Gli ombrelli visti come metafora delle classi sociali cinesi: gli operai che li producono, i commercianti che li vendono, le persone in cerca di lavoro che si riparano dalla pioggia. Tutto ciò sullo sfondo dei mutamenti che si sono verificati in Cina a partire dalla riforma economica.
SCHEDA FILM
Regia: Haibin Du
Sceneggiatura: Haibin Du
Fotografia: Liu Ai'guo
Musiche: Xu Chunsong
Montaggio: Fang Lei, Zhan Jiali, Haibin Du
Altri titoli:
Umbrella
Durata: 123
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Produzione: CNEX
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007) NELLA SEZIONE 'ORIZZONTI DOC'.
CRITICA
Dalle note di regia: "Durante il processo di registrazione ho trovato conferma alla mia intuizione iniziale. In effetti, la realtà è più crudele e più assurda di quanto immaginassi. Il dialogo degli operai, dei contadini, degli ambulanti e degli studenti e il modo in cui parlano mi forniscono un punto di vista ravvicinato sulle loro attuali condizioni di vita: tra l'una e le due di notte, in un mercato rurale, l'espressione dei contadini che vendono verdure cambiava in fretta dall'entusiasmo alla delusione dopo una trattativa serrata; la fiera del lavoro per giovani laureati era tanto affollata che a malapena si passava; gli operai producevano migliaia di ombrelli al giorno ma guadagnavano al massimo 50 renminbi, richiamandomi alla mente la disparità tra i gruppi sociali dei film di Chaplin; gli imprenditori privati mi hanno rivelato la loro ricetta segreta per la ricchezza, cosa che ha accentuato il mio pessimismo e la mia peplessità riguardo alla società cinese. Alla fine tento anche di chiedere fino a che punto si spingerà il miracolo economico cinese."
"In 'Umbrella' il giovane regista Du segue idealmente la strada intrapresa da quelle masse di cinesi che in modo impetuoso si sono, e si stanno, trasferendo nelle grandi città abbandonando le campagne. Nella prima mezz'ora si limita ad osservare: assemblaggio, taglio e cucitura di quegli ombrellini da 5 euro che ti si scassano in mano, appena si esce di casa e oltre alla pioggia tira un filo di vento. Per forza. Le disgraziate e i disgraziati operai li montano alla velocità della luce: lavorando a cottimo, senza ferie, malattia, straordinari e per pochi miseri yuan. Poi dà spazio a quelle orde di speranzosi studenti, anch'essi provenienti dalle campagne, che affollano vanamente gli uffici di human resources. Infine si sofferma su coloro, tra cui tante ragazze, che scelgono la disciplina dell'obsoleto esercito cinese. Du è senza pietà: nessuna voce fuori campo, sguardo rigoroso e pulito per ritrarre l'iperveloce incedere del cambiamento economico e del parallelo e relativo imbarbarimento delle condizioni sociali di vita." (Davide Turrini, 'Liberazione', 4 settembre 2007)