Nel passato di Ben Thomas c'è un segreto che ha lacerato la sua anima e gli ha causato profondi sensi di colpa. In cerca di redenzione, Ben decide di aiutare a migliorare le vite di sette persone (dal punto di vista economico, spirituale o medico). Una volta che il piano di Ben si è messo in moto, nulla potrà modificarlo, ma un amore inaspettato renderà più difficile portare a compimento il progetto.
SCHEDA FILM
Regia: Gabriele Muccino
Attori: Will Smith - Ben Thomas, Rosario Dawson - Emily Posa, Woody Harrelson - Ezra Turner, Barry Pepper - Dan, Michael Ealy - Fratello di Ben, Sarah Jane Morris - Susan, Bill Smitrovich - George, Elpidia Carrillo - Connie Tempos, Robinne Lee - Sarah Jenson, Gina Hecht - Dottor Breyer, Joe Nunez - Larry, Bojana Novakovic - Julie, Judyann Elder - Holly, Tim Kelleher - Stewart Goodman
Soggetto: Grant Nieporte
Sceneggiatura: Grant Nieporte
Fotografia: Philippe Le Sourd
Musiche: Angelo Milli
Montaggio: Hughes Winborne
Scenografia: J. Michael Riva
Arredamento: Leslie A. Pope
Costumi: Sharen Davis
Effetti: Danny Braet, Dirk Rogers, CafeFX
Altri titoli:
Sieben Leben
Durata: 125
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: WILL SMITH, JAMES LASSITER, STEVE TISCH, JASON BLUMENTHAL, TODD BLACK E MOLLY ALLEN PER OVERBROOK ENTERTAINMENT, ESCAPE ARTISTS, COLUMBIA PICTURES, RELATIVITY MEDIA
Distribuzione: SONY PICTURES RELEASING ITALIA (2009) - DVD E BLU-RAY: SONY PICTURES HOME ENTERTAINMENT
Data uscita: 2009-01-09
TRAILER
NOTE
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURA ANCHE DOMENICO PROCACCI.
CRITICA
"Dopo l'anteprima, una voce amica molto autorevole mi aveva avvertito da Hollywood: «Mai visto un film più sbagliato...». Ma non tutti la pensano così. Certo siamo di fronte a un dramma che divide gli spettatori, come ha scritto Todd McCarthy su 'Variety': o ci stai, o no. Infatti le critiche sono nettamente spartite, con prevalenza di consenzienti; e i pareri del pubblico su Internet sono entusiastici. Da che parte schierarsi? (...)
Will Smith è un attore formidabile e lo conferma anche qui finché non ti stanchi, dopo quasi due ore, di scrutare sul suo volto l'interno affanno. La regia di Muccino è scattante, brillante, attenta ai particolari; e il testo di Grant Nieporte parte in modo davvero originale. Ma è ben noto che i paradossi a pensarci su finiscono per convincere sempre meno. Qualcuno ha scritto che dopo 'La ricerca della felicità' Smith & Muccino hanno voluto fare 'La ricerca dell'infelicità'. Se è vero, come sosteneva Strehler, che bisogna essere maestri di se stessi, interprete e regista si sono rivelati cattivi maestri. Dal loro successo in comune non hanno imparato granché. L'ambizione si è intorbidata, la freschezza si è dissolta nell'intellettualismo, il messaggio si è fatto confuso." (Tullio Kezich, 'Corriere della sera', 9 gennaio 2009)
"S'è parlato tanto della prima scena di sesso nella carriera di Will Smith: ma la sua con Rosario Dawson (che è una donna) è una scena d'amore. Nei film si vedono sempre dei letti, ma quasi mai ci entra chi ama il partner. In 'Sette anime' si ha invece questa sensazione. Così il pochissimo che si vede qui coinvolge più del molto che si vede altrove. Come si distingue un amplesso per amore da uno qualsiasi? Dalla preparazione, dal fatto che lui, ingegnere laureato al Mit di Boston, ripari - prima - una macchina da stampa del 1956 solo per far contenta lei. Una sceneggiatura e una regia con accortezze sono insolite. (...) . Quanto al titolo originale, le sette libbre alludono forse al peso delle anime che gravano sulla coscienza di Will Smith; quanto ai comprimari, Woody Harrelson ha pochi frammenti di film per sé, che in pellicola non pesano forse nemmeno sette libbre: ma restano in mente." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 9 gennaio 2009)
"Genere 'straziante'. Quello che costringe a piangere. Può indisporre. Tuttavia, per quanto indisponente,
'Sette anime' impone rispetto per il carico che si è sobbarcato Will Smith sotto lo schiacciante peso di un personaggio estremo e pieno di ombre, ossessionato dalla colpa e dalla ricerca di redenzione; e per la regia, la seconda firmata con la star da Gabriele Muccino." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 9 gennaio 2009)
"I critici statunitensi, con rare eccezioni, hanno picchiato duro, usando toni anche sarcastici, e vai a sapere se l'obiettivo fosse il film, certo ambizioso e inconsueto per gli standard hollywoodiani, o il divo nero, ormai asceso al rango di demiurgo, anzi di potenza industriale per via del fatturato." (Michele Anselmi, 'il Riformista', 9 gennaio 2009)