A.K., al secolo Andriy Krystiyan, è arrivato in Inghilterra dall'Ucraina con la speranza di diventare una star della musica con il suo gruppo, i Gogol Bordello. In attesa dell'agognato successo, si guadagna da vivere con ruoli 'en travesti' e divide i suoi sogni di gloria con le coinquiline Juliette e Holly. Juliette lavora nella farmacia dell'indiano sig. Sardeep ma aspira a un futuro da missionaria in Africa, per aiutare i bambini affamati. Holly, invece, nella speranza di essere ammessa al Royal Ballet, per mantenersi sfrutta le sue doti di ballerina praticando la lapdance al Beechman's Exotic Gentleman's Club.
SCHEDA FILM
Regia: Madonna
Attori: Eugene Hutz - A.K., Holly Weston - Holly, Vicky McClure - Juliette, Richard E. Grant - Professor Flynn, Stephen Graham - Harry Beechman, Inder Manocha - Sardeep, Shobu Kapoor - Moglie di Sardeep, Elliot Levey - Benjamin Goldfarb, Francesca Kingdon - Francine, Clare Wilkie - Chloe, Hannah Walters - Sig.ra Goldfarb, Ade - DJ, Guy Henry - Lorcan O'Neill, Nunzio Palmara - Nunzio, Tim Wallers - Sig. Frisk, Olegar Fedoro - Padre di A.K., Luca Surguladze - Giovane A.K., Steve Allen - Mikey, Gogol Bordello - Se stessi
Soggetto: Dan Cadan
Sceneggiatura: Madonna , Dan Cadan
Fotografia: Tim Maurice-Jones
Montaggio: Russell Icke
Scenografia: Gideon Ponte
Costumi: B.
Altri titoli:
Obscénité et Vertu
Durata: 80
Colore: C
Genere: DRAMMATICO MUSICALE ROMANTICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Produzione: SEMTEX FILM, HSI
Distribuzione: SACHER FILM (2009)
Data uscita: 2009-06-12
NOTE
- COREOGRAFIE: STEPHANIE ROOS E TIFFANY OLSON.
- MADONNA FIGURA ANCHE TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI.
- IN CONCORSO AL 58MO FESTIVAL DI BERLINO (2008) NELLA SEZIONE 'PANORAMA SPECIAL'.
- FUORI CONCORSO AL 26. TORINO FILM FESTIVAL (2008).
CRITICA
Dalle note di regia: "Ho sempre ammirato l'arte di fare film e l'abilità nel raccontare una bella storia. Dopo quasi tre decenni passati davanti a una macchina da presa, ho deciso di mettere i miei soldi e me stessa dalla parte opposta. 'Filth and Wisdom' è stata, essenzialmente, la mia scuola di regia. E' stato molto importante per me scrivere la storia, creare i personaggi, essere coinvolta in ogni singolo passo, dalla creazione delle scenografie al montaggio. Sono sicura di aver fatto impazzire tutti i capi-reparto con le mie mille domande senza fine! E' stata un'esperienza completa, che mi ha permesso di esplorare e mettere insieme tutte le cose che amo e che m'interessano, dalla letteratura alla musica alla danza. Tutto è iniziato come per un "corto", ma poi mi sono innamorata dei personaggi e ho voluto farli vivere più a lungo, così ne ho creati di nuovi e il "triangolo" A.K.- Holly - Juliette è cresciuto. Terminato il film mi sono resa conto che ognuno di loro rappresenta un aspetto della mia personalità e così l'esperienza si è rivelata tanto artistica quanto terapeutica...".
"Lo stile complessivo è quello del cinema-off americano: pellicola sgranata, andamento cronachistico e toni dolceamari, ma con finale aperto all'ottimismo. L'opposto, insomma, del turgore iconico e sessuale che caratterizzava i più celebri clip della popstar. Pur nella declinazione ironica, siamo dalle parti della 'vita colta sul fatto'; anche se Andriy, che funge da narratore, è già nella realtà un tipo abbastanza pittoresco da sembrare il personaggio di un film di Kusturica. Qualcuno ha subito insinuato che Madonna abbia voluto mettersi in concorrenza col marito Guy Ritchie; a confronto dell'ex ragazzo prodigio del cinema britannico, però, oggi, quella più in forma pare proprio lei." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 14 febbraio 2008)
"I maestri che Madonna si è scelta per il suo esordio nella regia devono un po' averla assistita perché il suo 'Filth & Wisdom' è decisamente riuscito e più di una volta strappa il sorriso. (...) Fortunatamente lontana da ogni preoccupazione e politicamente corretta, Madonna finisce per descrivere i suoi concittadini londinesi come un popolo con qualche problema di troppo col sesso, ma anche facilmente 'riscattabile' con la forza della musica e della buona volontà. Oltre che di una certa dose di libertà erotica. E alla fine la vitalità un po' fatalistica dell'aspirante cantante finisce per incarnare perfettamente la morale di un film che non si vergogna certo dei compromessi di ognuno ma che anzi li considera momenti necessari per realizzare i propri sogni." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 14 febbraio 2008)
"La storia della sua vita, l'ammirazione per la Nouvelle vague, Jean Luc Godard in testa, la passione musicale per il leader dei Gogol Bordello, Eugene Hutz. Nella prima volta dietro la macchina da presa, Madonna ha messo tutta se stessa, comprese le passioni kitsch, il vitalismo dei tempi di 'Cercasi Susan disperatamente' e l'equilibrio maturo degli ultimi anni." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 14 febbraio 2008)
"Tra battute e musica pop, il film arriva all'happy end finale senza troppo annoiare." (Cl. Giu, 'Il Mattino, 14 febbraio 2008)
