Selma - La strada per la libertà

Selma

GRAN BRETAGNA 2014
Nella primavera del 1965 una serie di eventi drammatici cambiò per sempre la rotta dell'America e il concetto moderno di diritti civili: un gruppo di coraggiosi manifestanti, guidati dal Dr. Martin Luther King Jr., per tre volte tentò di portare a termine una marcia pacifica in Alabama, da Selma a Montgomery, con l'obiettivo di ottenere l'imprescindibile diritto umano al voto. Gli scontri scioccanti e la trionfante marcia finale portarono infine il Presidente Lyndon B. Johnson a firmare, il 6 agosto di quell'anno, lo storico Voting Rights Act.
SCHEDA FILM

Regia: Ava DuVernay

Attori: David Oyelowo - Martin Luther King Jr., Tom Wilkinson - Presidente Lyndon B. Johnson, Cuba Gooding Jr. - Fred Gray, Alessandro Nivola - John Doar, Carmen Ejogo - Coretta Scott King, Lorraine Toussaint - Amelia Boynton, Tim Roth - Governatore George Wallace, Oprah Winfrey - Annie Lee Cooper, Tessa Thompson - Diane Nash, Giovanni Ribisi - Lee C. White, Common - James Bevel, Colman Domingo - Reverendo Ralph Abernathy, Martin Sheen - Frank Minis Johnson, Dylan Baker - J. Edgar Hoover, Wendell Pierce - Reverendo Hosea Williams, Niecy Nash - Richie Jean Jackson, LaKeith Stanfield - Jimmie Lee Jackson, André Holland - Andrew Young, Jeremy Strong - James Reeb, Stephan James - John Lewis, Ruben Santiago-Hudson - Bayard Rustin, Omar J. Dorsey - James Orange, Corey Reynolds - CT Vivian, Nigel Thatch - Malcolm X, E. Roger Mitchell - Reverendo Frederick Reese, Kyle McMahon - Senatore John J. Williams, Thom McGlon - Sceriffo Posseman, Michael Shikany - Arcivescovo Iakovos, Charity Jordan - Viola Lee, Tara Ochs - Viola Liuzzo, Stan Houston - Sceriffo Jim Clark, Elizabeth Wells Berkes - Marie Reeb, John Lavelle - Roy Reed, Trai Byers - James Forman, Kent Faulcon - Dott. Sullivan Jackson, David Silverman (II) - Anthony Liuzzo, Ledisi Young - Mahalia Jackson

Sceneggiatura: Paul Webb

Fotografia: Bradford Young

Musiche: John Legend

Montaggio: Spencer Averick

Scenografia: Mark Friedberg

Costumi: Ruth E. Carter

Effetti: Susan MacLeod, Dottie Starling

Durata: 127

Colore: C

Genere: DRAMMATICO STORICO

Produzione: OPRAH WINFREY, JEREMY KLEINER, CHRISTIAN COLSON, DEDE GARDNER PER CLOUD EIGHT FILMS, CELADOR FILMS, HARPO FILMS, PATHÉ, PLAN B ENTERTAINMENT

Distribuzione: NOTORIOUS PICTURES (2015)

