Antoneddu, un bambino di 10 anni che vive in Sardegna, tra sogno e realtà affronterà un pellegrinaggio a piedi per raggiungere la chiesa del santo che gli ha fatto "Sa Gràscia", ovvero che gli ha salvato la vita dopo una brutta caduta dalle scale. Lungo il cammino, il piccolo incontrerà una serie di personaggi dolci e bizzarri, intrappolati in una confusa realtà dove il bene e il male sono mescolati in un'armonia malinconica e surreale...
SCHEDA FILM
Regia: Bonifacio Angius
Attori: Giuseppe Mezzettieri, Stefano Deffenu, Francesca Niedda, Daniele Marrosu, Pietro Pittalis, Mark Romaguera, Domenico Montixi
Soggetto: Bonifacio Angius, Stefano Deffenu, Gianni Tetti, Marina Satta
Sceneggiatura: Bonifacio Angius, Stefano Deffenu, Gianni Tetti, Marina Satta
Fotografia: Bonifacio Angius
Musiche: Carlo Doneddu
Montaggio: Gavino Tilocca
Scenografia: Pierpaolo Luvoni
Costumi: George Vadim
Suono: Gianni Bonas
Altri titoli:
Sagrascia
Durata: 71
Colore: C
Specifiche tecniche: HD
Produzione: BONIFACIO ANGIUS COL SOSTEGNO DI U.C.I
Distribuzione: DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE (2011)
Data uscita: 2011-11-11
CRITICA
"E' un fioretto ma anche un viaggio a piedi per una Sardegna abitata da personaggi misteriosi: una bella ragazza enigmatica, il cugino Giovanni che non parla, gli amici che giocano a biglie e un gruppo di suonatori. Improvvisamente la Sardegna si trasforma in una terra magica abitata da creature surreali ma gentili dove la frutta cade all'improvviso da un lato del fotogramma e gli occhi delle persone parlano più di mille parole. L'esordio nel lungo di Angius è un collage di momenti emblematici visti dall'occhio di un bambino curioso. Non c'è trama strutturata ed è tutto in dialetto sardo. Ma allora come mai 'saGràscia' sembra così fluido e comprensibile? Magia di un esordiente che sa scegliere facce irresistibili, realizza una fotografia digitale che ha la pasta della miglior pellicola e ci dona 80 minuti di assolato, ma non desolato, entroterra sardo. Ottime musiche vivaci di Carlo Doneddu. Angius ha 29 anni. Che bravo." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 11 novembre 2011)