERNATIONAL FILM (1992) - SKORPION ENTERTAINMENT
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: MARTHA DE LAURENTIIS.
CRITICA
"Remake del film Crimen diretto da Mario Camerini nel 1960, questa edizione farsesca americana di un classica commedia "giallonera" all'italiana risente di una mano registica particolarmente scolastica. Tutto è ben fotografato; la scenografia è ricchissima: gli interpreti sono anche di levatura, ma la sceneggiatura, i dialoghi e soprattutto il ritmo delle sequenze hanno qualcosa di inceppato ed inautentico che alla lunga finisce per annoiare. Non mancano battute e situazioni grossolane, e certo un cadavere a pezzi in valigia non costituirebbe di per sè motivo d'allegria, se non fosse uno dei più classici espedienti del grandguignol, anche qui usato in maniera farsesca, così come tutto il tono della pellicola è chiaramente centrato sull'humour nero." (Segnalazioni Cinematografiche, VOL.115, 1991).
"Una commedia meno brillante di quanto si annunciava e nemmeno il solito standard professionale americano riesce a mascherare approssimazioni narrative e incapacità di amalgamare la parodia del giallo e la comicità sentimentale." (Alberto Castellano, Il Mattino, 14/04/92).
"Remake di 'Crimen' di Camerini modesto e discutibile, tanto che, alla fine, ci si domanda il perché di tanto spreco di attori del Vecchio e Nuovo continente per una pellicola 'internazionale' in odor di patacca, a metà strada tra 'La pantera rosa' e 'Operazione San Gennaro'. Non esaltanti e un po' annoiate le prove degli interpreti." (Fabio Bo, Il messaggero 8/04/92).
"Spiace incontrare nel gruppo Ornella Muti, relegata ingiustamente quasi al rango di comparsa". (Gian Luigi Rondi, Il tempo 4/04/92).