Pellicole sessualmente trasgressive sono state prodotte sin dai primissimi anni del cinema muto per la gioia di privati e collezionisti. Si trattava di film realizzati con mezzi approssimativi, con il coinvolgimento di amici e prostitute. Tutti desideravano l'anonimato per cui è impossibile ora identificare attori e registi. Sono stati raccolti e montati perché sono immagini divertenti e ingenue che fanno parte della storia del cinema e sono capaci di riportarci indietro nel tempo.
GLI EPISODI: "La parrucchiera" (1905), "La sartoria faiminette" (1921), "L'abate Bitt in convento" (1925), "La sculacciata a scuola" (1925), "Il moschettiere al ristorante" (1920), "La guardona" (1924), "Madame Butterfly" (1925), "Il sollevamento di Agenore" (1925), "Compiti per le vacanza" (1920), "L'ora del tè" (1925) , "Massaggi" (1930), "Il tesoro sepolto" (1925).
SCHEDA FILM
Regia: Michel Reilhac
Musiche: Eric Le Guen
Durata: 67
Colore: B/N
Genere: EROTICO
Specifiche tecniche: 35 MM. MUTO
Tratto da: UN'IDEA DI MICHEL REILHAC E SEBASTIEN MARNIER - ISPIRATO A PASCAL GREGGORY
Produzione: MELANGE PRODUCTIONS IN COLLABORAZIONE CON LOBSTER
Distribuzione: MIKADO
Data uscita: 2002-07-05
NOTE
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO/LUGLIO 2002
- PRESENTATO ALLA QUINZAINE DES REALISATEURS DI CANNES 2002.
- LIVIER LUPCZYNBSKI HA MONTATO LE IMMAGINI MENTRE FABRICE ROUAUD HA MONTATO I FUMETTI.
- TESTI DI MICHEL REILHAC E CHRIS NORTIER.
- SUONO DI EMMANUEL PAYET E LIONEL ROUSSEAU.
CRITICA
"Il genere porno non è stato inventato in un giorno. Basta vedere 'Scandalosi vecchi tempi', curiosità dell'ultimo Cannes, per constatare che l'atto sessuale era già stato rappresentato, con la libertà espressiva degli hard di oggi, in pellicole clandestine (si proiettavano, gratis, nei bordelli) in bianco e nero degli anni '20: stesse inquadrature, stessi filoni erotici (donne con donne, amplessi con animali, omosessualità in convento). Bel lavoro filologico del regista Michel Reilhac". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 5 luglio 2002)
"A volte divertenti, piccanti alla francese, percorsi da una malizia d'epoca, i piccoli film mostrano quanto l'anedottica trasgressiva e le fantasie sessuali (maschili, naturalmente) abbiano subito nel tempo pochissimi cambiamenti, siano sempre le stesse". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 5 luglio 2002)