San Andreas

2/5
La possanza di The Rock contro il Big One: il risultato è ridicolo ma la distruzione di un’intera città ha il suo perché

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USA 2015
California. La famigerata faglia di Sant'Andrea si risveglia provocando, un terremoto di Magnitudo 9. Il pilota di elicotteri Ray, specializzato in ricerca e salvataggio, intraprende insieme alla ex moglie un viaggio da Los Angeles a San Francisco per cercare di salvare la loro unica figlia. Quando pensano di essersi lasciati il peggio alle spalle, i due si rendono invece conto che è solo l'inizio...
SCHEDA FILM

Regia: Brad Peyton

Attori: Dwayne Johnson - Ray, Carla Gugino - Emma, Alexandra Daddario - Blake, Colton Haynes - Joby, Ioan Gruffudd - Daniel Reddick, Archie Panjabi - Serena, Paul Giamatti - Lawrence Hayes, Kylie Minogue - Beth Riddick, Will Yun Lee - Dott. Kim Park, Matt Gerald - Harrison, Art Parkinson - Ollie, Hugo Johnstone-Burt - Ben, Breanne Hill - Larissa, Marissa Neitling - Phoebe, Alec Utgoff - Alexi, Morgan Griffin - Natalie, Todd Williams (III) - Marcus, Arabella Morton - Mallory, Saskia Williscroft - Jenny Swann, John West Jr. - Joe, Ben McIvor - Dylan Dornboss

Soggetto: Jeremy Passmore, Andre Fabrizio

Sceneggiatura: Carlton Cuse, Chad Hayes, Carey W. Hayes

Fotografia: Steve Yedlin

Musiche: Andrew Lockington

Montaggio: Bob Ducsay

Scenografia: Barry Chusid

Costumi: Wendy Chuck

Effetti: Randall Starr, Colin Strause, Brian Cox (II), ScanlineVFX, Proof, Image Engine Design, Method Studios, Hydraulx, Cinesite

Durata: 108

Colore: C

Genere: AVVENTURA AZIONE

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA XT, ARRIRAW (2.8K), (2K)/PANAVISION, D-CINEMA (1:2.35)

Produzione: WARNER BROS., VILLAGE ROADSHOW PICTURES, NEW LINE CINEMA, FLYNN PICTURE COMPANY

Distribuzione: WARNER BROS. ENTERTAINMENT

Data uscita: 2015-05-28

TRAILER
CRITICA
"Un catastrofico vecchio stile (...) e uno tsunami subito pronto all'uso: sventure dell'onnipotente digitale, in mezzo a cui gli attori sembrano di cartone. Dire attori è già un lusso: Dwayne Johnson (...) ha l'espressività di un comodino (non d'epoca) e lo sceneggiatore Carlton Cuse farebbe fatica a scrivere l'elenco della spesa. Ma si fa il pieno di retorica: sulle macerie, alla fine, sventola la bandiera Usa e l'annuncio: «ricostruiremo tutto». I dialoghi sono così ridicoli, le espressioni così grottesche, le sorprese così annunciate, che spesso si ride di gusto, il che non era nelle intenzioni di Brad Peyton, regista di roboanti effetti in 3D." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 28 maggio 2015)

"Pur inferiore nella cura del dettaglio scenografico al '2012' di Roland Emmerich, il film tocca con grande precisione i nervi scoperti di un mondo, quello occidentale, che avverte sempre più la fragilità delle proprie strutture ma, hybris irresistibile, non può fare a meno di riflettersi nello specchio della fine come atto estremo di paradossale resistenza. Non a caso il film è costruito su un'idea binaria tanto banale quanto rassicurante nella sua dimensione da telefilm anni Settanta: la famiglia frammentata si ricompone mentre si vive l'apocalisse (idea che la «resurrezione» della figlia del protagonista esplicita in forme incontestabili). Con Paul Giamatti che offre la migliore rilettura del classico ruolo stile Richard Dreyfuss (lo scienziato nerd che avverte tutti della catastrofe) e Dwayne Johnson testimone privilegiato della distruzione globale, 'San Andreas' si fa ricordare soprattutto per una serie di impressionanti set piece. La skyline di San Francisco che oscilla come canne al vento, il suolo che sussulta come un tappeto e, soprattutto, lo tsunami che rovescia un enorme cargo sul Golden Gate Bridge mentre container volano da tutte le parti. (...) Meglio di 'Into the Storm' ma meno riuscito di 'Twister', 'Armageddon' o '2012', 'San Andreas', piccolo film realizzato su scala gigantesca, vanta anche un cameo di Kylie Minogue (irriconoscibile per chi la ricorda in 'Holy Motors') e una versione dark di 'California Dreaming' eseguita da Sia sui titoli di coda." (Giona A. Nazzaro, 'Il Manifesto', 28 maggio 2015)

"Impressionante kolossal dove la distruzione urbana e l'imponente perdita di vite umane fa sembrare il classico 'Terremoto' (1974) e il più recente '2012' (2009) delle commedie per bambini. L'ex wrestler "The Rock" Johnson nella sua prova più difficile e frustrante. Vedere il suo corpo statuario incapace di arginare la furia della natura, è un crudele contrappunto al superomismo di Hollywood. Niente male." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 28 maggio 2015)

"Un altro film catastrofico. Un genere inflazionato che di solito è collocato in serie B (bassi budget, destinazione homevideo). Il canale Cielo ne scodella uno ogni mercoledì. Riempie il palinsesto, ma non spaventa nessuno (...). 'San Andreas' però si presenta con altre credenziali. Un budget (dichiarato) di oltre cento milioni di dollari (quasi tutti impiegati in Fx). E il riferimento a una grande paura che iniziata nel 1906 non molla i californiani. Quella del «big one», il terremoto dei terremoti, il disastro gigante che potrebbe tramutare lo Stato dell'Orso in un'isola, staccandolo dal continente americano. (...) Il film di Brad Peyton dà corpo, orrore, rumori assordanti alla profezia. Per molti geologi il gran botto dovrebbe avvenire alla fine del secolo (ventunesimo) ma i soggettisti han voluto giocare d'anticipo. Può succedere anche domani. (...) Piacerà al pubblico a cui era destinato, quello dei grandi spettacoli, delle immense catastrofi davanti alle quali qualsiasi uomo (anche fornito della stazza di «The rock») sembra piccino pisciò. E diventa impotente. I produttori si sono serviti anche della prestigiosa fabbrica di «Avatar» per mettere in scena un cataclisma che neanche per un momento sfiorasse il ridicolo. In altre parole, l'intento era quello di dare a chi di notte in California e altrove si sogna il Big One un'immagine non minimale dell'incubo. I cento milioni dello sforzo produttivo si vedono quasi tutti. Non si vedono però (forse perché non ci sono) quelli impiegati per la sceneggiatura. Lì i 'producers' non hanno fatto il minimo sforzo. Agli 'screenwriters' hanno evidentemente chiesto solo un prontuario delle situazioni canoniche del disaster movie (in altre parole un personaggio che si discostasse poco da quelli dei catastrofini del mercoledì in tivù). Gli effetti emozionali (che garantiscono suspense per oltre 100 minuti) sono tutti visivi." (Giorgio Carbone, 'Libero', 28 maggio 2015)