Aggrediti e uccisi da selvaggi mentre esplorano una zona sconosciuta dell'Africa, due coniugi lasciano un bambino che viene raccolto e allevato da un branco di pietose scimmie. Immemore della propria natura umana "Scimmia Bianca" a 12 anni viene scoperto dal piccolo negro Notoku che, tornato alla propria tribù dopo alcuni giorni di vita amichevole, diffonde la notizia che perviene sino all'Europa da dove partono spedizioni alla ricerca dell'esemplare che, secondo le teorie di Darwin, dovrebbe essere l'anello di congiunzione tra la scimmia e l'uomo. Eva, una scienziata che ha perduto il padre nella spedizione, rimane con Scimmia Bianca e genera un figlio. Condotti dal cap. Livingstone altri europei raggiungono la famigliola e riescono a catturarla. Scimmia Bianca, però, impadronendosi della piccola Betty, fa liberare Eva e il figlio; poi, quando il rampollo dovrebbe seguire la spedizione per tornare alla civiltà, non riesce a rinunciare alla foresta e ai genitori neppure per l'amore che nutre per Betty.
SCHEDA FILM
Regia: René Cardona Jr.
Attori: Hugo Stiglitz - Scimmia Bianca, Peggy Bass - Eva, Edith Gonzales - Betty, Jorge Graham, Aurelio Sparrow, Martin Espinoza, Carlos East, Sonia Carazos, Carlos Canacho
Soggetto: René Cardona Jr., Ramon Obon, Mario Zacarias
Sceneggiatura: René Cardona Jr., Ramon Obon, Mario Zacarias
Fotografia: Daniel Lopez
Musiche: Edoardo Vianello - edizione italiana, Raúl Lavista
Montaggio: Alfredo Rosas Priego
Durata: 88
Colore: C
Genere: AVVENTURA
Specifiche tecniche: NORMALE TECHNOSPES
Produzione: MARIO ZACARIAS PER AVANT FILMS S.A., CONCACINE (CORPORATION NACIONAL CINEMATOGRAFICA)
Distribuzione: DARRIK/REAK (1978)
CRITICA
"René Cardona jr., divenuto abbastanza noto con i due film successivi a questo ("I sopravvissuti delle Ande" e "Cyclone") torna sui nostri schermi con un'avventura semplice e semplicistica; un romanzetto africano che alle ben poco credibili avventure unisce pagine documentaristiche sulla fauna e sulla flora tropicale, tenendo d'occhio la produzione Walt Disney, ma con mancanza di poesia e originalità. In compenso, non avendo ancora assaggiasto il sapore della carne umana (che è la caratteristica di alcuni aspetti cannibalisttici dei film successivi), il regista qui si mantiene in una materia priva di offese alla morale o al buon gusto." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 84, 1978)