I Rolling Stones secondo Martin Scorsese. Il regista ha messo insieme una squadra di direttori della fotografia guidati dal premio Oscar Robert Richardson per riprendere il concerto che la band ha tenuto nell'autunno del 2006 al Beacon Theater di New York, durante il tour "A Bigger Bang". Le varie fasi dell'organizzazione dell'evento e le immagini del back stage si alternano a materiale d'archivio e all'esibizione live, cui hanno partecipato, in qualità di guest star, Jack White, Buddy Guy e Christina Aguilera. Ad aprire il concerto è l'ex-presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, promotore dell'evento in occasione del suo 60mo compleanno.
SCHEDA FILM
Regia: Martin Scorsese
Attori: Mick Jagger - Se stesso, Keith Richards - Se stesso, Ronnie Wood - Se stesso, Charlie Watts - Se stesso, Martin Scorsese - Se stesso, Bill Clinton - Se stesso, Jack White - Se stesso, Buddy Guy - Se stesso, Christina Aguilera - Se stessa, Hillary Rodham Clinton - Se stessa
Fotografia: Robert Richardson
Montaggio: David Tedeschi
Scenografia: Mark Fischer - scenografie per il concerto
Durata: 122
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO MUSICALE
Specifiche tecniche: PANAVISION GENESIS HD CAMERA, HDCAM SR, SUPER 35 (3-PERF), SUPER 8 STAMPATO A 35 MM (1:2.35) - TECHNICOLOR
Produzione: CONCERT PRODUCTIONS INTERNATIONAL, SHANGRI-LA ENTERTAINMENT
Distribuzione: BIM, DVD: BIM/01 DISTRIBUTION (2008)
Data uscita: 2008-04-11
TRAILER
NOTE
- FILM D'APERTURA, FUORI CONCORSO, AL 58MO FESTIVAL DI BERLINO (2008).
- PRODUTTORI ESECUTIVI: MICK JAGGER, KEITH RICHARDS, CHARLIE WATTS E RON WOODS.
CRITICA
"Serviva un monumento d'autore, 38 anni dopo quello di Jean Luc Godard, per fissare definitivamente la leggenda 'live' dei Rolling Stones. E nessuno poteva costruirlo meglio di Scorsese. 'Shine a Light' coglie la band in un concerto. (..) Il film è un'immersione totale e incredibilmente dettagliata del concerto. Grazie a un profluvio di camere la performance è sezionata al microscopio. Non sfugge nulla. (...) Il montaggio è vorticoso, instancabile, esprime e moltiplica l'energia sul palco, descrive l'eccitazione del rock, ben lontano dallo sguardo più pacato ed elegiaco scelto da Scorsese per 'The Last Waltz'. In alcuni episodi la regia è sublime. L'effetto più interessante è che il missaggio della musica cambia, mette in evidenza quello che la camera inquadra, come se fossero zoomate sonore." (Gino Castaldo, 'la Repubblica', 8 febbraio 2008)
"In crisi come fonte di reddito (chi li compra più i dischi?), la musica continua a mantenere una forza d'attrazione che non ha paragoni. E il cinema, che pure lui non attraversa un periodo di vacche grasse, sembra pensare proprio alla musica e ai suoi miti per riconquistare spazi di popolarità. Almeno dà questa impressione da Berlino, dove la serata inaugurale rischia di far passare in secondo piano un maestro come Martin Scorsese per lasciare tutti i suoi riflettori su Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ronnie Wood. Sono loro le star della giornata, protagonisti assoluti di Shine a Light, il film che Scorsese ha girato, nell'autunno 2006 al Beacon Theatre di New York, durante l' ultima tournée americana dei Rolling Stones. (...) Il cinema al servizio della musica? Forse è un po' esagerato, però è indubbio che spesso i film hanno un rapporto di reverenza e di sudditanza (e anche di invidia) verso l'universo musicale. Lo si capisce anche dall'atteggiamento di Scorsese di fronte agli Stones: all'inizio di 'Shine a Light' sembra voler dimostrare che l'impegno e la professionalità che mette nel preparare le riprese è almeno uguale a quella del gruppo nell'organizzare il concerto, ma poi è come se si ritirasse in disparte, anche lui affascinato dall'energia musicale di Jagger e soci. E se Scorsese riappare nell'ultima scena è solo per aprire le porte agli Stones e favorire l'uscita dei protagonisti. Il regista si mette al loro servizio." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 8 febbraio 2008)
"Il sex appeal dell'androgino Jagger, adolescente ultrasessantenne, moltiplicato per 20 da Scorsese che dietro la macchina da presa ha messo i migliori cineoperatori del mondo, gente abituata a correre per l'Oscar che qui cattura le piroette di Jagger, la flemma bruciante di Keith Richards, lo scambio continuo di confidenze e di messaggi subliminali fra i membri della band che disegna uno spettacolo segreto dietro il concerto. Così il mondo scompare, il tempo si dissolve, presto ci sono solo gli Stones e il loro eterno presente. (...) Ci volevano gli Stones per durare così beffardamente a lungo. Ci voleva Scorsese per trasformare un film concerto in un film sul tempo. Il loro e il nostro." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero, 8 febbraio 2008)
"Se il regista di 'Shine a Light' non fosse Martin Scorsese, né Dieter Kosslick della Berlinale, né un altro direttore di Festival l'avrebbe mai eletto film d'apertura. Non si può considerarlo un film a soggetto, perché è un documentario su due concerti dei Rolling Stones al Beacon Theatre di New York. E non è una documentazione illuminante, perché non occorre essere Scorsese per sapere che gli Stones sono icone dal carisma travolgente. Sarà anzi una tortura, per un fan della band, essere costretto sulla poltrona di un cinema alle note travolgenti di 'Jumping Jack Flash', mentre Mick Jagger e il pubblico del film possono dimenarsi e ballare. Dunque 'Shine a Light' è un capriccio personale di un regista di talento, amante di una band la cui musica ha segnato la nostra vita. Ma proprio un Festival doveva occuparsi di questo genere di passioni?" (Salvatore Trapani, 'Il Giornale', 8 febbraio 2008)
"'Shine a Light' è un'opera giovane e entusiasta sui quattro eterni amici inglesi, celibi e sopravvissuti, un omaggio da fan e da coetaneo, dopo una trentina di lavori che alla musica radicale giovanile si sono spesso accostati con emozione. (...) La rielaborazione dei successi più famosi si avvale, per rafforzarne la densità d'impatto, di una decina di musicisti di supporto e di 20 geniali direttori della fotografia, da Albert Maysles a Ellen Kuras e Robert Ellswitt." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 8 febbraio 2008)
"Scorsese non registra semplicemente l'evento, ma lo culla, puntando ogni singolo obiettivo sui dettagli da cogliere in corsa: mai uno zoom, Jagger miracolosamente a figura intera anche quando si sposta velocemente in avanti. Le macchine da presa sfondano le quinte e si vedono in campo, ma dopo una decina di minuti i mirini scompaiono, tale è la simbiosi tra lo sguardo di Scorsese e la magia del suono dei Rolling Stones. (...) Assolutamente da vedere. Ed ascoltare" (Davide Turrini, 'Liberazione', 8 febbraio 2008)