Reduci dal funerale di un vecchio gerarca del "ventennio", quattro giovani neofascisti - Fabrizio, Franco e Micky, d'estrazione borghese, e Alfredo, commesso d'origine meridionale - compiono una bravata contro i "rossi" del liceo Beccaria. Più tardi, dopo una sosta in un bar di Piazza San Babila - il loro "covo" -"rimorchiano" una ragazza, Lalla, che Marco impotente, violenta con un manganello. Picchiano, dopo il passaggio di un corteo di scioperanti, un "rosso" rimasto indietro. Decidono, quindi, di compiere un attentato dinamitardo in una sede sindacale di Sesto Marelli, ma la bomba non esplode (a Marco è mancato il coraggio di accenderne la miccia). Tornati a Milano, si abbandonano a una provocazione goliardica per cui finiscono in questura accusati, ma subito rilasciati, di atti osceni in pubblico. A San Babila infine, adocchiata una coppia di fidanzati comunisti, la uccidono a coltellate. Ma questa volta, grazie alla testimonianza di Lalla - cui Fabrizio ha dato il suo coltello perché se ne sbarazzasse - per i quattro delinquenti non ci sarà scampo.
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Lizzani
Attori: Brigitte Skay, Pietro Giannuso, Rodolfo Dal Prà, Pietro Brambilla, Grazia Baccari, Daniele Asti, Gilberto Squizzato, Giuliano Cesareo
Soggetto: Carlo Lizzani, Mino Giarda
Sceneggiatura: Ugo Pirro, Mino Giarda, Carlo Lizzani
Fotografia: Pier Giorgio Pozzi
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Franco Fraticelli
Scenografia: Pier Luigi Basile
Arredamento: Natalia Verdelli
Costumi: Dada Saligeri, Serenilla Staccioli
Altri titoli:
Un delitto inutile
Durata: 105
Colore: C
Genere: DRAMMATICO POLITICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR
Produzione: PTA (PRODUZIONI THOUSAND ASSOCIATE)
Distribuzione: AGORA
CRITICA
"il regista Carlo Lizzani ama muoversi tra cronaca e storia. Per lui il cinema è "un'arte di fatti e di uomini", le sue opere migliori nascono dalla ricerca di una verità oggettiva, "storica", nella realtà della cronaca. Ma negli ultini tempi questa ricerca si era un po' appannata e la cronaca aveva preso il sopravvento. Il suo nuovo film (...) denota il tentativo di un'inversione di tendenza che però è riuscito solo in parte perché viziato e limitato da una certa schematizzazione secondo cui alla base della violenza nera dei giovani sanbabilini è una frustrazione da impotenza." (Domenico Meccoli, "Epoca", 21 aprile 1976)