Nato a Bufalo, l'italo-americano Jack Flowers da anni vive a Singapore ove si guadagna da vivere nel giro della prostituzione. Nonostante la spietata concorrenza di autentici gangsters, Jack tiene rapporti molto umani con le donnine e con il personale di servizio; e riesce un poco alla volta a mettere insieme una casa allegra "tutta sua". Nel frattempo diviene amico di William Leigh, un ragioniere che, venendo da Hong Kong, si presenta puntualmente ogni anno per mettere ordine nei conti del signor Ying, dietro il quale Jack è solito trincerarsi. Quando i concorrenti spietatamente devastano la casa di Flowers e minacciano la sua stessa vita, l'avventuriero si trova costretto ad accettare la proposta di Eddy Schumann, un funzionario americano incaricato di intrattenere i soldati reduci dalla guerra del Vietnam e in procinto di ritornarvi. Quando, nel corso di una sua visita, William muore, è Jack a curarne le onoranze funebri e a mettersi in contatto con la moglie di questo, Margareth. Jack Flowers, tuttavia, incomincia a sentirsi spaesato e accoglie una nuova offerta del viscido Schumann che gli promette 25.000 dollari per delle fotografie con cui ricattare un senatore americano dalla condotta equivoca. Jack riesce nell'intento ma, quando si tratta di consegnare le fotografie al committente, nega di averle fatte e le butta in acqua. In questo modo, seguendo una morale tutta sua, Saint Jack ha forse perso ogni possibilità di distaccarsi dal lurido mondo di Singapore.
SCHEDA FILM
Regia: Peter Bogdanovich
Attori: Ben Gazzara - Jack Flowers, Denholm Elliott - William Leigh, James Villiers - Frogget, Joss Ackland - Yardley, Rodney Bewes - Smale, Mark Kingston - Yates, Lisa Lu - Mrs. Yates, Monika Subramaniam - Monika, Judy Lim - Judy, George Lazemby - Senatore, Peter Bogdanovich - Eddy Schumann
Soggetto: Paul Theroux - romanzo
Sceneggiatura: Peter Bogdanovich, Howard Sackler
Fotografia: Robby Müller
Musiche: Kris Kristofferson, John Barry, Jean-Pierre Ruh
Montaggio: William C. Carruth
Durata: 114
Colore: C
Genere: GROTTESCO COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA COLORE
Tratto da: romanzo omonimo (1973) di Paul Theroux
Produzione: ROGER CORMAN PER ORION WARNER BR
Distribuzione: PIC - WARNER HOME VIDEO
NOTE
- PREMIO PASINETTI ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA 1979.
CRITICA
"E' un film singolare per stile e per il modo di immettervi un atteggiamento morale. Infatti, Bogdanovich (che interpreta di persona il personaggio più antipatico) vi dimostra tutte le sue note capacità stilistiche e tecniche con ricostruzioni ambientali precise e con delle analisi psicologiche a tutto tondo. Inoltre, abbastanza paradossalmente, estrae i fiori dal fango poiché i suoi personaggi più in primo piano non mancano di fedeltà alla morale del mondo cui appartengono." ('Segnalazioni cinematografiche', vol, 87, 1979)
"Questo film di Bogdanovich, che, presentato la scorsa estate a Venezia ha vinto il premio 'Pasinetti' da parte dei giornalisti cinematografici, è tutto qui: nella descrizione assai accurata del microcosmo che vive, si agita e soffre nel tessuto di una grande metropoli come Singapore e nel ritratto, in alcune sequenze davvero mirabile, di questo americano che, reduce dalla guerra di Corea, non ha la possibilità (né la forza) di poter tornare in patria, adattandosi ad una vita di ripiego, ma sempre nel rispetto della sua morale. Il riferimento letterario a Conrad, a questo punto, è quasi di rigore, e Jack, infatti si comporta come un personaggio dello scrittore inglese, aiutato in questo da un'eccellente interpretazione di Ben Gazzara che, nei panni del protagonista, dà veramente una prova formidabile. (...) Bogdanovich, anche in questo film dimostra la sua predilezione per temi e stilemi di un cinema 'antico', classico. Senza contare che, benché nel film non compaia alcuna scena di guerra, si avverte egualmente il respiro, l'atmosfera da retrovia: il Vietnam, infatti, con i suoi morti, con le sue laceranti ferite, è davvero dietro l'angolo. Ed il riferimento allarmante, insistente, è per lo spettatore, continuo, d'obbligo." (Luigi Saitta, 'L'Osservatore Romano')