Tre uomini di colore, Henry Jackson, John Logart e Jim Harris, rapinano l'incasso settimanale di un'organizzazione criminale che opera nella zona di Harlem, diretta al vertice dai bianchi, affidata localmente ai neri. Deciso a vendicare lo sgarbo, che potrebbe compromettere il prestigio e la supremazia dei primi, il più importante boss della mafia newyorkese affida al genero Nick Di Salvio il compito di scovare ad ogni costo i responsabili della rapina. Contemporaneamente, sulle loro tracce si muove anche la polizia, nelle persone del tenente di colore William Pope e del capitano Frank Martelli, un ufficiale della vecchia guardia, duro e razzista. Nella caccia ai rapinatori, il nevrotico e crudele Di Salvio sembra avere la meglio sugli agenti. Uccisi Jackson e Logart, però, egli e i suoi uomini cadono sotto il piombo di Harris. Inseguito dagli agenti, che hanno scoperto il suo rifugio, costui riesce per qualche tempo a tener loro testa, finchè Pope non lo uccide. Anche Martelli muore, colpito a distanza da un mafioso di colore appostato sui tetti.
SCHEDA FILM
Regia: Barry Shear
Attori: Anthony Quinn - Cap. Mattelli, Anthony Franciosa - Nick D'Salvio, Antonio Fargas - Henry J. Jackson, Frank Arno - Detective Rizzo, Gloria Hendry - Laurelene, Gilbert Lewis - Shevvy, Ed Bernard, Norma Donaldson, Yaphet Kotto, Paul Benjamin, Richard Ward, Marlene Warfield
Soggetto: Wally Ferris
Sceneggiatura: Luther Davis
Fotografia: Jack Priestley
Musiche: J.J. Johnson
Montaggio: Carl Pingitore, Byron 'Buzz' Brandt
Scenografia: Perry Watkins
Costumi: Joseph Fretwell III
Effetti: Joe Lombardi
Durata: 102
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR
Tratto da: romanzo "Across 110th Street" di Wally Ferris
Produzione: GUARANTORS INC. PRODUCTION
Distribuzione: UNITED ARTISTS EUROPA - WARNER HOME VIDEO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1997.
CRITICA
"Discreto, anche se ben poco originale poliziesco a tutta birra, che scava nei bassifondi di New York senza approfondire i caratteri dei personaggi, quasi tutti contraddistinti da una ferocia inaudita, né tantomeno i conflitti razziali, confinati sullo sfondo. Ma allo spettatore, ovviamente, preme di più la conta dei cadaveri di tutti i blabla sociologici". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 25 gennaio 2002)