"E' lecito chiedersi perché Dieter Kosslick, direttore del Festival, non abbia accolto in concorso, ma nella serie B (Panorama) il film debutto alla regia di Madonna, 'FIlth and Wisdom', opera ben riuscita, degna di un regista navigato. E' lecito poi dubitare: forse nel film c'è lo zampino del marito della star pop, Guy Ritchie, regista di professione?" (Salvatore Trapani, 'Il Giornale', 14 febbraio 2008)
"Con 'Filth & Wisdom' non è nata una stella. In compenso Madonna si è confermata un'abile manager capace di rinnovare la propria immagine e di illuminare un nuovo tratto della sua lunga carriera." (Andrea Martini, 'Quotidiano Nazionale', 14 febbraio 2008)
"Diciamo la verità: ci si aspettava qualcosa che traboccasse nel kitsch, magari servito sopra una panna montata di provocazioni obbligatorie al servizio di chissà quale filosofia presuntuosetta la portasse a braccetto. E invece, l'esordio alla regia di Madonna spezza le attenzioni della mattinata alla Berlinale, bypassando il proprio orizzonte d'attesa per tirar su i giri di un apologhetto 'morale' che si scalda nelle deformazioni grottesche, tanto da arrivare a flirtare con la parodia di se stesso. Intendiamoci, questo 'Filth & Wisdom' non è una gran briscola da tavolo da gioco, ma tanto basta per farci divertire in quegli scambi di mano che si mantengono umili proprio nel non volersi portare in groppa significati pontificanti." (Lorenzo Buccella, 'L'Unità', 14 febbraio 2008)
"Chi metteva in discussione la capacità di una pop star come Madonna di mettersi dietro la cinepresa improvvisandosi a regista può essere consolato. 'Filth & Wisdom', il debutto cinematografico della queen of pop, è decisamente passabile, a tratti anche divertente. Così riuscito che parte della stampa tedesca dubita addirittura che sia stato diretto davvero dalla cantante. Il quotidiano "Berliner Zeitung" ipotizza che il film potrebbe essere stato girato e concepito da altri e che Madonna li abbia pagati lautamente per farsi pubblicità. Polemiche a parte, 'Filth & Wisdom' è una commedia multiculturale ambientata a Londra che ruota attorno all'eccentrico musicista di origine ucraina Andriy Krystiyan. Assieme a lui, in una casetta a schiera, ragazze vivono alla giornata tra lavoro, sesso, alcol e rock'n roll." (Walter Rauhe, 'Il Messaggero', 14 febbraio 2008)
"Il titolo italiano ripulisce l'originale 'Filth and Wisdom', sudiciume e saggezza. Nel suo primo film da regista (sigh) e sceneggiatrice (siiigh), Madonna rivela che la via per la seconda passa per il primo. Grottesco inferno simulato a Londra, dove tutto è possibile e non è detto che ciò sia bene. (...) Famiglie incestuose, Inferno e Verità invocate, gay da corte dei miracoli, giochetti di montaggio, un soffio di Britney Spears, presunta ironia che si prende molto sul serio. Poi, il Paradiso (madonnaro) all'improvviso. L'icona glamour pop Lady Ciccone non sa/vuole imbastire vera trasgressione, solo scolpire perle kitsch: 'Ogni ramo desidera imitare le sue radici', 'Per raggiungere il cielo, fotti un'anatra e cerca di volare'. Chi parla male, pensa male. Eppure questo filmaccio è piaciuto a Nanni Moretti." (Alessio Guzzano, 'City', 12 giugno 2009)
"E' solo Madonna la regista del film? Così curato, coerente e brillante, sembra più un duetto con l'ex marito Guy Ritchie (regista di professione) che l'assolo di un genio." (Salvo Trapani, 'Il Giornale', 12 giugno 2009)
"Un regista più esperto avrebbe reso il tutto con ben altra eleganza (la cinepresa di Madonna vola solo nelle scene danzate), però qui l'ironia del tono si accorda bene alla disinvoltura del film-scommessa, girato con pochi soldi e molte idee, non necessariamente ben assortite. Difficile immaginare che preluda a una carriera futura. Ma anche così 'Sacro e profano' ha una sua coerenza e, più inaspettatamente, una sua simpatia." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 giugno 2009)
"Un debutto sorprendente: stile da cinemaoff, personaggi marginali, una buona dose d'ironia. Anche nei confronti di se stessa, quando fa danzare Holly, che sogna il Royal Ballet ma campa con la lap dance, sulle note di "Erotica". (...) Lo stile è l'opposto del turgore sessuale che caratterizzava i più celebri clip della popstar: pellicola sgranata, andamento cronachistico e toni dolce amari, finale aperto all'ottimismo. Siamo dalle parti della "vita colta sul fatto". Eugene Hutz è già nella realtà un tipo abbastanza pittoresco da sembrare uscito da un film di Kusturica." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 giugno 2009)
"Sbirciando tra i personaggi simpaticamente off del primo film diretto da Madonna, che certo rispecchia il suo ambiente, viene in mente l'attacco sublime della canzone di Arbasino-Carpi che diceva: 'Ossigenarsi a Taranto ... è stato il primo errore...'. Anche qui ci sono almeno tre personaggi che vogliono cambiare il mondo, ma devono patteggiare con la vita: una ragazza portata al classico deve imparare le lascivie lap dance, un'altra con stimmate da volontariato in Africa lavora in farmacia e il musico Eugène, leader dei Gogol Bordello (visto in 'Ogni cosa è illuminata') con la faccia da Borat si traveste in attesa che passi la nuttata, sadomaso per gruppo punk. Madonna ha buona volontà, meglio dietro che davanti la macchina da presa: il suo è un corto espanso che non fa tesoro di sceneggiatura e ritmo, resta da apprezzare la bella confusione moral-materiale." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 12 giugno 2009)