In un piccolo centro del Delfinato, la tredicenne Charlotte vive con suo padre artigiano, suo fratello di poco più grande e Léone, la governante, che è anche l'amica di suo padre, che è rimasto vedovo. Charlotte è acerba, inquieta, sognatrice e non riesce a sopportare gli orizzonti limitati della sua vita in provincia. Un giorno, un'auto su cui è una sua coetanea si ferma e le viene chiesto l'indirizzo di un tornitore. Per Charlotte è un colpo di fulmine: la bionda ed elegante ragazzina che le sorride è Clara Baumann, una pianista-prodigio che a giorni darà un concerto nel paese. L'incontro fa girare la testa a Charlotte che, dopo aver chiesto un passaggio a Jean, il garzone estivo del tornitore, che in realtà fa il marinaio, raggiunge la ricca fanciulla nella villa in riva al lago, affittata nell'occasione, per consegnarle il nuovo panchetto da concerto, costruito da Jean. Affascinata dall'artista, Charlotte passa con lei qualche ora felice e ne riceve addirittura l'invito a partire in tournée estiva, diventandone... l'impresaria. Anche se Charlotte ha una amichetta di dieci anni, Lulù, un po' malata e un po' appiccicosa e Jean, che tenta di avere un flirt con lei, decisi a trattenerla, è ormai decisa a girare il mondo e a piantare tutto e tutti. Lasciato un messaggio telefonico a Clara - occupatissima nelle prove - andrà con Léone e la piccola Lulù al concerto, pronta a farsi trovare sul retro del teatro per partire con la pianista. Ma Lulù non lo accetta e durante il concerto inizia a gridare disperata che la sua amica Charlotte non deve lasciarla. Per parte sua, Clara Baumann trionfante firma, a concerto appena ultimato, qualche autografo, fa da lontano un gentile sorriso alla lacrimante Charlotte e parte con il proprio impresario (quello vero) verso nuovi successi. E Charlotte resterà nel suo sonnolento paese, intenerita da quella piccola Lulù di scarsa salute, apparendoci ancora ipersensibile, irrequieta, tutta sogni di evasione e di gioia.
SCHEDA FILM
Regia: Claude Miller
Attori: Charlotte Gainsbourg - Charlotte Castang, Clothilde Baudon - Clara Bauman, Julie Glenn - Lulù, Bernadette Lafont - Léone, Jean-Claude Brialy - Sam, l'impresario, Jean-Philippe Écoffey - Jean, Raoul Billerey - Antoine, il padre di Charlotte, Simon de La Brosse - Jacky Castang, Cédric Liddell - Pierre-Alain Gallabert, Philippe Baronnet - Professore di educazione fisica, Richard Guerry - Regard, Chantal Banlier - Cameriera
Soggetto: Claude Miller, Luc Béraud, Bernard Stora, Annie Miller
Sceneggiatura: Claude Miller, Luc Béraud, Bernard Stora, Annie Miller
Fotografia: Dominique Chapuis
Musiche: Alain Jomy
Montaggio: Albert Jurgenson
Scenografia: Jean-Pierre Kohut-Svelko
Costumi: Jacqueline Bouchard
Altri titoli:
Charlotte and Lulu
Impudent Girl
Durata: 96
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA, FUJICOLOR
Produzione: OLIANE PRODUCTIONS, FILMS A2, TELEMA, MONTHYON FILMS
Distribuzione: WILLIAM ITALIANA (1986)
NOTE
- PREMIO CESAR 1986 A BERNADETTE LAFONTE COME MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA E A CHARLOTTE GAINSBOURG COME MIGLIORE ATTRICE ESORDIENTE.
CRITICA
"Una storia delicata, un ritratto, in punta di penna, di una tredicenne 'effrontée' (sfacciata) con i suoi mille problemi di un'età ingrata, ancora in bilico tra la fanciullezza, non ancora svanita, ed i richiami, misteriosi ed inquietanti, dell'adolescenza. Claude Miller, con questo film che ha avuto in Francia un enorme successo di critica e di pubblico, ha costruito un'operina assai gradevole nei suoi sviluppi narrativi, che incontrerà anche in Italia i favori di un pubblico giovanile al quale è in prevalenza destinata, anche se gli adulti vi troveranno non pochi temi e richiami degni di interesse. (...) Una storia di sentimenti di amicizia, di atmosfere, disegnata dal regista con finezza e buon gusto. Il che, visti i tempi, non è poco." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 25 Settembre 1986)
"Scritto da Luc Berard, Bernard Stora e Annie Miller (la sceneggiatura sarà in libreria per Natale, edita in Italia da Vallardi), 'L'effrontée' non si raccomanda ai cinéphiles benché in Francia abbia vinto il premio Delluc. Troverebbero dolciastro e semplicistico quel raccontino, destinato a ripetere il successo di cassetta del 'Tempo delle mele', e senza stile la sua levità. Potrà invece piacere a un pubblico innocente, che magari si commuove sentendo vibrare le corde dell'ingenuità, della timidezza, dell'aurora sessuale, e teneramente partecipa ai bronci d'una Charlotte turbata dalla violenza della cronaca e dalla musica di Beethoven e Mendelssohn. Il nodo critico del ritratto, l'additare i lividi che il mito del divismo può procurare nell'età evolutiva, resta comunque sepolto dal tenerume, e dalla speculazione commerciale programmata intorno al film per procurargli clienti fra i molti sollecitati a riconoscervisi e a consumare 'Sarà perché ti amo', la canzone dei 'Ricchi e Poveri' chiamata a fare da motivo conduttore. Quanto agli attori, niente di strabiliante. Charlotte Gainsbourg, figlia del cantautore Serge e dì Jane Birkin, si limita a essere se stessa con un pizzico di precoce narcisismo, Clothilde Baudon è una Clara altrettanto spontanea, e la piccola Julie Glenn replica il modello della bimbetta petulante. Comunque, prepararsi: è già in cantiere 'L'effrontée n. 2'." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 10 Ottobre 1986)
"Il successo di pubblico in Francia si capisce, assai meno i consensi critici e il premio Delluc che in passato aveva il compito di segnalare un regista emergente, mentre Claude Miller aveva fatto di meglio con i suoi film precedenti, specialmente con i polizieschi 'Guardato a vista' e 'Rincorsa mortale', entrambi con l'ottimo Michel Serrault'. 'L'effrontée', invece, è soltanto carino, ma in modi così premeditati e furbi da riuscire qua e là quasi insopportabile per abuso di demagogia sentimentale e di paternalismo smanceroso. Se il ritrattino di Charlotte Gainsbourg - che da noi ha la voce di Ilaria Stagni - non manca di finezza, il contesto è sfocato o smaccato con un Brialy manierato e una Lafont opaca, incomprensibilmente premiata con un Caesar. Nel rapporto, tenero e pur minaccioso, col marinaio s'intravede un'intenzione di realismo aspro, ma qui il risultato è più imbarazzato che imbarazzante." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 11 Ottobre 1986)