Nella Venezia del Rinascimento due ricchi mercanti in lite tra loro. Le consorti, amiche di infanzia, cercano invano di riuscire ad una pacificazione. Ad un certo momento i due, un po' per recare offesa all'avversario, un po' per malcostume, cominciano a corteggiare ciascuno la moglie dell'altro. Le due donne, per punire la poca fedeltà dei mariti, si accordano per una beffa. Accettano entrambe un convegno notturno ma, scambiandosi le parti, si trovano ciascuna con il proprio marito. Sventuratamente nella notte stessa un incidente capitato al nipote del Doge provoca un intervento delle guardie di giustizia per cui la situazione ridicola dei due diviene di pubblica ragione. Il Doge, che cerca da tempo di dare un esempio ai veneziani per frenarne la leggerezza di costumi, approfitta dell'occasione per spingere a fondo la severa lezione che i due intraprendenti mercanti hanno ricevuto dal caso. Alla fine viene in luce il tranello malizioso delle loro consorti e i due, pentiti ed emendati, si riappacificano.
SCHEDA FILM
Regia: Silvano Balboni, Esodo Pratelli
Attori: Cesco Baseggio - Servitore, Liana Del Balzo, Rudi D'Alpra', Giuseppe Zago, Checco Rissone, Emilio Petacci, Carlo Mariotti, Loredana - Un'Ancella, Carlo Ninchi - Marco Alviano, Giuseppe Porelli - Veniero De La Vida, Maurizio D'Ancora - Alvise, Letizia Bonini - Isotta De La Vida, Lauro Gazzolo - Procuratore Contarini, Evi Maltagliati - Alviano Bianca, Elisa Zago - La Cartomante, Riccardo De Miceli, Calisto Beltramo, Claudio Ermelli, Camillo Pilotto - Doge Foscari, Ada Vaschetti - La Ruffiana, Luisella Beghi - Gismonda Contarini
Soggetto: Matteo Maria Bandello
Sceneggiatura: Guglielmo Usellini, Luigi Freddi, Silvano Balboni, Esodo Pratelli
Fotografia: Arturo Gallea
Musiche: Riccardo Pick-Mangiagalli
Scenografia: Salvo D'Angelo
Durata: 92
Tratto da: TRATTO DALLA NOVELLA "DUI GENTILUOMINI VENEZIANI ONORATAMENTE DA LE MOGLI SONO INGANNATI"
Produzione: FEDERICO D'AVACK PRODUZIONE ASSOCIATA
Distribuzione: GENERALCINE
CRITICA
"(...) E' inutile che vi dica quali sono le difficoltà di mantenere l'equilibrio la misura il giusto peso nel trasportare sullo schermo schemi paralleli. (...) E' come avvolgere un unico filo da due matasse. Pratelli ha avvolto il filo con chiarezza, ordine, assoluta imparzialità narrativa. Di questo equilibrio, di questa simmetria che non è mai meccanica ma logica e, per così dire, strutturale, gli va dato merito. Una maggior rapidità, un "tempo" più incalzante avrebbe certamente dato maggior emozione e malizia al film, ma gli avrebbe forse tolto la chiarezza che ha. (...) (S. De feo, "Il Messaggero" 2/2/1940).