La 15enne Tom vive clandestinamente con il padre nella foresta che confina con Portland, in Oregon. Limitando il più possibile i loro contatti con il mondo moderno, padre e figlia formano una famiglia atipica e molto unita. Quando vengono costretti ad abbandonare il loro rifugio, ai due vengono offerti una casa, una scuola e un lavoro. Tuttavia, mentre il padre fa fatica ad adattarsi, Tom scopre con curiosità la nuova vita. È forse giunto per lei il tempo di scegliere tra l'amore filiale e questo nuovo mondo che la sta chiamando?
SCHEDA FILM
Regia: Debra Granik
Attori: Ben Foster - Will, Thomasin McKenzie - Tom, Dale Dickey - Dale, Jeff Kober - Mr. Walter, Isaiah Stone - Isaiah
Soggetto: Peter Rock - romanzo
Sceneggiatura: Debra Granik, Anne Rosellini
Fotografia: Michael McDonough
Musiche: Dickon Hinchliffe
Montaggio: Jane Rizzo
Scenografia: Chad Keith
Costumi: Erin Orr
Suono: Christian Dolan, Roberto Fernandez (II), Damian Volpe
Durata: 107
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: romanzo "L'abandon" di Peter Rock
Produzione: ANNE HARRISON, LINDA REISMAN, ANNE ROSELLINI PER BRON CREATIVE, TOPIC STUDIOS, HARRISON PRODUCTIONS, REISMAN PRODUCTIONS, STILL ROLLING PRODUCTIONS FILMS
Distribuzione: ADLER ENTERTAINMENT
Data uscita: 2018-11-08
TRAILER
NOTE
- PRESENTATO ALLA 50. QUINZAINE DES RÉALISATEURS (CANNES 2018).
CRITICA
"(...) Il film di Debra Granik, presentato al Sundance e alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes ricorda (forse troppo) le atmosfere e il senso della natura del suo precedente 'Un gelido inverno'. Granik si conferma regista di pause, di atmosfere, di paesaggi, ma qui la sua originalità è minore, con il rischio di un filo di maniera. E se il film precedente aveva lanciato una giovanissima Jennifer Lawrence, anche qui spicca la presenza della tredicenne Thomasin McKenzie, che si muove fragile ed energica, quasi incarnando col suo sguardo l'attitudine del film verso l'ambiguo mito della wilderness." (Emiliano Morreale, 'la Repubblica', 08 novembre 2018)
"È di certo il titolo più incongruente, diciamo pure, più menzognero dell'anno, perché 'Senza lasciare traccia' (Leave No Trace) rimane, altroché. Dietro la macchina da presa c'è l'americana, indie e classe 1963, Debra Granik, che aveva incantato con Un gelido inverno (Winter's Bone), quattro nomination agli Oscar e la consacrazione di Jennifer Lawrence nel 2010. Qui fa anche meglio: prende una storia-leggenda dell'area di Portland, già romanzata da Peter Rock in 'My Abandonement', e inquadra il passo a due di padre, Will (Ben Foster), e figlia, Tom (Thomasin McKenzie), in fuga dal mondo tra i boschi dell'Oregon. (...) tosto senza vantarsi, è l'elogio della libertà più compreso, motivato e radicale visto al cinema negli ultimi tempi. Forse è troppo sottile, pacato e retto per irretire, ma ha un valore indiscutibile: non perdetelo. (Federico Pontiggia, 'il Fatto Quotidiano', 09 novembre 2018)