Marta Ponticelli ha fatto da madre e da sorella al fratello Mauro e ora, con la visione della vecchiaia davanti agli occhi e l'animo vuoto, mostra notevoli scompensi psichici. Mauro, che fa il giudice, ha paura che Marta impazzisca e si tolga la vita. D'altra parte, a sua volta ampiamente complessato per la vita solitaria e per le esperienze drammatiche del suo lavoro, non riesce ad influire positivamente sulla sorella. Un giorno, quasi senza premeditazione, Mauro fa conoscere a Marta un suo imputato, Giovanni Sciabola, attore stravagante che si trova spesso a compiere azioni al di fuori della legalità. La conoscenza diviene amicizia e Marta, messe in disparte le crisi abituali, esce sempre più spesso. Il giudice si sente tradito dalla sorella, diventa geloso, anche se non ne è cosciente. Teme persino che Marta, plagiata, da Giovanni, possa rovinare economicamente il loro piccolo nucleo familiare. Mauro cerca di liberarsi di Giovanni facendolo arrestare e l'uomo, dopo un ultimo incontro con Marta, fugge lontano. La vita riprende e Marta, finalmente più sicura di sé, decide di passare qualche giorno a Ostia, ospite della domestica Anna. Questa volta sono i nervi di Mauro che cedono e lo sospingono verso il vuoto della finestra dove, appena poco tempo prima, temeva che Marta trovasse una soluzione ai suoi problemi.
SCHEDA FILM
Regia: Marco Bellocchio
Attori: Michel Piccoli - Mauro Ponticelli, Anouk Aimée - Marta, sorella di Mauro, Michele Placido - Giovanni Sciabola, Gisella Burinato - Anna, Anna Orso - Marilena, Antonio Piovanelli - Quasimodo, Pier Giorgio Bellocchio - Giorgio, Adriana Pecorelli - Sonia, Giampaolo Saccarola, Paolo Ciampi, Francesca Maria De Monti
Soggetto: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Vincenzo Cerami - collaborazione, Piero Natoli - collaborazione
Fotografia: Giuseppe Lanci, Alessio Gelsini Torresi - assistente operatore
Musiche: Nicola Piovani
Montaggio: Roberto Perpignani
Scenografia: Amedeo Fago, Andrea Crisanti
Costumi: Lia Francesca Morandini
Altri titoli:
A Leap in the Dark
Leap Into the Void
Le saut dans le vide
Durata: 108
Colore: C
Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO
Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR, TECHNOSPES
Produzione: SILVIO E ANNA MARIA CLEMENTELLI PER CLESI CINEMATOGRAFICA, ENZO PORCELLI PER ODYSSIA, RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA (ROMA), MK 2, FILM 66 (PARIGI)
Distribuzione: CINERIZ - DURIUM HOME VIDEO, WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI)
NOTE
- DAVID DI DONATELLO 1980 PER LA MIGLIOR REGIA A MARCO BELLOCCHIO.
- PREMIO COME MIGLIOR ATTORE (MICHEL PICCOLI) E COME MIGLIORE ATTRICE (ANOUK AIMEE) AL FESTIVAL DI CANNES 1980.
CRITICA
"Marco Bellocchio non ha lesinato dichiarazioni a riguardo di questo suo ultimo lavoro che, in tutti i casi, si lega chiaramente alle sue maggiori opere per lo stile, per gli umori che lo sostanziano a volte in forma ossessiva (i ricordi, le paure, le domande esistenziali alle quali non rispondono aperture complete) e a volte in forma aggressiva (più vitalista che rivoltosa). Lo stile, forse, è qui più coerente, coraggioso nel rifiuto di ogni concessione allo spettacolo banale, concentrato in una meditazione sincera, sofferta e provocante per il suo ripiegarsi su tutto ciò che sconvolge la psiche e i sentimenti. Un film su casi patologici è sempre intriso di angoscia e, per conseguenza, esige dallo spettatore un rapporto del tutto diverso da quello della comunicazione fatta tramite vicende drammatiche o comiche che, in ogni caso, comportano degli interessi capaci di sostenere la riflessione. Inoltre, un film che si imposta su lacerazioni interiori originate da una lunga dedizione tra fratello e sorella viene facilmente inteso morbosamente. A questo riguardo è doveroso riconoscere che Marco Bellocchio, abbastanza abituato alle strade scandalose o quanto meno sconvolgenti, qui si è mantenuto in serio rispetto ai drammi dei suoi personaggi." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 88, 1980)