Data uscita: 2015-02-12

NOTE
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURANO ANCHE AVA DUVERNAY E BRAD PITT. - GOLDEN GLOBE 2015 PER LA MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ("GLORY"). ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR REGIA, FILM E ATTORE PROTAGONISTA (DAVID OYELOWO) PER LA CATEGORIA FILM DRAMMATICO. - OSCAR 2015 PER LA MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ("GLORY"). ERA CANDIDATO ANCHE COME MIGLIOR FILM. - PRESENTATO AL 65. FESTIVAL DI BERLINO (2015) NELLA SEZIONE 'BERLINALE SPECIAL'.
CRITICA
"Pieno di spunti. (...) Disseminato di informazioni preziose che ne esaltano l'interesse (incredibile che nell'America anni 60 sopravvivesse tanta barbarie) ma, per scelta di stile, ne comprimono le potenzialità emotive." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica, 12 febbraio 2015) "'Selma' (...) è un-grande film. Senza tinte agiografiche o santini, è il ritratto commosso, vibrante e, sì, partigiano di un campione della parola e della libertà: con merito, la regista Ava DuVernay non elude né elide i difetti di MLK, le scappatelle e l'opportunismo politico. Eppure, non è un 'one man show', ma una marcia collettiva, quella del 1965 da Selma a Montgomery per il diritto di voto degli afroamericani: regia piana e partecipe, sceneggiatura 'per tutti' e interpretazioni ottime, dal protagonista David Oyelowo al cattivo governatore Tim Roth, passando per il Lyndon B. Johnson Tom Wilkinson, non passerà forse alla storia del cinema, ma attorno non si vedono giganti, anzi." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 12 febbraio 2015) "Mancava un grande film su Martin Luther King. 'Selma' lo è anche se ha il leggero difetto di essere fin troppo corretto e patinato. Esiste ormai un cinema 'obamiano' sul recupero delle loro battaglie. Pellicola gemella di 'The Butler', dove Oyelowo era il figlio problematico del maggiordomo della Casa Bianca Forest Whitaker. Qui è un Martin Luther King eccellente." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 12 febbraio 2015) "Piacerà eccome, se riuscirete a passar sopra il carattere celebrativo, diciamo pure agiografico dell'opera. 'Selma' non è un film «politico», non dice verità scomode, non va minimamente controcorrente. E' l'America di Obama che si auto-celebra, che santifica un glorioso antenato. Oggi l'America vota un nero come presidente, 50 anni fa un «coloured» non poteva neanche votare. Insomma, gli Usa sono un grande Paese. Come ha sempre amato raccontarlo Hollywood, da cento anni a questa parte. Detto questo, è il caso di aggiungere che le autocelebrazioni, la Mecca del cinema sa ancora metterle sullo schermo come Dio comanda. Il film che per anni fu tra i progetti di Spielberg, non è certo all'altezza delle opere «storiche» di Steven, ma è retto benissimo da una signora professionista, la «nera» (quindi coinvolta) Ava DuVernay. (...) non si può negarle un mestiere solido, un'apprezzabile ruffianeria spettacolare: tra le scene più ruffiane e apprezzabili quella in cui Oprah Winfrey viene messa in croce all'ufficio elettorale. Certo, Ava ciurla nel manico quando parla di 'Selma' come opera attualissima. Il suo è un melodramma in costume, che comunque funziona, commuove, indigna. La battaglia del ponte è girata magistralmente. E il finale manda in brodo di giuggiole." (Giorgio Carbone, 'Libero', 12 febbraio 2015) "Quant'è loffio questo mélo biografico, che rievoca a lotta di Martin Luther Kingperi diritti civili dei neri. (...) La regia è di tale Ava DuVernay, ma è cosi grigia che sembra di Angelina Jolie." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 12 febbraio 2015) "Siamo nel 1965, non nel 1839 dei negrieri di «Amistad» né nel 1845, l'epoca di «12 anni schiavo». Eppure c'è da vergognarsi a vedere oggi, in questo robusto film dell'afroamericana Ava DuVernay, come venivano ancora trattati i negri (si diceva ancora così, e non neri) negli Stati Uniti, in quelli del Sud profondo almeno. (...) Il film della DuVernay ricostruisce con puntiglio un importante episodio di questa lotta non violenta condotta da King per la liberazione del suo popolo (...). Merito non ultimo del film, privo di particolari guizzi di regia ma profondamente sobrio, è di mostrarci Luther King (interpretato senza enfasi dal somigliante David Oyelowo, con la voce italiana di Simone Mori) anche nella sua vita privata, con la moglie Coretta lasciata troppo sola e i quattro figlioletti, i suoi sconforti, le sue perplessità, le sue sfide e le sue sconfitte. (...) Quello che non si vede è che Martin Luther King il 4 aprile 1968 sarà ucciso a Memphis a soli 39 anni. Come nel 1963 a Dallas John Fitzgerald Kennedy, che sosteneva l'integrazione razziale, e come l'antischiavista Abramo Lincoln, assassinato da un fanatico sudista il 14 aprile 1865. Anche questa è, o era, l'America." (Franco Colombo, 'L'Eco di Bergamo', 17 febbraio 2015) "La regista DuVemay non si abbandona del tutto alla retorica del nobile evento, raggiungendo uno standard accettabile d'impegno, accuratezza d'ambientazioni e livello di recitazioni; peccato, però, che i dettagli veristici, l'incrocio dei giochi di potere tra i politici e i travagli privati dei protagonisti comuni si susseguano diligentemente, ma senza particolari picchi d'emozione che non siano quelli canonici promossi dai duelli buoni-contro-cattivi. L'incarnazione dell'inglese Oyelowo nel tormentato reverendo è di tutto rispetto, ma in questo frangente succede che gli spezzoni documentaristici, pur debitamente inseriti, finiscono col penalizzare lui e altri protagonisti a causa dell'inevitabile prevalere della realtà sulla fiction, quando quest'ultima è ordinaria." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 19 febbraio 2015)